ROTHE, Richard
Teologo protestante, nato a Posen (odierna Poznań) il 28 gennaio 1799, morto a Heidelberg il 20 agosto 1867. L'educazione illuministica ricevuta nella casa paterna, il suo temperamento sentimentale e ricco di fantasia lo avvicinarono da giovinetto al romanticismo di Novalis. Iniziati gli studî teologici (1817) a Heidelberg e a Berlino, passò nel 1820 nel seminario pastorale di Wittenberg, dove subì l'influsso dei pietisti dell'Erweckunsbewegung, soprattutto di Rudolf Stier e di Friedrich Tholuck. Ma l'esperienza veramente determinante della sua formazione fu il suo soggiorno a Roma (1824-28) in qualità di predicatore presso la legazione prussiana: a contatto con i monumenti più significativi dell'arte classica e cristiana egli imparò a vedere il fatto cristiano nei suoi aspetti più umani e universali. Chiamato nel 1828 a insegnare nel seminario di Wittenberg, il corso di storia del cristianesimo da lui tenuto rappresenta il concretarsi della sua concezione storico-teologica. Nel 1837 passò a Heidelberg, in qualità di professore e di direttore del nuovo seminario, e a Heidelberg rimase tutta la vita, salvo una parentesi di quattro anni (1849-54) trascorsa a Bonn. Nonostante la sua posizione assolutamente conservatrice in materia di critica biblica, aderì, negli ultimi anni della sua vita, al Protestantenverein.
R. fu una delle personalità più influenti del protestantesimo tedesco verso la metà del secolo XIX anche per la profondità e ricchezza della sua personale esperienza religiosa, per la sua fede sincera ed entusiastica nel soprannaturale. Il sistema teologico-storico del R. poggia soprattutto sulla sua affermazione degl'inscindibili rapporti tra il fatto religioso e il fatto etico e sulla sua accettazione integrale della Bibbia come fondamento della rivelazione. Animato da uno spiritualismo mistico, che egli deriva specialmente dalla teosofia, le sue opere più significative sono soprattutto un tentativo di ricostruire il processo di spiritualizzazione dell'uomo e del mondo, pur rimanendo nel quadro dell'interpretazione teologica tradizionale. Postosi il problema dei rapporti fra il cristianesimo primitivo e l'ulteriore sviluppo della storia cristiana, egli afferma che se l'organizzazione del cristianesimo in un complesso ecclesiastico indipendente ha rappresentato storicamente una necessità, essa non è congeniale all'essenza del cristianesimo. Quando gli uomini giungeranno al pieno sviluppo della loro natura spirituale non sarà più necessaria una separazione fra vita religiosa e vita morale e lo stato cristiano soppianterà definitivamente la Chiesa.
Del R. cfr. soprattutto: Die Anfänge der christlichen Kirchen und ihrer Verfassung (Wittenberg 1837); Theologische Ethik (2ª ed. a cura di H. J. Holtzmann, voll. 5, ivi 1869-71); Gesammelte Vorträge und Abhandlungen (a cura di Fr. Nippold, Berlino 1886).
Bibl.: A. Hausrath, R.R., und seine Freunde, voll. 2, Berlino 1902-06; id., R. R.s spekulatives System, ivi 1899; e inoltre la bibl. citata in H. Gunkle e L. Zscharnack, Rel. in Geschichte und Gegenwart, 2ª ed., Tubinga 1930, IV, coll. 2117-20.