RIO DE JANEIRO (A. T., 155-156)
Città capitale del Brasile, che costituisce col suo territorio (kmq. 1167) il distretto federale, sede del governo federale degli Stati Uniti del Brasile e degli organi centrali dell'Unione. Situata a 22° 54′ di lat. S. e a 43° 21′ di long. O., sulla riva occidentale della baia di Guanabara o di Rio de Janeiro, la città (il cui nome ufficiale è São Sebastião do Rio di Janeiro) ha clima caldo, ma salubre, con una temperatura media annua di 230,4 (febbraio 26°,3 e luglio 20°,4) e una piovosità media di 1295 mm.; contava, nel 1920,1.157.873 abitanti, e la sua popolazione è stata valutata, nel 1933, pari a 1.585.234 (2 milioni coi sobborghi). Rio de Janeiro è senza dubbio la più bella città non solo del Brasile, ma di tutta l'America Meridionale mentre alla sua bellezza contribuiscono il panorama della sua baia meravigliosa, lo splendore del cielo, il profondo azzurro del mare, la esuberanza fantastica della vegetazione tropicale che la circonda e la stringe da ogni parte. La baia di Guanabara, della quale la città occupa la riva sudoccidentale, è una profonda insenatura dell'Oceano Atlantico il cui ingresso è dominato dal ben noto e gigantesco massiccio del Pão do Assucar; appare essa, a chi si affaccia dopo la lunga navigazione atlantica, come un immenso anfiteatro, coronato da montagne imponenti, fantastiche, dalle forme bizzarre, che ergono le ripide pareti rocciose e le cime arditissime al di sopra di un mare di verdura. Dal già ricordato Pão do Assucar, al Corcovado, dalla cima della Tijuca al Pico do Papagaio e fino alle cuspidi più lontane della Serra dos Orgãos, è una successione di vette che si stagliano nel cielo meraviglioso, mentre la baia è popolata di numerosissime isole, alcune grandi, come quella do Governador, altre piccolissime conne la graziosa Bôa Viagem o la sognante Paquetá; ascendendo una delle cime accennate ed in particolare il Pão do Assucar, a cui porta una comoda teleferica, lo spettacolo della città, che si dispiega lungo le varie insenature e occupa le valli che sboccano sulle rive della baia, e si inerpica coi suoi quartieri su per le pendici dei promontorî, è veramente imponente tanto durante il giorno quando il sole dei tropici inonda di luce le strade, le case e i colli, quanto di notte quando l'abbondante illuminazione elettrica effonde per ogni dove la sua dovizia fantastica.
La città occupa attualmente un'area di kmq. 216,4 dei quali 100 si possono attribuire a zone suburbane, e quindi è una delle maggiori città del mondo, per superficie. Il suolo su cui sorge comprende una parte piana, formata da una serie di strette pianure alluvionali costiete e di spiazzi ottenuti con la demolizione artificiale di colli e montagnole, e un'altra parte assai accidentata, costituita dalle pendici dei promontorî della Tijuca, della Pedra Branca, di Marapicú e delle valli interposte.
Secondo una immagine molto usata dai cittadini (detti con chiaro latinismo fluminensi) la pianta della città può essere paragonata alla impronta di una mano, di cui la palma rappresenterebbe il centro urbano più antico e più compatto e le cinque dita allargate le spiaggie e le valli che si irradiano dal centro in forma tentacolare. Questo primo nucleo occupa la pianura stretta ed allungata che si stende tra due serie di colline e precisamente tra i Morros da Providencia, da Conceição e do Säo Bento a N. e quelli do São Antonio e do Castello a S., pianura che si affaccia alla baia tra la punta do Calabouço e l'Ilha das Cobras, e che verso l'interno era chiusa nell'epoca coloniale da fortificazioni sorgenti sul luogo dove ora si apre la grande Praça da Republica. Questa zona costituisce anche adesso il centro commerciale e bancario, e vi si trovano alcune delle vie più frequentate come la rua Primeiro de Março, la Avenida Rio Branco, grande arteria moderna, e la vecchia rua do Ouvidor, stretta e tortuosa, che pur conservando il suo carattere coloniale, è ancora uno dei ritrovi più frequentati della città.
