PLATA, Río de la (A. T., 149-150, 155-156, 159, 160-161)
Grande estuario dell'America Meridionale dove sboccano il Paraná e l'Uruguay.
La scoperta del Río de la Plata è concordemente attribuita a Juan Díaz de Solís, piloto mayor di Spagna, il quale nel 1515 ebbe incarico dal suo governo di navigare fino "alle spalle della Castiglia d'Oro", della regione istmica cioè che Vasco Núñez de Balboa aveva attraversato due anni innanzi raggiungendo inopinatamente, sulla sponda del Panamá, l'Oceano Pacifico. Il Solís, cercando a S. del Brasile una via marina che conducesse appunto al Pacifico, scoperse il Río, cui diede probabilmente nome di Río Jordán; ma, penetrato in esso fin oltre l'isoletta di Martín García alla foce dell'Uruguay, perì quivi in un'imboscata indigena. Troncata così la spedizione, comparve poi su quei lidi il 10 gennaio 1520 la piccola armata di F. Magellano, che al Río, ormai comunemente detto Río de Solís, diede nome di San Cristoforo (mentre probabilmente dai Portoghesi veniva usato l'appellativo del Plata). Terza spedizione nota è quella di Sebastiano Caboto che, inviato nel 1526 dalla Spagna all'arcipelago delle Molucche per lo stretto magellanico, pervenne al capo Santa María, ingresso del Río, il 21 febbraio del '27 e, posto ormai in non cale l'obiettivo prefissato, si dedicò a un'esplorazione della riviera platense, risalendo il Plata, indi il Paraná fino alla confluenza del Carcarañá (a monte dell'odierna Rosario); esplorati furono di poi per opera del Caboto e dei suoi anche l'Uruguay, e con pericolose traversie il Paraná e il Paraguay fino alla foce del Pilcomayo. Così tra il 1527 e il 1529 venivano rivelate le linee fondamentali dell'idrografia platense e si ponevano le basi del dominio spagnolo, che negli anni successivi doveva così validamente affermarsi sull'estuario.
L'estuario del Plata è largo 50 km. tra Colonia e Punta Lara, 100 km. tra Montevideo e Punta de las Piedras, 220 km. tra Cabo San Antonio e Maldonado, e ampio circa 35.000 kmq. La parte più esterna è profonda tra i 10 e i 25 m., quella più interna ha profondità dappertutto inferiori ai 10 m.; dei varî banchi di sabbia che lo ingombrano, il più pericoloso per la navigazione è il Banco Inglés, presso il suo sbocco. Le acque sono dolci fino a 120 km. a valle di Buenos Aires. Le maree, nel complesso poco forti, sono rese irregolari dall'azione dei venti di SE., che amplificano il flusso e ostacolano il riflusso (nella parte più interna dell'estuario essi fanno sì che le acque si mantengano alte tra una marea e l'altra anche per un periodo di varî giorni). Grandi lavori si sono dovuti eseguire nel Río de la Plata per facilitare la navigazione marittima: fra l'altro, è stato dragato un canale rettilineo tra la Barra del Indio (dove la profondità è stata portata a 9 m.) e il porto di Buenos Aires.
Dei due grandi fiumi che sboccano nell'estuario, quello di gran lunga più importante è il Paraná (3700 km. di corso, che in parte serve da confine tra il Brasile e la repubblíca del Paraguay e tra questa e l'Argentina; 1.594.000 kmq. di bacino), il quale è formato dall'unione del Rio Grande e del Paranahyba, che hanno origine ambedue sull'altipiano del Brasile, il primo dalla Serra da Mantiqueira, il secondo dalla Serra Matta da Corda. Nel tratto brasiliano il Paraná ha tutti i caratteri di fiume d'altipiano, e scorre rapidamente in un letto roccioso che presenta due serie di cascate: il Salto d'Urubupungá, a monte della confluenza del Tieté, e il Salto Sete Quedas (o de Guayra), presso la confluenza del Rio Pequiry. I suoi affluenti di sinistra (Tieté, Paranapanema, Ivahy, Iguassú), diretti verso ONO. conformemente alla pendenza degli strati, presentano anch'essi numerosissime cascate e rapide, specialmente nel tratto in cui le valli sono incise nella zona cristallina e in quella delle arenarie rosse (v. brasile), nei punti dove affiorano le rocce eruttive più resistenti all'erosione. Di tali cascate le più grandiose sono quelle formate dall'Iguassú (o Iguazú) 40 km. a monte della sua confluenza col Paraná. Alte 60-70 m., esse formano un arco di 2 km. e mezzo (per metà appartenente al Brasile e per metà all'Argentina); le acque precipitano in una selvaggia gola (Garganta del Diablo) larga solo 80 m. Sembra che da queste cascate si potrebbero trarre 350.000 HP di forza. Anche dove questi fiumi non precipitano in cascate o cateratte, la pendenza del loro letto è solitamente assai forte; malgrado ciò sono utilizzati come vie di comunicazione (il tratto del Paraná tra il Salto d'Urubupungá e il Sete Quedas è percorso da vaporetti).
