INTERIEZIONI PRIMARIE
Le interiezioni primarie (o proprie) sono singole parole che hanno soltanto il valore di interiezione.
Le forme più usate si possono riassumere come segue.
• Ah, che indica una [...] scorsi sono rarissime nell’italiano corrente, sia scritto, sia parlato.
• O era usata tradizionalmente per introdurre un vocativo
O animal grazioso e benigno (D. Alighieri, Inferno)
• Deh era un’esclamazione tipica del linguaggio poetico
Deh ...
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Taide
Manlio Pastore Stocchi
Etera ateniese (sec. IV a.C.), cui furono attribuite imprese e fortune che ne favorirono la fama leggendaria e determinarono l'assunzione del suo nome con valore antonomastico, [...] (e per D. stesso, che offre ad altro proposito esempi di letture ugualmente deformanti) lo scambio del nominativo " Thais " con un vocativo e per conseguenza l'attribuzione a T. della risposta. Vero è che Cicerone, se spiega con il suo commento l ...
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replicazione
Francesco Tateo
. Designa la ripetizione di una parola o di una locuzione, senza lo studio di una particolare collocazione, come avviene nel caso dell'anafora, della conversio, dell'anadiplosi, [...] e affettuoso.
Si veda If IV 46 (Dimmi, maestro mio, dimmi, segnore), dove si aggiunge la ripetizione, variata, del vocativo; Pg XXVII 22 (Ricorditi, ricorditi!), che contiene il tono ammonitore del maestro; XXX 56 (non pianger anco, non piangere ...
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Famiglia di lingue storiche (dette anche arie, indogermaniche, indoceltiche, arioeuropee) che presentano, specie negli stadi più antichi, un’affinità e una concordanza di caratteri fonetici, morfologici [...] gradi apofonici diversi. La flessione dei nomi e pronomi (o declinazione) ammette otto casi (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo, ablativo, strumentale e locativo); la flessione verbale, in cui il modo e l’aspetto verbale hanno maggior ...
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Scienza indiana: periodo vedico. L'analisi linguistica come paradigma della scienza vedica
George Cardona
L'analisi linguistica come paradigma della scienza vedica
'Śikṣā' ('fonetica')
Ai Veda sono [...] di un rito, alcuni mantra sono recitati con forme differenti del tema nominale agní- prima dello stesso tema al vocativo singolare (agnè). I primi quattro versi presacrificali sono: samidhò agne'gne ājyàsya viyantu, tanunapad agnāv àgna ājyàsya vetu ...
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L’accento grafico è il segno diacritico che si pone sopra le vocali per evidenziarne la maggiore intensità fonica e, talvolta, il grado di apertura (➔ vocali). L’italiano ha tre tipi di accento grafico: [...] Nella seconda metà del secolo inizia a diffondersi l’accentazione diacritica di á preposizione, é verbo o articolo e ó vocativo (presente già nell’autografo del Decameron); nel 1480, poi, Giovanni Ridolfi dà uno dei primi esempi sistematici di uso di ...
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poeta [plur. anche poete]
Antonio Lanci
Sostantivo ad alta frequenza, usato per indicare sia i p. antichi, cioè i p. ‛ regolari ' (cfr. VE II IV 3), sia i moderni, i poete volgari (Vn XXV 4), detti [...] ), XXV 3 (due volte) e 6, Cv IV VI 4, e XIII 8 Simonide poeta. In particolare, nella Commedia, riferito a Virgilio, e spesso in forma di vocativo: If I 73 e 130, II 10, IV 14, V 73 e 111, IX 51, X 122, XII 113, XIII 80, XVIII 20, XXVII 3, XXIX 121 ...
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ENZO, RE DI TORRES E DI GALLURA, ATTIVITÀ POETICA
CCorrado Calenda
Della produzione poetica di E., "cantionum inventor", tra l'altro, nel ritratto che ce ne offre fra Salimbene da Parma, restano due [...] Più congrua al contesto pare una lettura attenta agli elementi tradizionali del genere, in cui "messere" sia inteso come "vocativo [sic!] maschile rivolto all'amata (come midonz in provenzale, senhor in antico portoghese)" (Contini, 1970) e il severo ...
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apostrofe
Francesco Tateo
Originariamente collegata con l'oratoria forense (consisteva essenzialmente nel volgere le spalle ai giudici per rivolgersi al pubblico o all'imputato), l'a. fu considerata [...] foco / vivo ten vai). Analogamente in taluni discorsi delle anime l'a. a D. non rientra nell'ovvia consuetudine del vocativo, ma tende a concludere un discorso non direttamente rivolto a lui, richiamando energicamente la sua attenzione: in If VII 61 ...
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CHIMENTELLI, Valerio
Nicola Longo
Nacque a Firenze il 20 giugno 1620da Giovan Battista e da Antonia Landi di Montevarchi. Il padre era un avvocato assai noto.
Fin da giovinetto il C. si mostrò molto [...] problema, ormai risolto dal Rosen, sulla totale identità col suo amico fiorentino del Clementillo (al dativo) e Clementille (al vocativo), di cui il Milton parla nella citata lettera e nella Defensio secunda.
Gran parte degli scritti del C. restarono ...
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vocativo
agg. e s. m. [dal lat. vocativus, der. di vocare «chiamare», nell’espressione casus vocativus, traduz. del gr. κλητικὴ πτῶσις «caso usato nel chiamare»]. – In grammatica e in linguistica, caso v., o semplicem. vocativo s. m., caso...
figliolo
figliòlo (letter. figliuòlo) s. m. (f. -a) [lat. filiŏlus, dim. di filius (f. filiŏla)]. – 1. a. Figlio. Le due voci non differiscono nel sign. fondamentale, ma figliolo è (almeno nell’uso di alcune regioni, e spec. in Toscana) parola...