RICETTA (fr. ordonnance; sp. receta; ted. Rezept; ingl. prescription)
La ricetta è l'indicazione scritta di tutte le norme che si devono seguire riguardo alla qualità, alla dose, alla forma dei medicamenti e al modo di prepararli è di prenderli. Essa si dirige quindi tanto al farmacista quanto al malato.
Nel papiro Ebers si trovano ricette degli antichi Egizî estremamente complesse per il numero dei medicamenti che le componevano (dieci-dodici), e dello stesso genere sono le ricette dei medici greci e arabi; ma il periodo trionfale dell'arte del ricettare si ebbe nei secoli XVI e XVII al tempo della polifarmacia, allorquando a comporre certi elettuarî, confezioni e unguenti occorrevano non solo decine e decine di farmaci diversi, ma spesso centinaia. Nei ricettarî, antidotarî, dispensatorî di quei tempi si hanno infiniti esempî di queste complicate preparazioni, fra cui famose furono la triaca e l'orvietano. F. Redi biasimava queste ricette che si dovevano misurare "con la canna ben lunga", proponeva la massima semplicità e raccomandava l'associazione di pochi farmaci bene scelti e sicuri.
Un errore in cui si può cadere nel ricettare consiste appunto nelle incompatibilità che talora si verificano tra i farmaci che si prescrivono. Reagendo fra di loro essi possono formare nuovi composti aventi azione, sia diversa da quella dei prescritti, sia anche tossica; così, per esempio, accade se si associa il calomelano all'acqua di lauroceraso, all'antipirina, allo ioduro di potassio.
Nella ricetta si distinguono due parti fondamentali: la prescrizione dei farmaci (praescriptio degli antichi) e la segnatura (signatura).
Tra i rimedî prescritti si suole enumerare: la base, che è il farmaco da cui si attende l'azione terapeutica principale; l'eccipiente o veicolo, sostanza che serve a dare al farmaco la forma con la quale dev'essere preparato (solventi diversi, acqua, alcool, grassi, ecc.); il coadiuvante, rimedio che si unisce alla base per aumentarne o completarne l'azione; il correttivo, destinato a modificare il sapore e l'odore della medicina. In talune ricette si può trovare anche il farmaco dirigente, atto cioè a dirigere l'azione della base nel senso opportuno: così l'oppio aggiunto al solfato di sodio ne ostacola l'azione purgativa e favorisce invece il suo assorbimento determinando la sua azione diuretica ed eventualmente antidotica (P. Marfori).
La ricetta deve essere scritta sempre in carattere chiaro e leggibile. Le dosi debbono essere indicate non in cifre ma in lettere e ciò specialmente quando si tratti di sostanze venefiche. Per gli stupefacenti occorre anche indicare il nome, cognome e indirizzo della persona cui sono destinati. Se il farmacista riscontri errori di dosi o gravi incompatibilità, non spedirà la ricetta in attesa di richiamare su questa l'attenzione del medico. È bene pertanto che il sanitario scriva sulla ricetta il proprio indirizzo o adoperi, come oggi si suole, carta intestata. Infine, nel prescrivere i medicamenti si farà uso del nome scientifico degli stessi e non del nome volgare: così, per esempio, si scriverà: solfato di magnesio e non sale inglese. Dopo aver indicato nella prescrizione i componenti della ricetta si scrivono nella segnatura tutte le eventuali indicazioni per il farmacista (ad es.: fa cartine N.o una e simili numero dieci, fa infuso alla colatura, ecc.) e vi si aggiunge il modo con il quale il medicamento dev'essere preso dal malato: se in una sola volta o a dosi refratte, se a digiuno, prima o dopo i pasti, ecc. La ricetta, che s'inizia con le note abbreviature: Pr. (prendi), R. (recipe), Sp. (spedisci), si chiude con la data e con la firma del medico. In Italia si scrive in lingua volgare, mentre presso molte altre nazioni viene redatta tuttora in lingua latina.
In passato l'arte di formulare costituiva oggetto di apposito insegnamento. Agguerriti in quest'arte i medici sapevano scegliere il medicamento opportuno, lo somministravano in quella forma e in quella quantità che erano adatte alla persona che curavano, tenendo conto dello stato degli organi dell'infermo e spesso combinavano associazioni di farmaci che erano testimonio della loro sapienza.
Oggi col dilagare delle specialità l'arte del ricettare ha purtroppo perduto parte della sua importanza.