NIXON, Richard Milhous (App. III, 11, p. 269)
Nel 1962 si presentò alle elezioni per governatore della California, ma venne battuto, e sembrò allora che la sua carriera politica fosse finita: riprese la professione legale, pur continuando a svolgere attività di partito. Fu sorprendente, poi, il suo ritorno alla vita politica con la vittoria (1968) alle elezioni presidenziali cui si presentò con un programma di restaurazione dell'ordine pubblico elaborato insieme con il vicepresidente, il conservatore S. T. Agnew: superò il suo competitore, il democratico H. Humphrey, per 510.314 voti popolari; il voto elettorale per stati fu di 310 contro 191.
Nel Sud-Est asiatico Nixon perseguì il cosiddetto piano di vietnamizzazione della guerra, addestrando ed equipaggiando le truppe del Vietnam del Sud e ritirando gradatamente le truppe statunitensi, che ascendevano a ben 540.000 uomini. S'intensificarono le proteste negli SUA contro la prosecuzione della guerra e dei bombardamenti, specie dopo l'annuncio di N. (aprile 1970) di un'incursione di truppe americane nella neutrale Cambogia per combattervi quelle comuniste. Nell'università dell'Ohio quattro studenti dimostranti furono uccisi dalle Guardie nazionali. Assistito da H. Kissinger, prima suo consigliere e successivamente suo ministro degli Esteri, N. ottenne buoni successi di politica estera: migliorò i rapporti tra SUA e Russia firmando accordi sulla limitazione degli armamenti, per il miglioramento dei rapporti commerciali e per una missione spaziale congiunta russo-americana (1975). Nel febbraio 1972 fece poi quel viaggio nella Cina popolare, che segnò una svolta nei rapporti tra i due paesi. Sul piano interno, per combattere la minacciosa inflazione N. annunciò il 15 agosto 1971 un blocco dei prezzi e dei salari della durata di tre mesi, riduzione di spese, sgravi fiscali e aumento del 10% dei dazi sui prodotti esteri. Grazie ai successi nella politica estera e alle colossali spese della campagna elettorale il duo N.-Agnew vinse clamorosamente contro il democratico Senatore MacGovern le elezioni presidenziali del 1972 in tutti gli stati tranne il Massachusetts e il Distretto di Columbia, ove è la capitale Washington.
Nel gennaio 1973 furono processate sei persone per aver forzato la sede centrale del partito democratico nel palazzo Watergate di Washington, allo scopo di avvantaggiare la candidatura di N. nelle elezioni. Il 30 aprile N. dovette annunciare le dimissioni di tre dei suoi principali collaboratori, H. R. Haldeman, J. Ehrlichman e J. W. Dean. Quest'ultimo rivelò alla televisione il tentativo della Casa Bianca di tener nascosto il reato, e parlò pure di illegalità commesse nella raccolta dei fondi per la campagna elettorale repubblicana. Saputosi che N. aveva registrato al magnetofono le sue conversazioni, si svolse una battaglia tra giuristi e avvocati, perché N. intese avvalersi di pretese prerogative dell'Esecutivo per non consegnare i nastri. Dalla lunga lotta egli uscì perdente, e fu costretto dalla Corte Suprema a consegnare i nastri: risultò che aveva impedito un'inchiesta dell'FBI sull'irruzione nell'edificio Watergate, intralciando il corso della giustizia. L'impeachement diveniva così inevitabile. Si aggiunga che il vice presidente Agnew era stato costretto nell'ottobre 1973 a dimettersi perché risultato evasore fiscale. Le visite di N. in Israele e in quattro paesi arabi, e l'incontro a Mosca con Brežnev del giugno 1974 non valsero a impedire la conclusione a suo sfavore dell'affare Watergate. Il 9 agosto 1974 N. dovette dimettersi dalla carica di presidente per prevenire l'incriminazione da parte del Congresso. Il mese seguente il suo successore Ford gli concesse il perdono per i reati eventualmente commessi, allo scopo, come disse, di placare le arroventate passioni dell'opinione pubblica.