La storia del parlato filmico è intimamente legata, fin dai primordi del cinema sonoro, alla pratica del doppiaggio. La lingua doppiata, che è forse, indipendentemente dalla qualità dei risultati ottenuti, [...] ; ehi, amico (ehi, man, o buddy, o mate e simili) invece di senti, bello, o della semplice eliminazione del vocativo; abuso di interiezioni tipicamente angloamericane (ehi, uau, iuhù, ecc.) in luogo di altre propriamente italiane (oh, ah, ecc ...
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Rispetto ad altri ambiti grammaticali (➔ fonetica, ➔ morfologia, ecc.), quello della ➔ punteggiatura è caratterizzato da uno statuto normativo particolarmente debole (Serianni 2006a: 120). La norma, osservata [...] gennaio 2011)
(g) La virgola si usa prima e dopo il ➔ vocativo, e quindi anche, tipicamente, in quelli che aprono le lettere:
(23 omettono frequentemente la virgola prima e dopo i vocativi. Nell’esempio seguente, le virgole potenzialmente richieste ...
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AMERICA
II. ANTROPOLOGIA.
Due fatti distinguono l'antropologia dell'America: la mol;teplicità dei caratteri (polimorfismo) che presentano gruppi umani, anche ristretti, e l’assenza di quelle differenziazioni [...] speciale. Nelle lingue del gruppo Muscoghi il nominativo è in -t, l'accusativo in -n, nel Maidu il nominativo è in -m. Il vocativo (che propriamente non è un caso) termina in -e nell'Azteco, Quiché, Totonaco e Tarasco, in -ey nel Cholona, in -y nel ...
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TOCARIO
Giuseppe CIARDI-DUPRE'
. Da scoperte occasionali avvenute intorno al 1890 e soprattutto da una serie di esplorazioni compiute fra il 1898 e il 1914 da scienziati di nazionalità russa (Klementz, [...] e limitate quasi soltanto a nomi di parti del corpo doppie. La declinazione è ricca di forme. Non contando il vocativo, che è sempre uguale al nominativo, si possono distinguere fino a nove casi: nominativo, obliquo (= accusativo, non sempre distinto ...
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SUMERI
Giuseppe Furlani
. Già da tempi antichissimi la parte meridionale della Babilonia (Šumer) era abitata dal popolo dei Sumeri, parlanti una lingua, il sumero, che è del tutto diversa tanto dall'accado, [...] vera declinazione, perché il soggetto, cioè il nominativo, suole esser bensì significato dalla desinenza -e, ma l'accusativo e il vocativo non sono espressi affatto, mentre per il genitivo si ricorre alla sillaba suffissa -ak e per il dativo si fa ...
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Amore
Emilio Pasquini
Guido Favati
. Per eccellenza il termine-chiave dello Stilnovo, fin dagli esordi al centro del lessico di D., anche perché la possibilità di considerarlo quasi costantemente personificato [...] 5, 7. Frase fatta è il sintagma ‛ richiedere qualcuna d'a. ', in Rime dubbie XX 11; A. come simbolo della passione sensuale, al vocativo, si ravvisa in Rime ci' 1 (cit. in VE II XIII 12); mentre oscilla fra l'impiego sostantivale e quello di nome ...
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buono (bono)
Freya Anceschi
Nel significato più ampio è attribuito a persona, o anche a cosa, concreta o astratta, per affermarne la conformità al bene morale, il possesso delle qualità della propria [...] XI 14 (tre volte), XII 19, XXVI 6 (due volte), XXVIII 3 e 12, XXX 2 (due volte); If XIV 57 (dove è in funzione di vocativo: chiamando " Buon Vulcano, aiuta, aiuta! "), XVI 37, XXII 52, XXVIII 116, Pg VI 18, IX 137, XIV 97, XVI 124 e 138, XX 25, XXI ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Francesco Stella
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Nell’epoca carolingia le discipline liberali che componevano il “trivio” di base della [...] (Polara) ma sono ricche di aneddoti curiosi come il racconto della discussione di due grammatici per quattordici giorni sul vocativo di ego, o il dibattito di massa sull’incoativo, tutti fondati su testimonianze autorevoli ma quasi sempre false. Il ...
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SALUTO (fr. salutation; sp. saludo; ted. Gruss, Begrüssung; ingl. greetings, salutation)
Raffaele CORSO
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Per quanto variabili, le forme del saluto nelle società primitive hanno base e fondamento nel [...] quanta più gente poteva. Chi riceveva il saluto doveva rispondere; e poiché il saluto era rivolto con un vocativo, gli uomini autorevoli si facevano accompagnare da uno schiavo (nomenclator), che suggerisse loro il nome della persona incontrata ...
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quanto
Riccardo Ambrosini
1. Di q. - avverbio, aggettivo e pronome relativo e interrogativo, ma anche dimostrativo nel sintagma ‛ tutto q. ' (v. 8.), sostantivo (v. 9.), preposizione (v. 5.) e congiunzione, [...] XIX 90, Pg VIII 56: v. 3.2.) e 31 in interrogativa indiretta. Nel primo tipo, q. è preceduto da particella esclamativa o da vocativo nei contesti retoricamente commossi e drammatici di If I 4 Ahi quanto a dir qual era è cosa dura; V 113, VII 71, IX 9 ...
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vocativo
agg. e s. m. [dal lat. vocativus, der. di vocare «chiamare», nell’espressione casus vocativus, traduz. del gr. κλητικὴ πτῶσις «caso usato nel chiamare»]. – In grammatica e in linguistica, caso v., o semplicem. vocativo s. m., caso...
figliolo
figliòlo (letter. figliuòlo) s. m. (f. -a) [lat. filiŏlus, dim. di filius (f. filiŏla)]. – 1. a. Figlio. Le due voci non differiscono nel sign. fondamentale, ma figliolo è (almeno nell’uso di alcune regioni, e spec. in Toscana) parola...