A una sessantina di km. a monte di Posadas hanno termine le barrancas (balze) basaltiche che stringono la valle del Paraná, il quale dopo quella città esce dalla zona delle arenarie rosse. Nuove rapide, chiamate impropriamente Salto de Apipe, si hanno tra Posadas e Ituzaingo, in un tratto dove affiorano ancora rocce eruttive; qui la corrente è assai forte e la profondità del fiume nel periodo di magra non supera 1 m. A Corrientes il Paraná riceve il suo grande affluente Paraguay, che ha origine a circa 450 m. d'altezza nel Matto Grosso e a soli 200 km. dalle sorgenti entra già in pianura: una pianura formata dalle sue alluvioni (sabbie, fanghi, argille grige e bianche), depositate largamente soprattutto sulla riva destra. Il Paraguay, lungo 2500 km. e con un bacino di 1.148.000 kmq., in due tratti serve di confine alla repubblica che da esso prende il nome, prima col Brasile, poi con l'Argentina. Esso è una importantissima via di comunicazione, poiché piroscafi di notevole tonnellaggio possono risalirlo fino a Corumbá e piccoli vapori fino a San Luiz de Cáceres (il suo affluente Cuyabá è navigato fino alla città omonima, nel cuore del Matto Grosso). Anche il Paraguay è ingrossato da numerosi e considerevoli affluenti: dall'Altipiano del Brasile scendono a lui il già nominato Cuyabá, il Rio Negro, l'Aquidaban l'Ipané, il Jejuy e il Tebicuary; dalla Cordigliera delle Ande, il Pilcomayo (1800 km.) e il Bermejo (1300 km.), che attraversano il Chaco e hanno un corso poco favorevole alla navigazione, perché interrotto da zone paludose ingombre di vegetazione acquatica (esteros) o da rapide (Pilcomayo).
Dopo Corrientes il Paraná scorre in un ampio piano alluvionale chiuso tra barrancas talvolta verticali (dove sono lambite dalla corrente principale), largo 15 km. tra Santa Fe e Paraná e 100 km. presso l'estuario: piano che viene quasi del tutto coperto dalle acque durante le piene straordinarie. Tra le barrancas, alte sulla riva sinistra fino a 90 m., il fiume va divagando in continui meandri e si suddivide, formando bracci secondarî a debole corrente. La profondità del ramo principale è in qualche tratto assai notevole specialmente ai piedi delle barrancas (24 m. a monte di Paraná oltre 50 a Puerto Obligado); il Servizio idrografico della Repubblica Argentina mediante dragaggi la fa mantenere a un minimo di m. 5,70 a valle di Santa -Fe e di m. 6,30 a valle di Rosario.
L'aspetto che presenta nei suoi varî tratti il piano fluviale è molto vario, sia per la vegetazione (a Paraná sono già scomparse le essenze tropicali e le liane), sia per la morfologia. Nel tratto inferiore durante i periodi di magra il vento accumula le sabbie e forma lunghe serie di dune. A valle di S. Pedro tale piano si converte in un vero delta, e il fiume si divide in varî bracci e canali dal percorso assai irregolare, ora rettilineo, ora a meandri continui spesso quasi circolari (caracoles). Il braccio principale, il Paraná Guazú, termina di fronte a Carmelo (Uruguay); altro braccio importante è il Paraná de las Palmas, il cui imbocco, peraltro, è ostacolato da una barra con soli 2 m. d'acqua.
Il regime del Paraná è abbastanza ben conosciuto per le osservazioni compiute regolarmente a Posadas, Corrientes e Paraná dal Servizio idrografico argentino. Nell'alto Paraná e nel Paraguay il periodo di piena è determinato essenzialmente dalle piogge tropicali estive; nel primo le piene sono violente e si propagano con grande rapidità; nel secondo sono ritardate dalla scarsa pendenza del letto e dalla grande estensione delle terre basse inondabili che ne accompagnano il corso e che anche nei periodi di magra restano in parte paludose (pantanales). Il massimo della piena ad Asunción, capitale del Paraguay, si raggiunge soltanto a maggio. La lentezza con la quale la piena del Paraguay si propaga fa prolungare sino alla fine di autunno il periodo di piena del Paraná inferiore. Questo a Paraná comincia a gonfiarsi a ottobre o novembre, talvolta soltanto a dicembre o gennaio; l'aumento di livello, dopo un primo periodo in cui è assai rapido, si mantiene di circa 1 m. al mese per la durata di tre mesi. La differenza tra le magre e le piene ordinarie oscilla fra i 3 e i 5 m., ma nelle piene straordinarie può arrivare ai 7 m. A marzo o aprile il livello delle acque comincia ad abbassarsi, ma poi si ha una piena secondaria in giugno o luglio o anche in agosto, dovuta soprattutto alla piena proveniente dal Paraguay. Le massime magre si verificano tra settembre e ottobre. A valle di Paraná l'altezza delle piene va decrescendo a mano a mano che si scende verso l'estuario, dove non sono più sensibili.