Ma nel secolo XIX, col rapido aumento della popolazione, (112.695 abitanti nel 1821, 137.078 nel 1838, 522.651 nel 1890), gli abitati si estesero in tutta la zona costiera e si inerpicarono a poco a poco sui contrafforti montuosi di cui si è detto; anzi per aumentare le aree fabbricabili vennero demolite successivamente le minori alture, l'ultima delle quali fu il Morro do Castello demolito per dare posto ai padiglioni della Esposizione internazionale del 1922. Così dopo il 1850 nacquero, come sobborghi, gli attuali quartieri di Cattete e di Botafogo, il primo in corrispondenza della Praia do Flamengo, e l'altro attorno alla omonima insenatura lunata a S. del Morro da Viuva; dal quartiere di Cattete la città risalì la valle di Laranjeiras compresa tra il contrafforte di Santa Thereza e quello che scende dal Corcovado: più recentemente l'abitato si avanzò verso S. fino ad occupare la costa atlantica di Copacabana. Intanto la città si estendeva anche verso N. nei rioni della Saude e di Gambôa e verso la Quinta da Boa Vista, nella zona cioè nella quale, durante il regno di Dom Pedro II, veniva sistemato il Canal do Mangue, sulle cui rive corrono due viali di palme. Ma il fronte marino della città era tutto occupato da scogliere, da bassifondi e da stagni, che impedivano alle navi di accostare alla riva ed erano sede di miasmi che ammorbavano l'aria; soltanto la zona tra la punta do Calabouço e l'Ilha das Cobras era stata sistemata, ma essa non permetteva che l'approdo delle navi di piccolo cabotaggio, mentre le navi maggiori dovevano ancorare nel mezzo della baia.
L'accrescimento dell'area urbana non avvenne però in base ad un piano predisposto e preventivamente studiato; a causa delle esigenze del terreno collinoso e dell'asprezza dei pendii, le case si addensarono nelle zone pianeggianti e i varî quartieri crebbero indipendentemente l'uno dall'altro con strade che, partendo dal fronte marino, si inoltrarono verso l'interno, adattandosi al terreno accidentato: le comunicazioni tra i diversi nuclei erano assicurate da strade che con lunghi giri viziosi scavalcavano poggi e colline, o più spesso avvenivano per via di mare.
L'enorme accrescimento della città impose lo studio e l'attuazione di un complesso di opere, che servissero ad eliminare gli ostacoli che si frapponevano alla circolazione e a dotare Rio di un porto modernamente attrezzato, che rispondesse adeguatamente ai bisogni del traffico marittimo in continuo aumento. A questo si aggiungeva la necessità improrogabile di sistemare il fronte marino eliminando gli stagni, le pozzanghere, i bassifondi rivelatisi responsabili delle tristi condizioni sanitarie della città, in cui la febbre gialla era divenuta malattia endemica. Il problema fu affrontato e risolto in gran parte durante la presidenza di Rodrigo Alvez, per opera del prefetto Francisco Pereira Passos, con la fattiva cooperazione di Osvaldo Cruz, direttore della Sanità Pubblica e debellatore della febbre gialla: in meno di quattro anni, dal gennaio 1903 al novembre 1906, furono compiute opere che diedero nuovo aspetto alla grande metropoli.
Lasciando al traffico di cabotaggio la vecchia zona del Mercato e della Alfandega, venne costituito il nuovo porto nella sezione a nord-ovest della Ilha das Cobras, sistemando a banchine per l'approdo anche dei maggiori transatlantici, il fronte marino tra la piazza de Mauá e la foce del Canale do Mangue: si tratta di un complesso di km. 3,5 di calate, munite di grandi magazzini e di binarî ferroviarî facenti capo alla grande stazione marittima del quartiere di Gambôa. Contemporaneamente e sempre per rispondere al triplice scopo di risanare la città, di abbellirla e di favorire il traffico, furono sistemate tutte le rive tra la punta do Calabouço e la Praia da Saudade, presso la base NO. del Monte Urca, costruendo la Avenida Beira Mar, cinque chilometri di uno splendido lungomare, largo 33 m., disegnato con slancio e bellissima linea, che occupa tutto il fronte marino al posto della serie di minori insenature e di stagni che vi si trovano. A congiungere poi le due zone così sistemate, venne aperta la già ricordata Avenida Rio Branco, che staccandosi dalla precedente presso il Passeio Publico e passando tra le due colline del Castello e di Sant'Antonio, attraversa in linea retta tutta la parte vecchia della città per raggiungere la spiaggia al di là del Morro da Conceição, nella Piazza di Mauá, all'inizio della zona del porto. L'Avenida Rio Branco e l'Avenida Beira Mar formano così l'asse della vita cittadina, giacché ad esse si raccordano tutte le strade che con andamento quasi normale si dipartono verso O., risalendo le valli e i pendii.
