ricorcarsi
Genericamente, " coricarsi di nuovo "; e fra tutti gli usi della base ‛ coricarsi ' il verbo si ricollega al senso di " tramontare " che ‛ coricarsi ' assume riferito al sole o alla luna.
In Pg X 15 lo scemo de la luna / rigiunse al letto suo per ricorcarsi, la luna era giunta " ad occasum... causa collocandi se, quia, quando disparet nobis in occasu, videtur quasi ire pausatum ad lectum suum " (Benvenuto); il Buti nota che D. " parla secondo li volgari che diceno che la Luna e lo Sole si coricano, quando passano lo nostro orizzonte ".
Si noti che D., obbedendo al suo rigore di coerenza fantastica, " chiama letto, per un facile traslato, quella parte del cielo nel quale, tramontando, pare che la luna vada a giacere " (Steiner).
La presenza anche in Pg VIII 133 della coppia ‛ ricorcarsi '-‛ letto ' ('l sol non si ricorca / sette volte nel letto che 'l Montone / con tutti e quattro i piè cuopre e inforca) potrebbe far pensare che anche in questo caso dall'idea dell'astro che tramonta ‛ andando a dormire ' sia derivata quella del letto per indicare il luogo dove si corica. Di altro parere sembra il Porena, che avverte che qui " il letto è espressione figurata per indicare la regione dello zodiaco, in cui si trova l'Ariete. Ritorca è metafora portata da quel letto ". Ma si tratterà di un'unica immagine suggerita dal fatto che l'Ariete " è da moltissimi tempi nelle carte astronomiche effigiato in attitudini di coricamento sì che la parte inferiore del ventre posa sull'eclittica... e con le ripiegate zampe inforca e copre questo tratto dell'eclittica " (Antonelli). Conclude il Grabher: " l'Ariete... pur tornando nella tradizionale figura e posizione delle antiche carte astronomiche, muta la stereotipata freddezza della personificazione in una dinamica vita ". Si ricorda che il passo del Purgatorio richiama l'avvio della canzone Io son venuto al punto de la rota, anche nelle parole e nelle rime: per quel che è di ricorca, v. il sol sì corca (v. 2); e v. anche CORICARE; letto.