L'Uruguay (1600 km. di corso, 358.000 kmq. di bacino) ha origine anch'esso sull'Altipiano del Brasile, dove nasce col nome di Rio Pelotas dalla Serra do Mar, non lungi dalla costa atlantica; esso segna il confine tra gli stati brasiliani di Santa Catharina e Rio Grande do Sul, quindi tra il Brasile e l'Argentina e infine tra questa e la repubblica dell'Uruguay. Sul suo corso superiore, ingombro di scogli, s'incontrano di frequente rapide e cascate; dopo la confluenza col Pepiry-Guassú entra in pianura, ma presenta ancora delle rapide a monte di Salto, che ai fini della navigazione a vapore lo dividono in due sezioni, quella inferiore dalle foci a Salto, e quella superiore da Monte Caseros a Santo Tomé (nei periodi di piena, peraltro, è risalito da barche fino a Salto Grande de Misiones). A monte di Paysandú l'Uruguay è chiuso da rive di solito alte, ma poi la valle si allarga ed esso scorre in un letto ampio 8-10 km., ingombro di numerosissime isole coperte di ricca vegetazione e limitato da rive alte e rocciose sulla sinistra, basse e sabbiose sulla destra. L'ultimo tratto è una ría, cioè una valle sommersa.
Il regime dell'Uruguay è irregolare; le piene, che si verificano particolarmente d'autunno e alla fine dell'inverno, sono forti soprattutto nel corso superiore, a monte di Salto, dove il livello delle acque può salire di 6-7 m. su quello di magra ordinaria.
L'estuario del Plata scarica in mare una massa d'acqua calcolata in media a 25.000 mc. al secondo (4000 dei quali dati dall'Uruguay); in magra non si scende sotto i 12.000 mc., e nelle massime piene si sale a 60.000 mc. Il sistema fluviale che mette capo nel Río de la Plata ha un bacino imbrifero di 3.100.000 kmq. (al 4° posto fra tutti i sistemi fluviali del mondo, dopo quelli dell'Amazzoni, del Congo e del Mississippi), che costituisce 1/6 della superficie dell'America Meridionale. Tale sistema forma una delle maggiori reti di navigazione interna del mondo, e serve di sbocco verso l'Oceano Atlantico a varî stati interni (Bolivia, Paraguay, stato brasiliano del Matto Grosso), nonché all'Argentina settentrionale, a una parte del Brasile meridionale e all'Uruguay occidentale. La navigazione marittima risale il Paranȧ fino a Santa Fe, cioè fino al cuore della regione cerealicola argentina, e l'Uruguay fino a Concepción del Uruguay. I porti fluviali tanto del Paraná-Paraguay quanto dell'Uruguay sono essenzialmente esportatori (di cereali quelli del corso inferiore del Paraná; di quebracho, prodotti tannanti, pelli, mate e agrumi quelli del Paraguay; di carni, estratti di carne e pelli quelli dell'Uruguay): solo Rosario e Santa Fe sono anche importatori. Le navi che vanno a caricare nei porti del Paraná e dell'Uruguay per lo più risalgono questi fiumi vuote, dopo aver scaricato le merci d'importazione a Buenos Aires; al ritorno si dirigono direttamente verso l'Europa o l'America Settentrionale, senza più toccare Buenos Aires. Buenos Aires e Montevideo sono i porti senza confronto più attivi dell'estuario, ma anche Ensenada (porto di La Plata) e Colonia hanno un traffico ragguardevole. Sul Paraná i porti principali sono Rosario, Santa Fe, Campana e Zárate in Argentina e Asunción nel Paraguay; sull'Uruguay, Paysandú e Fray Bentos (riva uruguayana). Va ricordato che oltre alla navigazione a vapore nel corso inferiore del Paraná e dell'Uruguay è assai attiva la navigazione a vela.
V. tavv. CXXXI e CXXXII.
Bibl.: W. S. Barclay, The River Paraná, in Geogr. Journ., XXIII (1909), pp. 1-40; E. Baldassari, Vias navegables y puertos de la República Argentina, Buenos Aires 1925; F. Kühn, Argentinien, Handbuch zur physischen Landeskunde, Breslavia 1927.