In particolare attorno all'Avenida Rio Branco si polarizza il movimento e il traffico, così quello della città vecchia che è rimasta ad oriente della grande strada e che continua ad avere quali assi principali la Rua Primeiro de Março e la Rua da Quitanda, come quello di tutta la Cidade Nova, sviluppatasi verso i quartieri di Villa Guarany e di Engenho Velho. La grande via trasversale interna, Avenida Mem de Sà e la sua continuazione, Avenida Salvador de Sà, facilitano la comunicazione tra il Largo de Lapa, punto dove l'Avenida Beira Mar si innesta con la Avenida Rio Branco, e i quartieri e i sobborghi occidentali, che vanno sempre più estendendosi lungo le strade automobilistiche che si dipartono verso São Paulo e in direzione di Petropolis. Sussidiaria di queste può considerarsi la nuova trasversale ottenuta allargando le vie Assemblea, Carioca, Frei Caneca e che si continua pure nella Avenida Salvador de Sà collegando la Praça 15 de Novembro, prospiciente la Caes Pharoux, con il Largo de Sà, e quindi coi quartieri occidentali. Anche i sobborghi meridionali, che vanno sempre maggiormente estendendosi tanto sulle spiagge atlantiche di Copacabana e di Ipanema, quanto attorno alla Lagôa Rodrigo de Freitas (le cui rive sono oramai completamente sistemate e bonificate), sono messi in rapida comunicazione con l'Avenida Beira Mar attraverso due trafori, il Tunnel vecchio e il Tunnel nuovo, sotto i colli di Cabritos e di S. Clemente e mediante la grande Avenida Meridional che da Botafogo porta ad Ipanema toccando il Giardino Botanico e l'ippodromo del Jockey Club.
La demolizione del Morro do Castello ha fornito una vasta area fabbricabile nella zona centrale della città, ma già il nuovo piano regolatore prevede la demolizione della collina di Sant'Antonio, nonché la copertura del Canal do Mangue e la trasformazione di esso in una grande arteria che prolungata verso E. fino alla Praça da Republica e quindi all'Avenida Rio Branco e alla Rua Primeiro de Março, dovrà diventare la principale strada verso i quartieri occidentali, in cui verrà anche costruita la nuova stazione centrale.
Ricapitolando si può dire che il quartiere degli affari è rimasto essenzialmente nella zona compresa tra la Rua Primeiro de Março e l'Avenida Rio Branco, estendendosi tuttavia dalla Piazza di Mauá alla zona del Porto; i quartieri signorili e di residenza sono quelli meridionali, in parte sulle alture di Santa Thereza e nella valle di Laranjeiras e più ancora lungo le spiagge oceaniche di Copacabana e di Ipanema e sulle rive delle Lagôa Rodrigo de Freitas; i quartieri popolari sono disseminati senza un preciso ordine nelle sezioni pianeggianti in fondo alle valli, ma si vanno estendendo sempre più nella zona occidentale, dove si trovano anche i principali impianti industriali. Gli uffici municipali sono oramai quasi tutti concentrati attorno alla Praça da Republica, mentre i palazzi del governo federale sono sparsi un po' dappertutto.
Rio possiede numerosi edifici pubblici notevoli, ma pochi risalgono all'epoca coloniale ed imperiale e tra essi ricordiamo il vecchio Palazzo di Città sulla Praça 15 de Novembro, oggi sede della Amministrazione federale dei Telegrafi, e il palazzo São Christovão che sorge nel magnifico parco della Quinta da Bôa Vista, già residenza imperiale, ed ora sede del Museo nazionale. Le chiese sono in generale modeste e recenti: benché sede arcivescovile, la città non possiede una vera e propria Cattedrale, di cui tiene luogo la cosiddetta cappella reale che sorge sulla piazza 15 de Novembro. La chiesa maggiore è la Candelaria, sulla Rua da Quitanda, cominciata nella forma attuale nel 1775, ma compiuta soltanto nella seconda metà del secolo scorso, tempio monumentale in stile barocco con la facciata di granito: altre chiese sono quelle di San Francesco di Paola, del Carmine, del Rosario, della Croce, ecc.
