RINOSCOPIA (dal gr. ῥίς "naso" e σκοπιά "visione")
Si designa con tal nome un insieme di manovre che si compiono per esplorare l'interno delle fosse nasali. Si distingue una rinoscopia anteriore, da una posteriore. Con la prima, che si compie dal lato delle narici, si esamina la cavità nasale dall'avanti, per rendersi conto delle particolarità morfologiche delle fosse nasali e delle eventuali alterazioni che possono esistere a carico di esse. La rinoscopia posteriore, si pratica invece, come lo indica il nome, dall'indietro e serve soprattutto a informarci sullo stato delle coane, della coda dei turbinati e sulle condizioni del cavo rino-faringeo. Gli esami rinoscopici anteriore e posteriore sono entrati nella pratica dalla metà circa del secolo scorso e hanno segnato una tappa fondamentale nel cammino della scienza rinoiatrica, perché hanno permesso di renderci conto de visu dello stato delle cavità nasali.
Per eseguire la rinoscopia anteriore s'introduce nelle narici uno speciale speculum bivalve, col quale si divaricano le pinne nasali. Mediante uno specchio concavo (frontale o a mano) si proiettano quindi nell'interno delle fosse nasali dei raggi luminosi, opportunamente riflessi da una lampada posta a fianco del soggetto in esame, all'altezza del capo. In cambio della luce indiretta si può usare quella diretta, ottenuta da uno dei varî modelli di fotofori frontali, che si trovano in commercio. Per praticare la rinoscopia posteriore occorre sostituire lo speculum con un piccolo specchietto piano, di forma rotonda, che s'introduce nel cavo orale, tenendo la superficie riflettente rivolta verso l'alto. Si fa passare lo specchietto díetro l'ugola e appare così l'immagine dello spazio rinofaringeo.