BILLINGER, Richard
Poeta, nato il 20 luglio 1893 a Sankt Marienkirchen presso Schärding (Alta Austria). Vive a Monaco di Baviera. Nell'Austria, il B. trovò il clima adatto per l'esuberanza sensuale della sua immaginazione: ma, figlio di contadini, portò da natura nella sua ispirazione una greggia elementare forza esplosiva, che fece di lui verso il 1930 una delle più marcate personalità letterarie dell'epoca.
Nella sua mescolanza di rude sensuale realismo e di quasi allucinate orgiastica esaltazione, il dramma Die Rauhacht (1931) parve portare nel teatro un accento nuovo e percorse tutte le scene della Germania. Tuttavia non sempre l'opera si salva dal pericolo che sotto l'invadenza dell'istinto teatrale resti sopraffatta la poesia: e nell'abbondante produzione scenica del Billinger (Rosse, 1933; Lob des Landes, 1933; Das Verlöbnis, 1933; Stille Gäste, 1934; Die Hexe von Passau, 1936; Der Gigant, 1937, ecc.) l'opera più giusta di tono è forse ancor sempre la prima (Das Perchtenspiel, 1928) ricca di movimento e di colore, ma più aerata e ancora spontanea e tutta di getto.
E più ancora che nel teatro - e più che nelle prose narrative (Die Asche des Fegefeuers, 1931; Das Schutzengelhaus, 1934; Das verschenkte Leben, 1936), talvolta potenti, e intense fino alla visionarietà, ma spesso esasperate in un tono concitato e forzato che soffoca alla narrazione il respiro - la sua poesia più pura è forse ancor sempre nelle liriche (Über die Äcker, 1923; Gedichte, 1929; Sichel am Himmel, 1931; Der Pfeil im Wappen, 1933; Die Nachtwache, 1936). All'infuori di ogni moda estetica del tempo, il Billinger ci parla dalla sua ultima semplicità di cuore, con un proprio accento e con una propria melodia, e in taluni momenti l'ispirazione tocca le sorgenti ultime e semplici da cui scaturisce, col suo bene e col suo male, la vita.