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Rorty, Richard

Dizionario di filosofia (2009)
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Rorty, Richard


Filosofo statunitense (New York, 1931 - ivi 2007). Laureatosi nel 1956 a Yale, dal 1961 al 1981 insegnò alla Princeton University e dal 1982 alla University of Virginia (Charlottesville). Formatosi nella tradizione della filosofia analitica, di cui ha inizialmente utilizzato gli strumenti intervenendo in modo originale nel dibattito mente-cervello, R. se ne è successivamente allontanato, elaborando una sua peculiare posizione in cui confluiscono motivi pragmatisti ed ermeneutici continentali. La filosofia analitica non è altro, secondo R., che una versione aggiornata delle teorie della conoscenza cartesiana, lockiana e kantiana, alle quali risalirebbe l’immagine della mente come una sorta di specchio in grado di rappresentare la realtà. Pur avendo sostituito il linguaggio alla mente, i filosofi analitici ‒ con le eccezioni di Wittgenstein, Sellars, Quine e D.H. Davidson ‒ si sarebbero infatti mossi nel solco della tradizione «rappresentazionalista», perseguendone gli scopi fondazionalisti con la ricerca di principi immutabili in grado di garantire le condizioni di validità delle rappresentazioni linguistiche nei vari ambiti conoscitivi. Sostenitore di un radicale antifondazionalismo epistemologico e di uno storicismo incline al relativismo, R. si richiama all’ultimo Wittgenstein, a Dewey, a Kuhn e all’ermeneutica di Heidegger e Gadamer per sottolineare la contingenza delle sistematizzazioni filosofiche e il loro ridursi a niente più che ipostatizzazioni di pratiche sociali storicamente mutevoli. Contestando l’immagine professionale e scientifica che della filosofia hanno dato le principali correnti del Novecento (il neokantismo, la fenomenologia, il neopositivismo e la filosofia analitica), R. ha inoltre auspicato il diffondersi di una «cultura postfilosofica» che, nella varietà dei suoi oggetti di interesse, sia volta non a conseguire improbabili certezze ma a mantenere viva la «conversazione». Un esempio di questa attività postfilosofica è stato fornito da R. con la difesa di un’«utopia liberale» il cui principale obiettivo, la solidarietà umana, sarebbe realizzabile attraverso il mutamento delle convinzioni morali, indotto dai contributi culturali di più varia provenienza, quali la letteratura e il cinema, che più di ogni teoria filosofica sull’essenza umana riescono a sensibilizzarci sulle sofferenze che gli uomini infliggono agli altri uomini. Tra le sue opere principali si segnalano: The linguistic turn (1967), antologia sulla filosofia analitica, a cui R. rivolge le sue obiezioni nell’introduzione dal titolo Metaphilosophical difficulties of linguistic philosophy (trad. it., con altri articoli, in La svolta linguistica); Philosophy and the mirror of nature (1979; trad. it. La filosofia e lo specchio della natura); Consequences of pragmatism (1982; trad. it. Conseguenze del pragmatismo); Contingency, irony and solidarity (1989; trad. it. La filosofia dopo la filosofia); Philosophical papers, 1° vol. Objectivity, relativism, and truth (1991), 2° vol. Essays on Heidegger and others (1991), 3° vol. Truth and progress (1998; trad. it. dei primi 2 voll. Scritti filosofici; trad. it. del 3° vol. Verità e progresso).

Vedi anche
filosofia Attività di pensiero che attinge ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, con l’ambizione di definire le strutture permanenti della realtà e di indicare norme universali di comportamento. 1. Definizioni La filosofia può definirsi come una forma di sapere che, pur nella grande ... Stanley Cavell Cavell ‹këvèl›, Stanley. - Filosofo statunitense (n. Atlanta 1926), dal 1963 ha insegnato estetica nella Harvard University. Influenzato dai filosofi analitici, in partic. dagli esponenti della filosofia del linguaggio ordinario, ha seguito un originale percorso di ricerca (determinato anche dai suoi ... filosofia analitica Orientamento di pensiero sviluppatosi soprattutto in Inghilterra dagli inizi del 20° sec., e volto prevalentemente allo studio del linguaggio nei suoi vari aspetti (scientifici, quotidiani, etici, logici ecc.), privilegiando l’analisi di problemi specifici rispetto all’elaborazione di sistemi ampi e ... Jean-François Lyotard Lyotard ‹liotàar›, Jean-François. - Filosofo francese (Versailles 1924 - Parigi 1998); dopo un periodo di insegnamento nei licei, nel 1968 passò al Centre nationale de la recherche scientifique. Dal 1972 al 1987 fu prof. all'univ. di Parigi VIII; visiting professor in varie università statunitensi. Critico ...
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Vocabolario
postreligioso
postreligioso post-religioso agg. ◆ Il sonno della ragione affolla questo vuoto di incubi e di illusioni. Perché questo, credo, è ciò che le teologie sostitutive, o post-religiose, hanno dimostrato di essere: illusioni. (George Steiner,...
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