DE RINALDIS, Rinaldo (Aldo)
Figlio di Bartolomeo - scrittore e polemista politico - e di Violante Baldizzani, nacque a Napoli il 18 febbr. 1881. Dopo un iniziale indirizzo di studi matematicofilosofici si orientò ben presto verso la ricerca storico-artistica. Fu assunto come avventizio il 1º ott. 1905 presso il Museo di S.Martino a Napoli. Dal 1908 lavorò presso il Museo nazionale di Napoli, dove intraprese il riordinamento della Pinacoteca e la catalogazione dei dipinti e delle medaglie dei secoli XV e XVI. In questi anni iniziali della sua attività professionale partecipò attivamente all'ambiente culturale napoletano, stringendo rapporti di amicizia con B. Croce, G. Papini, G. Prezzolini e G. Amendola col quale diede vita alla rivista Prose (1907-08), di cui il D. fu redattore responsabile. In questo stesso periodo scrisse le sue prime opere di critica storico-artistica e di filosofia dell'arte secondo le istanze neoidealiste e portò a termine approfonditi studi sulla pittura napoletana. Tra il 1919 e il 1922 rifondò, insieme con lo storico napoletano G. Ceci, la rivista d'arte Napoli nobilissima, che continuò poi a dirigere negli anni successivi. In questi stessi anni iniziò regolare attività di pubblicista per il Bollettino d'arte. Nel 1930, trasferito a Roma, presso la soprintendenza alle Gallerie, fu dapprima alla direzione della Galleria Corsini (1931); in seguito, divenuto direttore di I classe, fu direttore della Galleria Borghese (1933), curando di entrambe la pubblicazione del catalogo.
All'inizio del suo incarico presso la Galleria Borghese guidò il restauro della Giovane donna con liocorno, considerandola opera di Raffaello, secondo la segnalazione di R. Longhi. Intervenne inoltre nella sistemazione della collezione sfoltendo le opere esposte, raggruppandole per scuole e ricoprendo le pareti con velluti scuri e tende così da favorire la concentrazione dello spettatore sulle singole opere debitamente evidenziate secondo il concetto espositivo di "galleria di capolavori" (cfr. Della Pergola, 1955).
Negli stessi anni collaborò ampiamente all'Enciclopedia Italiana con numerose voci, in particolare sulla pittura napoletana dei secc.XVII-XIX (si veda l'elenco nell'Archivio dell'Istituto dell'Encicl. Ital. a Roma); nel 1937 curò la pubblicazione e in seguito l'acquisto da parte dello Stato di duecento lettere di Salvator Rosa, quasi tutte inedite (cfr. Accademie e biblioteche d'Italia, XI [1937], pp. 230-246). Dal 1941 ricoprì la carica di soprintendente alle Gallerie ed alle Opere d'arte medioevali e moderne del Lazio adoperandosi in modo particolare durante la guerra per la loro protezione e trasferimento.
Morì quasi cieco, dopo una lunga malattia, a Roma il 27 luglio 1948.
Dalle prime opere, Dell'idea di decadenza nell'arte italiana, Napoli 1907, e La conscienza dell'arte, ibid. 1908, emerge il suo pensiero estetico che si pone come mediatore delle opposte tendenze dello storicismo e dell'estetismo prevalenti nel panorama degli studi del tempo. Un superamento di queste posizioni è, secondo l'autore, nel fatto che in arte l'individuo è tutto e che la valutazione estetica si deve basare soprattutto sulla comprensione del valore lirico dell'opera e dei segreti moti dello spirito dell'artista, secondo le istanze crociane. Da questa posizione derivò una accesa polemica con A. Venturi (cfr. La conscienza dell'arte, pp. 72 s.), accusato di non aver rappresentato sufficientemente nella sua storia l'artista creatore come emergente rispetto al contesto storico e di aver dato un'interpretazione meccanica e materialistica dell'arte come evoluzione di forme e temi specifici.
L'interesse del D. per il dannunzianesimo e la cultura del decadentismo europeo si rivela nelle traduzioni da W. Pater per l'editore Ricciardi: IlRinascimento, Napoli 1912, e Ritratti immaginari, ibid. 1913. Un elenco dei suoi numerosissimi studi storico-artistici è pubblicato nel necrologio di Lavagnino del 1948. Tra i più significativi: Bernardo Cavallino, Napoli 1909; Storia dell'opera pittorica di Leonardo da Vinci, Bologna 1926; La pittura del '600 nell'Italia meridionale, Verona 1929; Gioacchino Toma, Milano 1934; Simone Martini, Roma 1938; L'arte in Roma dal '600 al '900 edito dall'Istituto di studi romani, Bologna 1948, e infine il testo Memoria visiva, Napoli 1950, con prefazione di B. Berenson (pp. 7-10). Curò inoltre i seguenti cataloghi: La R. Pinacoteca del Museo nazionale di Napoli, Napoli 1911; Medaglie dei secoli XV e XVI nel Museo nazionale di Napoli, ibid. 1913; La Galleria nazionale d'arte antica in Roma, Roma 1932; La Galleria Borghese, ibid. 1935.
Fonti e Bibl.: Presso la famiglia: "Recensioni e commemorazioni di A. D." (ivi v. anche E. Lavagnino, Commemorazione, datt. inedito della conversazione del 13 genn. 1950 alla sala Borromini); E. Lavagnino, necrol. in Bollettino d'arte, XXXIII (1948), pp. 258 s.; M. Maggi, Un'intervista con A. D., in La Festa, XIII (1935), 10, p. 149; Enc. biogr. e bibl. ital., s. 4, S. Lodovici [S. Samek Ludovici], Storici, teorici e critici delle arti figurative (1800-1940), Roma 1942, pp. 136 s.; F. Bellonzi, Ricordo di A. D., in Notiziario della scuola e della cultura, VI (1951), 2-3, p. 12; P. Della Pergola, Galleria Borghese, Roma 1955, I, pp. 9 s.