Fra gli edifici moderni sono notevoli il Palazzo presidenziale, già proprietà del barone di Nova Friburgo, con un magnifico parco nel quartiere Cattete; il Palazzo Guanabara, già residenza della principessa Isabella, ed ora dimora del presidente della Federazione; il palazzo Monroe, sede del Senato federale; il palazzo della Camera dei Deputati; le sedi dei varî ministeri; il palazzo di São Joaquim, residenza arcivescovile; il palazzo della Biblioteca nazionale sul Largo da Lapa e il teatro municipale che sorge tra l'Avenida Rio Branco e la Rua 13 de Maio. Grandiosi, anche se non sempre belli, i palazzi della Avenida Rio Branco occupati dalle grandi banche, da case commerciali, da istituzioni governative e dalle direzioni dei maggiori quotidiani: sulla Praça de Mauá è sorto il primo grattacielo, grande edificio di 22 piani.
Particolare ornamento della città sono i parchi e i giardini pubblici e anche le grandi piazze sono tutte abbellite da aiuole e da giardini; così Praça de Mauá all'estremità settentrionale della Avenida Rio Branco, sulla fronte del porto, dove approdano i grandi transatlantici; Praça Marechal Floriano Peixoto alla estremità opposta, dove sorgono il Teatro Municipale, la Biblioteca Nazionale, il Palazzo Monroe e quello del Consiglio municipale: ivi presso si stende il giardino del Passeio, costruito fin dal 1783 e tuttora uno dei luoghi di convegno della società elegante; sulla Praça Tiradentes, pure alberata e con ricche aiuole, si eleva il monumento equestre dell'imperatore Dom Pedro I; nella grandissima Praça da Republica si trova il giardino da Acclamação con artistici viali e grandi macchie di arbusti e di piante tropicali; infine la grande Praça Marechal Deodoro si apre verso la zona del nuovo Porto in costruzione. Meritevole di particolare menzione è infine il grande Giardino Botanico situato presso la Lagôa Rodrigo de Freitas, di cui sono famosi gli splendidi viali di palme imperiali.
Nella Esplanada do Castello, dove sorgevano i padiglioni della esposizione internazionale del 1922 è stata tracciata la Avenida das Nações che lega l'Avenida Rio Branco con la Praia de Santa Luzia e vanno sorgendo nuove grandi costruzioni; molti palazzi magnifici si elevano nei nuovi quartieti atlantici di Copacabana e di Ipanema.
Il governo di Rio de Janeiro e del Distretto federale ha una speciale fisionomia che lo distingue da quello degli altri stati e municipî, dovuta al fatto che la citià è sede del governo federale. Il potere legislativo è esercitato da un consiglio di 24 intendenti eletti dal popolo; il potere esecutivo spetta a un prefetto, nominato con un decreto del presidente della repubblica, che dura in carica di solito quattro anni. Il prefetto applica e fa osservare le leggi votate dal consiglio, e governa per mezzo di 12 direzioni che raggruppano i servizî municipali (principali le direzioni della istruzione, della sanità, dell'assistenza pubblica, dei lavori e dei trasporti). Ma il governo della repubblica provvede al controllo delle forze di polizia e in parte alla manutenzione di alcune strade e piazze, nonché ai servizî postali e telegrafici, portuarî, ferroviarî e della illuminazione pubblica, dipendenti tutti dal Ministero federale delle comunicazioni. Così nei lavori di abbellimento e risanamento, molte opere sono state eseguite direttamente dal governo dell'Unione: ne consegue quindi che nella amministrazione del municipio le interferenze del governo federale sono numerose e continue.
