BURY, Richard de
Bibliofilo inglese, il cui vero nome era Aungervyle, comunemente detto "de Bury" dalla città di Bury St. Edmunds, dove nacque il 24 gennaio 1287. Compì gli studî a Oxford e prese parte agli avvenimenti che portarono alla deposizione di re Edoardo II d'Inghilterra. Dal successore, Edoardo III (1327), ebbe segnalati favori e cariche onorifiche. Fu infatti tesoriere del re, segretario del sigillo privato, ambasciatore alla corte pontificia in Avignone, indi cancelliere. Ad Avignone conobbe il Petrarca che lo ricorda in una lettera (Fam. rer., III,1). Nel 1333 fu creato vescovo di Durham. La sua più larga fama è dovuta peraltro alla sua passione di bibliofilo, che lo fa considerare come un precursore degli umanisti. L'alta sua posizione ecclesiastica e politica favorì in sommo grado le sue attivissime ricerche di codici che spesso si procurava con atti d'imperio; formò così una ricca biblioteca, che si ritiene passata di poi alla scuola di Oxford e che in seguito andò totalmente dispersa, meno due soli libri conservati uno alla biblioteca Bodleiana di Oxford, l'altro nel British Museum di Londra. La sua passione di raccoglitore è documentata in una celebre opera ch'egli intitolò Philobiblon, terminata poco prima della sua morte, avvenuta nel 1354, probabilmente il 14 aprile.
Il Philobiblon è il più antico trattato di bibliofilia e fu detto encomiasticamente "il vangelo de bibliofili". L'opera, ricca di erudizione, contiene un'estesa apologia del libro e dei criterî di raccoglitore del Bury, rivelando, specie in alcune parti di carattere autobiografico, aspetti tipici della psicologia dei bibliofili. Attribuito anche, senza fondamento, a Roberto Holkot, ebbe larga diffusione nel Medioevo, come dimostrano i molti codici di diverse provenienze tuttora conservati; studî recentissimi portano il loro numero a 45, dei quali due in Italia: Cod. Ottoboniano 59, nella Biblioteca Vaticana e Cod. XLI, cl. I, nella Bíblioteca Marciana, ambedue attribuiti al sec. XIV. Il testo latino ebbe 14 edizioni; fu stampato la prima volta a Colonia nel 1473, recentemente a Stoccolma nel 1922. Traduzioni complete esistono in tutte le principali lingue europee; notevole la traduzione italiana del Besso (Roma 1914) per la serietà degl'intenti e la signorilità della veste editoriale.
Bibl.: Il primo ad occuparsi di proposito del Bury è stato F. T. Dibdin, in The bibliomania, 4ª ed., Londra 1876, passim. Fonti biografiche e critiche, oltre a cronache antiche, sono: The Philobiblon of R. de B., ed. e trad. da E. C. Thomas, Londra 1888; R. de B. Philobiblon, a cura di A. F. West, voll. 3, New York 1889; Dictionary of National Bioghraphy, III, pp. 477-79.
Sul Philobiblon in particolare, oltre alle varie introduzioni premesse alle singole traduzioni, v.: E. R. Poole, The Philobiblion, New York 1862; M. Sondheim, in Zeitschrift für Bücherfreunde, Lipsia 1897, pp. 312-328; M. J. Husung, in Zentral-Blatt für Bibliothekswesen, XXXVII (1920), pp. 105-120; A. Nelson, in Bok-och bibliotekshistoriska studier, Uppsala 1925, pp. 59-70; id., Intorno al Philobiblon di R. de B., Uppsala 1929.