ERNST, Richard R.
Chimico svizzero, nato a Winterthur (Zurigo) il 14 agosto 1933. Dopo aver conseguito la laurea in ingegneria chimica e poi (1962) il Ph. D. al Politecnico di Zurigo, dal 1963 al 1968 ha lavorato come ricercatore alla Varian Associates di Palo Alto, in California. Ritornato al Politecnico di Zurigo, è stato prima assistente, quindi professore incaricato (1970) e associato (1972); dal 1976 è professore ordinario di laboratorio di Chimica-Fisica.
Le ricerche di E. vertono prevalentemente sui vari aspetti, teorici e applicativi, della tecnica di analisi basata sulla risonanza magnetica nucleare (NMR; v. radiologia medica, App. IV, iii, p. 141).
Durante la permanenza alla Varian E. ha sviluppato (1966) il sistema comunemente indicato come FT-NMR, cioè di risonanza accoppiato alla trasformata di Fourier, che consente di moltiplicare la sensibilità del metodo di spettroscopia NMR, fino allora usato, anche di cento volte.
Dopo il ritorno a Zurigo, E. ha proseguito nelle sue ricerche utilizzando radiofrequenze a impulsi anziché a bande continue, e realizzando (1975-76) una nuova tecnica di spettroscopia NMR bidimensionale (indicata come NMR-2D). La seconda dimensione si può ottenere per es. colpendo la sostanza da analizzare con un secondo impulso, a radiofrequenza, prima che si completi il rilassamento dovuto al precedente impulso. Una trasformata di Fourier fornisce lo spettro normale, una seconda trasformata degli stessi dati fornisce quella della seconda dimensione. Il sistema consente per es. di separare quelle componenti che nello spettro normale sono fra loro troppo vicine o addirittura sovrapposte. Il metodo presenta inoltre una maggiore versatilità e può mettere in evidenza, per es., trasformazioni strutturali di una stessa molecola (tautomerizzazione), può fornire analisi conformazionali di molecole di interesse biologico (proteine, nucleotidi, ecc.).
Nel 1991 a E. è stato conferito il premio Nobel per la chimica per "avere sviluppato in questi ultimi venti anni la risonanza magnetica nucleare, ottenendo una delle più importanti tecniche strumentali della chimica".
Tra le sue pubblicazioni è da ricordare Principles of nuclear magnetic resonance in one and two dimensions (1987).