ridesharing
(ride sharing), s. m. inv. Condivisione di un passaggio in automobile, su richiesta di chi ne usufruisce e dietro remunerazione di un compenso in denaro.
• in India le app di ridesharing (Uber compresa) si sono rivolte ai risciò, o meglio agli autorisciò, la versione motorizzata a tre ruote dei caratteristici mezzi indiani. (Luciano Capone, Foglio, 9 ottobre 2015, p. I) • La «cura dimagrante» decisa dai vertici dell’azienda con quartier generale a Wolfsburg comprende anche una riduzione dei modelli e delle configurazioni offerte ai clienti: l’obiettivo finale di questi sacrifici è far crescere la produttività del 25% e il rendimento finanziario, puntando anche alla creazione di 9 mila nuovi posti nei settori dei veicoli elettrici e della digitalizzazione e per sviluppare servizi come carsharing e ridesharing. (Fulvio Fulvi, Avvenire, 19 novembre 2016, p. 22, Economia & lavoro) • Il problema della piattaforma di «ride sharing» è come influenzare non solo le scelte dei consumatori, ma anche quelle della forza lavoro laddove non avendo dipendenti non può teoricamente imporre nulla. Ogni autista può guidare quando vuole, dove vuole e quanto vuole. Non ci sono obblighi come contraltare del fatto che non ci sono sostanzialmente diritti. (Massimo Sideri, Corriere della sera, 4 aprile 2017, p. 23, Cronache).
- Espressione inglese composta dai s. ride ‘passaggio, strappo’ e sharing ‘condivisione’.
- Già attestato nella Repubblica del 2 settembre 2014, Firenze, p. I (Gerardo Adinolfi e Laura Montanari).