RICORDI
Famiglia di editori musicali. Fondatore della casa fu Giovanni, nato a Milano nel 1785, morto ivi il 15 marzo 1853. Conoscitore appassionato della musica e abile copista, s'indusse ad adottare un mezzo meccanico di riproduzione; all'uopo si recò nel 1807 a Lipsia presso la ditta Breitkopf e Härtel e ne ritornò ben presto in possesso dell'arte d'incidere la musica su lastre di piombo e di stamparla con un torchio calcografico, cosicché l'8 gennaio 1808 poteva pubblicare il primo pezzo da lui stesso inciso. Nel 1812 aveva conosciuto Rossini e ne era diventato, oltre che intimo amico, editore delle opere; pubblicò pure musiche di Bellini, Donizetti, Mercadante, Pacini. Ebbe il merito di riconoscere assai presto il genio di Verdi, di cui acquistò la prima opera lirica, Il Conte di S. Bonifacio; da allora in poi egli e i successori furono gli editori quasi esclusivi del maestro. Nel 1842 fondò la Gazzetta musicale. Lasciò alla sua morte una floridissima casa editrice con officina in Via Omenoni e con negozio di fianco al Teatro della Scala.
Il figlio di lui Tito, nato a Milano il 29 ottobre 1811, morto ivi il 7 settembre 1888, fino dal 1828 collaboratore del padre, gli succedette nella proprietà e direzione dell'azienda, cui diede nuovo impulso, introducendovi moderni e potenti macchinarî, aprendo succursali, curando la dignità delle edizioni (circa 45.000 numeri nel catalogo del 1875). Risultata insufficiente la vecchia officina di Via Omenoni, fu eretto un nuovo stabilimento sul Viale di Porta Vittoria. Nel 1888, sotto la nuova ragione "Stabilimento G. Ricordi e C." veniva assorbita la ditta Francesco Lucca, cosicché per il numero delle pubblicazioni, portato a 100.000, la casa Ricordi divenne la più importante del mondo.
Suo figlio Giulio, nato a Milano il 19 dicembre 1840, morto ivi il 6 giugno 1912, entrò nel 1859 come ufficiale nell'esercito piemontese e fece la campagna del '60 guadagnandosi due medaglie al valore. Ma doveva lasciare la carriera militare per collaborare col padre, affetto da grave infermità e che nell'ottobre 1887 dovette ritirarsi completamente dagli affari. Sotto di lui la casa Ricordi proseguì nel cammino ascensionale: le composizioni pubblicate superano nel 1908 i 112.000 numeri. Anche lo stabilimento di Porta Vittoria si rivelò inadeguato ai nuovi bisogni e si dovette costruire lo stabilimento di Viale Lombardia (1910). Giulio fu egli stesso compositore e scrittore elegante sotto lo pseudonimo di G. Burgmein. La Gazzetta musicale, da lui diretta e redatta, si fuse nel 1903 con Musica e musicisti e divenne nel 1906 Ars et Labor.
Gli successe il figlio Tito, nato a Milano il 17 maggio 1865, morto ivi il 30 aprile 1933, che nel 1919 si ritirò dagli affari. La casa continuò sotto la gerenza di C. Clausetti e di R. Valcarenghi. Recentemente è stato dato grande impulso alle pubblicazioni didattiche presentate in varie lingue, e adottate da un grandissimo numero d'istituti. Si è iniziata la pubblicazione di una poderosa opera storica, Istituzioni e monumenti dell'arte musicale italiana. Nel 1933 le pubblicazioni della casa hanno sorpassato il numero di 123.000. Dal 1918 essa pubblica la rivista Musica d'oggi.
Bibl.: Ars et Labor (supplemento straordinario per il 1° centenario della casa editrice R., 1808-1908); ibid. (in memoria del suo direttore Giulio R., 19 dicembre 1840-6, giugno 1912); C. Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, II, Milano 1929, pp. 368-70; B. Gutierrez, Un capitolo di storia del Risorgimento in un copialettere (di G. R.), in Miscell. di studi lombardi in onore di E. Verga, ivi 1931, pp. 133-168; G. Adami, G. R. e i suoi musicisti, ivi 1933.