INTERIEZIONE
Giacomo Devoto
Parte del discorso di valore essenzialmente affettivo, destinata a rappresentare piacere, dolore, meraviglia. Parole o gruppi di parole possono assumere valore o funzione [...] d'interiezioni: cospetto! perbacco! Lo stesso va detto di determinate forme grammaticali, come il vocativo (o Dio!) e l'imperativo: questo perché la capacità funzionale dell'interiezione si logora facilmente.
Secondo le persone, le espressioni di ...
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Per rivolgersi alle persone per chiamarle, o per richiamare la loro attenzione nella conversazione, o per prendere il turno dopo che loro lo hanno tenuto, le lingue usano varie modalità: nomi ➔ appellativi, [...] pronomi allocutivi (➔ allocutivi, pronomi), forme diverse di ➔ vocativo. Quanto ai pronomi con cui ci si rivolge a qualcuno, sono i pronomi naturali tu / voi e i reverenziali lei (voi) / loro; sempre più marginali alcune espressioni all’origine del ...
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Veni, sponsa, de Libano
Parole tratte dal Cantico dei Cantici 4, 8, e utilizzate da D. in Pg XXX 11 per esprimere l'invito che uno dei ventiquattro seniori, quello che appunto rappresenta il Cantico, [...] rivolge a Beatrice perché appaia.
Nella liturgia romana l'invito ‛ veni ' e il vocativo ‛ sponsa ' è spesso ripetuto con riferimento alla Madonna o alle sante vergini (Veni, sponsa Christi). ...
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frate (fra)
Lucia Onder
Nelle scritture pratiche fiorentine del Duecento, la forma ‛ frate ', come il femminile ‛ suora ', fu usata sempre con valore ecclesiastico; eppure in D., sui 45 casi di ‛ frate [...] e 130, XXII 61. E caro frate è detto s. Paolo da D. che si rivolge a s. Pietro, in Pd XXIV 62. Con il vocativo, in If XXVI 112 " O frati... che per cento milia / perigli siete giunti a l'occidente... ", Ulisse si rivolge ai compagni d'avventura con i ...
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RABBĪ (ebraico e aramaico rabbī, greco ῥαββί, ῥαββεί)
Umberto Cassuto
Titolo onorifico dei dottori ebrei, costituito dal sostantivo rab, "maestro", e dal suffisso pronominale di prima persona singolare: [...] da esso (rabbī Tale, come in italiano il dottor Tale). Il titolo viene così ad essere usato anche all'infuori del vocativo, e il suffisso pronominale in esso contenuto perde il suo significato originario. Quello dei dottori a cui era affidata la ...
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Eacidi
Clara Krau
Nome attribuito ai discendenti mitici di Eaco, tra cui Peleo, Achille, Neottolemo; in epoca storica si vantavano di appartenere alla stirpe degli
E. i re dell'Epiro. L'appellativo [...] fonte è Cicerone Divin. II LVI 116, che riporta due versi degli Annali di Ennio, contenenti rispettivamente un vocativo " Aeacida " come sinonimo di Pirro e l'espressione " genus Aeacidarum " come appellativo della sua stirpe. Cfr. anche 0ff ...
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Caso grammaticale che indica il soggetto dell’azione con il verbo attivo, l’oggetto dell’azione con il verbo passivo. La sua desinenza nell’indoeuropeo è di norma -s nel singolare (ma temi in -ā, -n, -r, [...] questi ultimi sostituiscono spesso -oi, di origine pronominale) nel plurale. La forma del n. è usata frequentemente per il vocativo. Si ha il nominativus pendens quando la frase muta costruzione lasciando il nominativo senza l’indicazione dell’azione ...
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messere
Antonio Lanci
Appellativo riservato a persone di alto rango sociale, che ricorre per lo più nella forma apocopata ‛ messer '. È usato con nomi sia propri che comuni: Rime CXIV 2 messer Cino [...] (e così XCVI 12); Cv IV X 6 messere lo Imperadore; If XXVIII 77 messer Guido del Cassero; e ancora: Rime XCIX 1 e 14, Cv IV XXVII 9, Pg XXIV 31. In Fiore LXXVII 11 e CXXVII 9, il vocativo Messer, usato assolutamente, è appellativo del Dio d'amore. ...
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In genere, si dice di ente geometrico che non sia né parallelo né perpendicolare a un altro ente geometrico. Nell’uso comune, in cui manca di solito il riferimento ad altro ente, s’intende che l’obliquità [...] della grammatica classica (lat. casus obliquus), ogni caso della flessione nominale e pronominale che non sia nominativo (e il vocativo, quando la forma di questi due sia identica), il quale è detto retto, cioè fondamentale, mentre gli altri sono ...
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donna
Carlo Delcorno
Vocabolo frequentissimo nell'opera dantesca, soprattutto nella Vita Nuova (208 volte). Ricorre 87 volte nelle Rime, 29 nelle Rime dubbie (contando la prosa di Rime dubbie III, che [...] 28 " cusì, donna d'aunore ") e stilnovistica (Cavalcanti Chi è questa che vèn 7 " cotanto d'umiltà donna mi pare "). Raro l'uso al vocativo: Vn XIV 11 2 e non pensate, donna, onde si mova; Pg XXX 96 Donna, perché sì lo stempre?; Pd IV 134 Questo m ...
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vocativo
agg. e s. m. [dal lat. vocativus, der. di vocare «chiamare», nell’espressione casus vocativus, traduz. del gr. κλητικὴ πτῶσις «caso usato nel chiamare»]. – In grammatica e in linguistica, caso v., o semplicem. vocativo s. m., caso...
figliolo
figliòlo (letter. figliuòlo) s. m. (f. -a) [lat. filiŏlus, dim. di filius (f. filiŏla)]. – 1. a. Figlio. Le due voci non differiscono nel sign. fondamentale, ma figliolo è (almeno nell’uso di alcune regioni, e spec. in Toscana) parola...