Filosofo statunitense (New York 1931 - ivi 2007). Di formazione analitica, ha accolto temi della filosofia del linguaggio, del pragmatismo e dell'ermeneutica, proponendo una filosofia basata sul dialogo e sulla conversazione, volta non al conseguimento di improbabili verità inconfutabili ma alla riduzione delle sofferenze umane.
Prof. alla Princeton University e alla Virginia University, a Charlottsville. Benché interno alla tradizione analitica, ne ha segnalato i limiti e l'esaurimento, mettendone in evidenza soprattutto la continuità con la tradizione filosofica che, almeno, a partire da Cartesio e Kant, ha preteso di individuare i fondamenti della conoscenza, dell'etica e della politica. Sostenitore di un radicale antifondazionalismo in cui confluiscono la riflessione dell'ultimo Wittgenstein, il pragmatismo di Dewey e di Heidegger e Gadamer, ha contestato l'immagine specialistica e professionale che della filosofia hanno teso a dare alcune correnti del Novecento (inclusa quella analitica), proponendo in alternativa una filosofia "edificante" basata sul dialogo e sulla conversazione, che, nella varietà dei suoi oggetti di discorso (l'arte, la scienza, la cultura, la società), sia in grado di alleviare le sofferenze umane più che di offrire verità certe. Opere principali: The linguistic turn (1967), antologia sulla filosofia analitica a cui R. rivolgeva le sue obiezioni nell'introduzione; The philosophy and the mirror of nature (1979; trad. it. 1986); Consequences of pragmatism (1982; trad. it. 1986); Contingency, irony and solidarity (1989; trad. it. La filosofia dopo la filosofia, 1989); Objectivity, relativism, and truth (1991); Essays on Heidegger and others (1991; trad. it., insieme col precedente, in Scritti filosofici, 2 voll., 1993-94); Achieving our country: leftist thought in twentieth-century America (1998; trad. it. 1999); Philosophy and social hope (1999); The future of religion (in collab. con G. Vattimo, 2005; trad. it. 2005); Philosophy as cultural politics (2007).