Per quanto riguarda l'istruzione e gl'istituti culturali in genere, Rio si trova alla testa delle città del Brasile. A spese del municipio funzionano oltre 500 scuole elementari, frequentatissime, otto scuole di metodo, una scuola normale, un istituto professionale maschile e uno femminile. Sono invece istituzioni mantenute dal governo federale le scuole di belle arti, il collegio militare, la scuola navale, l'Accademia e la scuola superiore di commercio, il ginnasio nazionale, già collegio Dom Pedro II, frequentato dai giovani delle migliori famiglie, e l'Internato Vasconcello. Moltissimi sono poi i collegi brasiliani, nordamericani, inglesi, francesi e tedeschi, liberi e autonomi. L'istruzione superiore è impartita nell'università, che comprende le varie facoltà, di cui la più accreditata è quella di medicina, nella scuola politecnica per ingegneri civili e industriali, e nella scuola di scienze economiche e sociali. Numerosissime anche le accademie e società culturali di cui ricordiamo l'Accademia Brasiliana fondata nel 1897, modellata sulla analoga istituzione francese, la Società di geografia, l'Istituto storico-geografico, la Società nazionale di agricoltura, ecc.
Importantissimi poi sono il Museo nazionale, sistemato nel palazzo già imperiale della Quinta da Bôa Vista, con ricche collezioni minerali, animali e vegetali e raccolte etnografiche; il Museo storico, quello navale, quello di arte retrospettiva; la Biblioteca nazionale che possiede 500.000 volumi e altrettanti manoscritti, documenti e preziosi incunaboli. Centro notevole di cultura è anche il Seminario vescovile fondato nel 1739 che, pur curando esclusivamente la preparazione dei sacerdoti, è la migliore scuola classica di Rio.
La stampa periodica e quotidiana è assai fiorente: oltre a numerose riviste scientifiche, letterarie e artistiche edite dalle varie associazioni culturali, sono meritevoli di ricordo le riviste politiche (L'A. B. C., la Revista da Epoca, la Revista Parlamentar, ecc.) e le riviste economiche (Gazetta da Bolsa, Brasil Commercial, Brasil Marittimo, Revista do Commercio, ecc.), e 16 grandi quotidiani dei quali i più noti sono il Jornal do Commercio, il Jornal do Brasil, O Paiz, O Jornal, ecc.
Fiorentissime anche le associazioni sportive quali il Jockey Club, fondato nel 1869, il Derby Club, l'Automovel Club con bellissima sede in una delle principali strade centrali, e le istituzioni di beneficenza, tra cui particolarmente l'Ospedale della Misericordia o Santa Casa, fornito di ricchissimo patrimonio.
Rio è anche un centro industriale assai notevole: secondo il censimento del 1920 esistevano nel Distretto Federale 1542 stabilimenti industriali che occupavano 56.517 operai, rappresentavano un capitale di 441.669 contos di reis e fornivano una produzione annua del valore di 677.553 contos: tenevano il primo posto le industrie tessili con 20.000 operai e quelle del vestiario con 10.600, e seguivano poi le industrie chimiche e alimentari. Anche maggiore è la importanza di Rio come centro commerciale: il porto infatti non costituisce soltanto lo sbocco dello stato di Minas Geraes e di quello di Rio de Janeiro, e di parte dei territorî di São Paulo e di Espirito Santo, ma è il mercato centrale d'importazione e di distribuzione delle merci manufatte importate dall'Europa e dall'America Settentrionale; nel quinquennio 1922-26 l'importazione media annua fu di tonn. 2.123.633 di fronte a un'esportazione media di tonn. 543.752. Al porto di Rio fanno scalo tutte le grandi linee di navigazione transatlantica e fanno capo i servizî marittimi tra i varî stati del Brasile. Rio è anche il principale centro ferroviario del Brasile: da esso partono le linee, che attraverso alla valle del Parahyba, penetrano nello Stato di São Paulo e quindi in tutti gli stati meridionali, e nello stato di Minas Geraes, e s'irradiano le reti della Leopoldina, della Sul-Mineira e della Oeste de Minas rappresentanti un complesso di 6500 km. di ferrovie. Toccano Rio o da qui hanno inizio le linee di navigazione aerea internazionali e nazionali e cioè: la Francia-America del Sud, esercita dalla Compagnie Aéropostale; la linea panamericana da Miami a Buenos Aires; la linea brasiliana Natal-Porto Alegre per trasporto di passeggeri, posta e merci.
