RILIEVOGRAFIA
. È l'arte di ottenere modelli o rilievi sui metalli, sul legno, sul vetro, su amalgame, su cartapesta, cartone, celluloide, cera, ceralacca, gelatina, gesso, ecc., sia con la colatura, sia con la compressione, sia con l'incisione chimica. Si possono ottenere rilievi anche per via fotografica, e a tale applicazione si dà il nome di fotorilievografia o fotografia in rilievo.
La fotorilievografia si basa sulla scoperta del Poitevin, per cui uno strato di gelatina bicromatata, dopo l'esposizione alla luce, perde parzialmente la proprietà di gonfiarsi in acqua fredda, e proporzionatamente alla quantità di luce che ha agito su tale strato. Se si tratta di ottenere rilievi di soggetti a tratti, il metodo è relativamente facile; ma presenta considerevoli difficoltà per rilievi d'immagini modellate. In nessun caso, però, si può arrivare a rilievi considerevoli; e solo si può raggiungere, con procedimenti speciali, qualche millimetro. Particolare cura deve essere data al disegno da modellare, specie se si tratta di disegni a chiaroscuro. Occorre che il disegnatore prescinda dai criterî abituali per l'esecuzione dei proprî disegni, non preoccupandosi né d'illuminazione né di ombre né di colori, ma preoccupandosi soltanto della corrispondenza dell'entità del disegno con l'entità del rilievo da ottenersi.
Da un disegno così fatto viene eseguito un negativo di notevole intensità e ricco di contrasti, che si stampa sotto una lastra di cristallo o di metallo rivestita di gelatina bicromatata. Dopo la stampa, la lastra viene posta in acqua fredda, meglio se lievemente acidulata con l'1% di acido solforico; si ottiene così il rilievo, e lo si stabilizza con l'immersione in una soluzione di allume a una discreta concentrazione. Dopo di che si può passare all'rsecuzione di controstampi di cera, di gesso, ecc., con i soliti sistemi.
Il processo di fotorilievografia può assumere una certa importanza nell'industria di oggetti di metallo di ornamento e di lusso; in quella della ceramica per ottenere disegni incavati su pasta ceramica, riempiendo poi le cavità con pasta vetrificabile colorata; nella fabbricazione di stampi di metallo per l'impressione in rilievo su fogli di celluloide, di carta o di cartoncino; nella fabbricazione di timbri di gomma; nella filogranatura a secco della carta.
Bibl.: R. Namias, La fotografia in rilievo, Milano 1915.