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Poeta italiano (Pieve di Soligo 1921 - Conegliano 2011). La poesia di Z. s'inscrive nelle tracce e memorie del suo paese di nascita: "qui non resta che cingersi intorno il paesaggio", contemplato [...] che brucia pur di estreme sapienze" (Ligonàs, 1998).
Opere di poesia: Dietro il paesaggio (1951); Elegia e altri versi (1954); Vocativo (1957; 2a ed. ampliata 1981); IX Ecloghe (1962); La Beltà (1968); Gli sguardi, i fatti e senhal (1969, poi 1990 ...
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Dal punto di vista strettamente speculativo, caso, o evento casuale, è quello che si produce al di fuori e indipendentemente dalla serie determinata delle cause e degli effetti. È quindi evidente che il [...] delle vocali in fine di parola, che restringe ancora la possibilità di distinzione: sicché il greco ha 4 casi oltre il vocativo, il latino 5. Avanzi di vecchi casi irrigiditi sono nelle lingue antiche spesse volte gli avverbî: in latino bene antico ...
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Terramagnino da Pisa
Fabrizio Beggiato
Autore della Doctrina d'acort, rifacimento in versi provenzali delle Raoz de trobar di Raimon Vidal.
F. Redi, nelle note al Bacco in Toscana, menziona due volte [...] voi sapete, è stato erroneamente interpretato da diversi studiosi che, dopo il Redi, hanno voluto vedere in " Geronimo " un vocativo da unirsi, quindi, a Terramagnino, mentre l'autore della risposta intendeva citare s. Girolamo (cfr. Contini, Poeti I ...
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Elì
Angelo Penna
Vocabolo ebraico composto dal sostantivo El (v.) e dal suffisso i (aggettivo possessivo di prima persona). D. fa pronunziare tale parola da Forese Donati, il quale, per spiegare la [...] , 46 e da Marc. 15, 34. D. seguì il primo evangelista, il cui testo greco - e anche la traduzione latina - presuppone la forma ebraica per il doppio vocativo; Marco, invece, trascrive il testo supponendo la lingua aramaica (" Eloi, Eloi ") anche nel ...
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LATINA, LINGUA
Pier Gabriele Goidànich
Il latino è una lingua indoeuropea e fa parte del gruppo italico di esse lingue (v. indoeuropei; italici).
Una serie di fatti ci addita uno stretto rapporto che [...] , i casi che in un modo o nell'altro non obbediscono a queste norme.
Es.: a) tipo ager, nom. sing. e corrispondente vocativo, da *agros, *agre; e tipo acer da *acri-s; famul (Ennio) da *famlos; facul, semol da *facle, *semle (non da *facli, *semli ...
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VIRGOLA
La virgola indica uno stacco di debole intensità tra due parole o due ➔proposizioni contenute in un periodo e si usa in diversi contesti e con diverse funzioni:
– nelle enumerazioni, nelle descrizioni [...]
Vivere in città, ormai, è sinonimo di caos a tutte le ore del giorno
– prima (o anche dopo) un vocativo assoluto, quando cioè ci si rivolge a qualcuno interpellandolo
Stefano, sbrigati!
Mi sorprendi, caro Paolo
– per separare una proposizione ...
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Nome proprio, derivato dall'ebraico ‛immānū'ēl "Dio con noi" (cfr. Isaia, VII, 14 e Matteo, I, 23). "Dio sia con te, Dio sarà con te" era presso gli Ebrei frequente formula di felice augurio e promessa [...] vaticinio del medesimo profeta (Isaia, VIII, 8) dove già nel testo ebraico attuale ‛immānū'ēl ha l'aspetto di un vocativo, e per tale fu preso dalla Volgata (v. clausola quasi identica ibid. VIII, 10). L'interpretazione cristiana, che nel fanciullo ...
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voi (vo'; vui; voialtri)
Riccardo Ambrosini
1. Il pronome personale v. ricorre 35 volte nella Vita Nuova, 65 nelle Rime (17 nelle Rime dubbie), 34 nel Convivio e 116 nella Commedia. Al sicilianismo ‛ [...] voi che ' all'inizio di allocuzioni e in incipit di componimenti: Vn VII 3 1, XXII 9 1; Rime LXXX 1 (v. 3.2.; con vocativo inserito, LXXI 1 Voi, donne, che pietoso atto mostrate); Cv II Voi che 'ntendendo (citato come O voi che in II VI 1 e, in prosa ...
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osanna
Angelo Penna
È la parola ebraica che ricorre più frequentemente in D.; di solito, da sola o all'inizio di un inno, è cantata dagli angeli o dai beati (Pg XI 11, XXIX 51, Pd VII 1, VIII 29, XXVIII [...] proponendo quella giusta, basata sul testo ebraico di Ps. 117 (ebraico 118), 25, ove - dopo il nome di Dio al vocativo - compare l'invocazione hôšî ‛ āh nnā ', ossia l'imperativo del verbo che significa " salvare ", più una particella o interiezione ...
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Diritto
Si chiama c. fortuito qualunque accadimento che renda inevitabile il verificarsi di un evento, costituendo l’unica causa efficiente di esso. Non ha valore concreto la distinzione tra c. fortuito [...] e che ha il sanscrito (nominativo, accusativo, strumentale, dativo, ablativo, genitivo, locativo, vocativo); cinque il greco (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo), sei il latino (i precedenti più l’ablativo) che in latino volgare si ...
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vocativo
agg. e s. m. [dal lat. vocativus, der. di vocare «chiamare», nell’espressione casus vocativus, traduz. del gr. κλητικὴ πτῶσις «caso usato nel chiamare»]. – In grammatica e in linguistica, caso v., o semplicem. vocativo s. m., caso...
figliolo
figliòlo (letter. figliuòlo) s. m. (f. -a) [lat. filiŏlus, dim. di filius (f. filiŏla)]. – 1. a. Figlio. Le due voci non differiscono nel sign. fondamentale, ma figliolo è (almeno nell’uso di alcune regioni, e spec. in Toscana) parola...