rilocalizzazione
s. f. Il riportare personale o servizi precedentemente esternalizzati o delocalizzati nel luogo nel quale si trovavano originariamente.
• «in Europa ‒ prosegue [Luciano Fratocchi] ‒ l’Italia rappresenta il 60% di tutte le “rilocalizzazioni”». Numeri ancora piccoli ma secondo il team di ricerca di Fratocchi la strada è segnata. Tanto che alcuni paesi come la Francia hanno già adottato una normativa che facilita le rilocalizzazioni, l’Olanda sta studiando una legge ad hoc e lo stesso sta preparando la Germania. (Christian Benna, Repubblica, 9 settembre 2013, Affari & Finanza, p. 8) • Lo stesso governo irlandese ha preannunciato ricorso, perché non vuole che queste decisioni comportino una rilocalizzazione delle multinazionali; infatti un quinto di tutti gli occupati irlandesi lavorano nelle multinazionali. (Enrico Marelli, Giornale di Brescia, 1° settembre 2016, p. 9, Commenti e opinioni) • Quante probabilità ci sono che l’Italia si avvantaggi del trasferimento da Londra di operatori finanziari e istituzioni internazionali? «Di sicuro ci sarà una rilocalizzazione dei servizi finanziari. Il governo pensa che Milano possa essere una sede interessante, per tante ragioni di ospitalità della città ma anche di convenienza» (Pier Carlo Padoan intervistato da Andrea Bassi e Luca Cifoni, Messaggero, 16 aprile 2017, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dal s. f. localizzazione con l’aggiunta del prefisso ri-.
- Già attestato nel Corriere della sera del 26 marzo 1992, p. 25, Economia.
> reshoring.