RINALDO di Dassel
Arcivescovo di Colonia e cancelliere imperiale, della casa dei sassoni conti di Dassel, nato intorno al 1120, morto nei pressi di Roma nel 1167. Dopo avere studiato a Parigi, divenne nel 1148 preposito del famoso monastero di Hildesheim e dalla metà del secolo in poi, ancora in giovane età, appare in primo piano nella vita politica, così ricca d'eventi, della Germania del tempo di Federico I Barbarossa. Profondamente devoto alla causa dell'impero, abile, prudente, tenace, egli assurse così ai posti di maggiore responsabilità al seguito del grande imperatore, presso il quale rappresentò sempre il partito dei principi tedeschi più intransigente nel difendere i diritti e le prerogative dell'impero, contro la Chiesa e i comuni italiani. Cancelliere dell'impero fino dal 1156, nel 1158 fu inviato insieme con il conte palatino Ottone di Wittelsbach a preparare la discesa dell'imperatore in Italia. Fu allora che s'impadronì delle Chiuse dell'Adige e costrinse a prestare il giuramento di fedeltà all'impero Verona, Ferrara, Modena, Ravenna, Ancona, Piacenza. E quando si delineò l'urto tra Milano e l'impero, R., che era stato nominato nel frattempo arcivescovo di Colonia (1159) ed era andato in Germania a prendere possesso della sua cattedra, portò a Federico quelle nuove forze che gli permisero, pur con formidabile sforzo, di soggiogare l'eroica Crema. Sostenitore fedele dei diritti imperiali anche contro Roma, fu uno dei maggiori fautori dell'antipapa Vittorre IV e nella campagna del 1162 fu tra i più validi sostenitori della lotta contro Milano. Dopo la resa anzi, con odio implacabile, contribuì a spegnere nell'imperatore ogni sentimento d'indulgenza verso i vinti.
Da allora la sua potenza in Italia divenne tale da essere quasi considerato il sostituto stesso dell'imperatore. Morto infatti Vittorre IV, egli procedé subito, come legato imperiale, alla elezione del nuovo antipapa, Pasquale III, e dopo essere già stato l'abile tessitore, nel 1162, delle trattative, poi fallite, che miravano a staccare il re di Francia Luigi VII dall'obbedienza a Roma, fu nel 1165 l'intermediario che trattò di una possibile alleanza contro Alessandro III tra l'imperatore e Enrico II d'Inghilterra. Legato strettamente alla fortuna di Federico, egli fu uno degli artefici maggiori del suo trionfo nel 1167, quando, insieme con Cristiano di Magonza, sconfisse a Monteporzio i Romani e riuscì ad aprire all'imperatore le porte di Roma. Ma morì di lì a poco nell'epidemia che decimò l'esercito tedesco, e ne spinse i resti scompigliati in affrettata fuga verso le Alpi.
Bibl.: K. Schambach, Fortschungen zur Geschichte R. v. D. als Domherr von Hildesheim, in Zeitsh. des hist. Vereins für Niedersachsen, 1913; U. Balzani, Italia, Papato e Impero nel sec. XII, Messina 1930.