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rimembrare

di Andrea Mariani - Enciclopedia Dantesca (1970)
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rimembrare [rimembre, in rima, indic. pres. Il singoli.]

Andrea Mariani

Provenzalismo; vale " ricordare ", in senso lato, e come per questo, anche per r. gli usi sono diversi, a quanto dimostrano le occorrenze in prosa: in Cv IV V 17 è transitivo (rimembrando la vita); intransitivo pronominale in IV XXVIII 11 la nobile anima... rivolvendo la sua memoria... si rimembra de le sue diritte operazioni; impersonale in Vn XXXIII 5 1 (Quantunque volte, lasso!, mi rimembra / ch'io non debbo...); in XXXVII 2 ha valore causativo: io la vi pur rimembrerò molto spesso, " io ve la rammenterò continuamente ".

Quest'alternanza di usi, cui talvolta corrispondono lievi differenze di valore, si ritrova nelle più numerose occorrenze in poesia. L'uso transitivo è il più frequente: Rime dubbie XVI 14 quella amorosa / vista... rimembrar (il senso equivale al valore che il Buti attribuisce a ‛ memorare ' nella chiosa a Pd XXIX 81: " non è altro che ‛ reducere nella fantasia le spezie visibili, che 'l senso del viso, o vero dell'audito, concepe ' "); Pg VI 145 del tempo che rimembre (" del tempo che ti ricordi ", Lombardi; la rima in -embre, oltre che in questo luogo [con novembre e membre], si ha soltanto in If XXIX 47-51 settembre insembre / membre); XIV 104 Non ti maravigliar s'io piango ... / quando rimembro... / Ugolin d'Azzo... (qui, più che " ricordare ", il verbo varrà " nominare ", " far menzione ", " rievocare il nome "; cfr. Buti, Serravalle), e XXXI 99 nol so rimembrar, non ch'io lo scriva (" la memoria non basta a raccapezzare l'idea di cosa sopra natura: e via meno si può assembrar in parole ", Cesari). Non dissimile l'uso di r. in Pd XXIII 45 che si fesse rimembrar non sape, e anche in Pg XXVIII 49, dove però l'oggetto del ricordo è rappresentato da un'interrogativa indiretta: Tu mi fai rimembrar dove e qual era / Proserpina (il valore causativo è qui espresso con l'aiuto del verbo ‛ fare ', e non dal solo r., come in Vn XXXVII 2).

È intransitivo pronominale in If XVI 12 Ancor men duol, pur ch'i' me ne rimembri, impersonale in If XI 79 Non ti rimembra di quelle parole, e XXVIII 73 rimembriti di Pier da Medicina; quest'uso si ritrova in Fiore CXLV 10 i' son trista quand'e' men rimembra. infine è usato assolutamente in Pd III 61 però non fui a rimembrar festino: i commentatori antichi sottintendono un oggetto che appare superfluo (" velox ad refigurandum te ", Benvenuto); in realtà al v. 63 anche il sinonimo raffigurar è usato assolutamente (e cfr. Fiore CLIV 8 il cuor mi ne trasale / quand'i' rimembro). Il verbo è all'infinito, con valore di sostantivo, in Pd XXX 26 lo rimembrar del dolce riso, " memoria dulcis laetitiae beatricis " (Benvenuto). Cfr. Pg XXIII 117, in cui l'infinito sostantivato è ‛ memorare '.

Vedi anche MEMBRARE; memorare; rememorare.

Vocabolario
rimembrare
rimembrare v. tr. [dal fr. remembrer, che è il lat. rememorari, der. di memor «memore»] (io rimèmbro, ecc.), letter. – 1. Ricordare, avere presente o rievocare nella propria memoria: non ti rimembra Che questo è privilegio degli amanti...
rimembranza
rimembranza s. f. [dal fr. remembrance, der. di remembrer «rimembrare»], letter. – Il fatto di rimembrare, di avere presente o rievocare nella propria memoria: la puntura de la r. (Dante); cominciò a poco a poco a tornarci più di rado,...
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