FOGLIANO (Fogliani), Rinaldo da
Nacque nel secondo decennio del sec. XV dalle nozze di Lucia da Torsciano, gia concubina di Muzio Attendolo e madre di Francesco Sforza, con il milite e nobile ferrarese Marco di Neri.
La data di nascita del F. si deve supporre posteriore al 1411. Dopo questa data infatti l'Attendolo volle accasare Lucia da Torsciano e scelse Marco da Fogliano, suo compagno d'armi e membro di un antico casato di tradizioni cittadine e signorili, originario di Reggio Emilia. Da questo matrimonio nacquero Rinaldo, Corrado e Bona Caterina, che andò sposa a Troilo de Muro da Rossano.
L'infanzia del F. trascorse a Ferrara, in seno alla propria famiglia, dove anche Francesco Sforza, suo fratellastro, veniva educato. La famiglia, benché decaduta rispetto al passato, era tra le più eminenti in città, e vicina alla corte estense.
La breve vicenda biografica del F. è poco nota, se si eccettuano gli eventi relativi ai suoi ultimi anni di vita e le circostanze tragiche della sua morte: visse nell'ombra di Francesco Sforza, e proseguì con ogni probabilità le tradizioni militari della famiglia paterna.
All'inizio del 1443 il papa Eugenio IV e Alfonso d'Aragona strinsero alleanza per scalzare il dominio del conte Sforza nella Marca. Contrastato dall'esercito aragonese, da Niccolò Piccinino e dalle milizie pontificie, lo Sforza decise di puntare sulla fortificazione delle maggiori città, e vi pose presidi armati. In ognuna di esse nominò dei governatori di sua stretta fiducia. Ad Ascoli inviò il F., assistito e sostenuto da una guarnigione armata di fanteria capeggiata da Giovanni Attendolo.
Fin dal febbraio di quell'anno il F. viene indicato nei documenti notarili come governatore della città. Relative a questi mesi sono alcune sue brevi missive, nelle quali si firma "Raynaldus Fortia Comes". Sono indirizzate principalmente al segretario del conte, Cicco Simonetta, e riguardano la situazione della città di Ascoli, che si intuisce assai instabile e gravida di sviluppi negativi. Per assicurarsi il potere lo Sforza aveva messo al bando parecchi cittadini, ciononostante gran parte della popolazione era contraria al suo governo. La città soffriva la fame e la carestia, poiché i rifornimenti di grano e di derrate giungevano irregolarmente. Nell'autunno del 1443 l'esercito aragonese pose l'assedio ad Ascoli sperando di ottenere aiuto dalle fazioni contrarie allo Sforza, ma l'impresa fallì.
Il governo del F. ad Ascoli continuò per tutto il 1444 e il 1445. Ma il dominio dello Sforza e dei suoi ufficiali, imposto con la forza alla cittadinanza, diventava sempre più malvisto, anche per l'aggravarsi delle imposizioni fiscali, necessarie a finanziare le campagne di guerra.
Nel luglio 1445 Francesco Sforza fece assassinare a Iesi Gioacchino Saladini, uno dei più cospicui cittadini ascolani. Il conte sperava così di sedare le inquietudini interne; ma al contrario l'assassinio fu la scintilla della rivolta: il 9 agosto scesero in città truppe mobilitate da alcuni signori del contado, e il 10 il popolo di Ascoli insorse.
Forse la rivolta avrebbe potuto essere repressa se in aiuto degli insorti non fosse arrivato un contingente dell'esercito sforzesco, guidato da Baldovino Mauruzi da Tolentino, che era parente del Saladini. Di questi eventi, che significavano la fine della dominazione sforzesca ad Ascoli e l'inizio del crollo dell'intera dominazione sulla Marca, il F. fu la vittima principale. I rivoltosi, istigati dai capifazione e dagli agenti papali, si diressero verso il palazzo del governo e trucidarono il F., insieme con tre suoi famigli, e con una ventina di altre persone tra mercenari, servi e pochi cittadini ascolani accorsi in aiuto del governatore.
Con la sua tragica morte, il F., ancora giovanissimo, aveva pagato la durezza e gli eccessi di un regime militare senza futuro.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano, Carteggio del conte Sforza, bb. 25-27: lettere del F. e di altri officiali di stanza ad Ascoli, 1445; G. Simonetta, Rerum gestarum Francisci Sfortiae commentarii, a cura di G. Soranzo, in Rerum Ital, Script., 2 ed., XXI, 2, ad Indicem; P. C. Decembrio, Vita Francisci Sfortiae quartiLigurum ducis, a cura di A. Butti - G. Petraglione - F. Fossati, ibid., XX, I, pp. 500, 532; Cronache della città di Fermo, a cura di G. De Minicis, Firenze 1870, p. 89; P. Compagnoni, La reggia picena, Macerata 1661, p. 353; G. Fabiani, Ascoli nel Quattrocento, I, Ascoli Piceno 1950, p. 76 n. 80; F. Cognasso, Il Ducato visconteo da Gian Galeazzo a Filippo Maria, in Storia di Milano, VI, Milano 1955, pp. 352, 362; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s. v.Fogliani, tav. III.