Secondo il censimento del 1920 nel Municipio di Rio vivevano 239.129 stranieri, quasi tutti Europei, cioè il 21% della popolazione era immigrata dall'Europa: la colonia principale è quella portoghese con 172.000 individui, e il secondo posto spetta a quella italiana con 22.000. Questo numero però è inferiore alla consistenza effettiva della comunità italiana, la quale secondo il computo consolare del 1927 (che tiene conto anche dei figli d'Italiani nati in Brasile) raggiunge i 45.000 individui. Predominano fra gl'Italiani gli elementi meridionali (calabresi, salernitani, lucani) che vivono sparsi nei varî quartieri della città dove occupano intere strade. Si tratta in maggioranza di falegnami, tessitori, agricoltori, braccianti, muratori, e venditori ambulanti, ma un terzo circa è formato di commercianti, architetti, impiegati, addetti ai trasporti e liberi professionisti (ingegneri, medici, farmacisti, ecc.). La colonia italiana possiede quattro scuole elementari, e vi fioriscono varie associazioni, quali il Fascio Italiano, il Centro d'istruzione "Principe di Piemonte" la sezione della "Dante Alighieri" e tre società di beneficenza e di mutuo soccorso. A Rio risiedono poi la R. Ambasciata d'Italia e il Console generale italiano.
V. tavv. LXXXIII e LXXXIV.
Storia. - Quantunque i portoghesi occupassero già da anni la costa settentrionale del Brasile, il primo che visitò la baia di Guanabara fu lo spagnolo Juan Diaz de Solis nel 1515. La visitò anche il portoghese Magellano, ch'era però al servizio della Castiglia, durante il suo primo viaggio di circumnavigazione del globo. Giunse anche a quella baia il 1° gennaio 1532 un altro portoghese, ma questo al servizio del re di Portogallo, Martin Afonso de Sousa, che in nome del suo sovrano ne prese possesso e le diede il nome di Rio de Janeiro (fiume di Gennaio) dal mese in cui l'aveva scoperta e perché credette di trattarsi della foce di un gran fiume; ma gl'indigeni la chiamavano Nictheroy. Fino dalla seconda metà di quel secolo (1555) vi sbarcò un gruppo di calvinisti francesi, che sotto il comando di Nicolas Durand de Villegaignon andavano a fondare una colonia sulla costa americana, forse per ordine dell'ammiraglio de Coligny, capo degli ugonotti di Francia, e fu appunto il nome di Coligny che Villegaignon e i suoi compagni diedero al forte che vi costruirono per la difesa della nuova colonia, essendo parso loro eccellente il luogo. Questa colonia si chiamò Francia Antartica. Ma il governatore del Brasile Mem de Sá, avuta notizia di tale fondazione, intraprese nel 1560 una spedizione militare, partendo da Bahia sede del governo portoghese, ed occupò di nuovo Rio espellendone con le armi i Francesi. Questi tuttavia vi ritornarono, e i Portoghesi organizzarono una seconda spedizione, questa volta comandata da Estácio de Sá, nipote del governatore, e sbaragliarono i Francesi e gl'Indî alleati con essi. Allora i vincitori fondarono una borgata a cui diedero il nome di San Sebastiano del Rio de Janeiro, in omaggio al re Sebastiano di Portogallo, e ne fu primo governatore Salvador Correia de Sá. Nel secolo seguente quella borgata veniva elevata alla dignità di città vescovile (1676) e quattro anni appresso a capitale del Brasile meridionale. Nella guerra di Successione spagnola, parteggiando il Portogallo per l'arciduca Carlo contro Filippo V, alcuni corsari francesi assalirono Rio, ma furono battuti e il Du Clerc, capo della spedizione fu fatto prigioniero e trucidato dalla popolazione senza che il governatore potesse impedirlo (settembre 1710). La disfatta fu vendicata da una squadra inviata là dal governo francese sotto il comando di Duguay-Trouin, che penetrò nella baia il 12 settembre 1711, e la città, presa dalle milizie francesi, dovette pagare un enorme riscatto per non esser distrutta. Solamente sotto Giuseppe I, essendo ministro il marchese de Pombal, Rio de Janeiro divenne capitale del Brasile e residenza dei viceré; là si stabilì la famiglia reale quando nel 1808 sfuggì all'esercito napoleonico che invase il Portogallo, e là, dopo la morte di Maria I, fu proclamato re Giovanni VI (1816), il cui figlio Pedro I nel 1822 proclamava l'indipendenza del Brasile, scegliendo la città per capitale del nuovo impero.