BARBETTI, Rinaldo
Nacque a Siena, da Angiolo, il 29 marzo 1830 e, giovinetto, si trasferì col padre in Firenze dove si applicò all'oreficeria. In seguito il padre, che aveva ampliato il suo laboratorio di mobili artistici, lo fece entrare nell'a:tienda di famiglia.
L'insistente richiesta di mobili intagliati per L'italia e per l'estero, richiesta condizionata dal gusto neo-classico e neorinascimentale, occupava totalmente il laboratorio Barbetti, e qui il B., per l'eleganza formale con cui - esperto del bulino - scolpiva il legno, divenne il vero e degno continuatore dei Del Tasso e dei Barili. L'elemento decorativo è in lui più equilibrato che nelle opere del padre per quel senso architettonico d'insieme che ebbe peculiare, evitando l'affastellamento delle figure e dei fregi. Documento, ancora, delle sue qualità nel disegno, ma anche del gusto dell'epoca, sono i biglietti da cento e cinquecento lire del Regno d'Italia, in corso fino all'ultimo decennio del sec. XIX, da lui disegnati.
Il suo apprendistato da orafo lo rendeva particolarmente abile nei lavori minuti, come i ventinove scomparti - con storie religiose di imitazione trecentesca, alternate a fregi, simboli e ornati - della porta lignea della cappella di S. Donato ordinatagli dal principe Anatolio Demidoff (1855) e presentata a Firenze nell'esposizione italiana del 1861.
Già dieci anni innanzi un bassorilievo rappresentante La morte di Filippo, re di Macedonia era stato premiato all'esposizione di Londra. Tra le sue opere (delle quali molte oggi non rintracciabili) sono: una copia in legno di pero della Loggia della Signoria in Firenze, con le statue in avorio (1854); un padiglione con due letti per Ferdinando di Lorena in palazzo Pitti (1857); un modello (ora all'Opera del Duomo) della facciata di S. Maria del Fiore (1864); un Trionfo di Apollo e delle Muse (1873) in argento da servire come piede per un tavolo, dono di Vittorio Emanuele II alla zarina. Nel periodo 1879-1888 fece a Londra un salotto per casa Flower e la biblioteca di casa Rothschild; nel 1882 gli fu commissionato il gabinetto del presidente della Camera a Montecitorio.
Non va dimenticato un gruppo in noce con Ganimede rapito da Giove informa di aquila (1849), molto lodato dai contemporanei; un inginocchiatoio, oggetti sacri, una croce in bossolo (1851, per commissione del principe Demidoff, per le cui ville di Pratolino e S. Donato eseguì importanti lavori di arredamento); una copia del David di Michelangelo e un modello del campanile di Giotto, nonché sei bassorilievi con Scene del Vecchio Testamento per la chiesa del Collegio di Nottingham (1875).
Morì a Firenze il 31 luglio 1904.
Anche il fratello RAFFAELLO, nato a Siena nel 1828, godette di una qualche notorietà, seppur minore di quella di Rinaldo; egli si presentò col proprio nome alle Esposizioni di Londra (1851) e di Firenze (1861) ed ottenne riconoscimenti ufficiali per una tazza scolpita a bassorilievo di cedro del Libano, per oggetti sacri e per una artistica cornice.
Si ignorano il luogo e la data della sua morte.
Bibl.: S. Fioretti, L'esposiz. ital. del 1861,Firenze 1864, fasc. 23, p. 19; D. C. Finocchietti, Della scultura in legno,in L'arte in Italia, I (1869), pp.113 s.; Id., Della scultura e tarsia in legno,Firenze 1873, p. 210, ill.221-228; P. P.Cocchi, Intorno ad Angiolo e R. B.,Firenze 1879; C. Da Prato, Firenze ai Demidoff...,Firenze 1886, pp. 395, 400, 403; A. De Gubernatis, Diz. degli artisti ital. viventi, Firenze 1889, V, p. 33 S.; U.Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 471; Encicl. ital., VI, pp.142 s.;E. Bénézit, Dict... des peintres..., I, Paris 1948, p. 389.