Scrittore (Stockbridge, Vermont, 1803 - Detroit 1876). Spirito inquieto, passò attraverso svariate esperienze cristiane (fu congregazionalista, presbiteriano, universalista, unitariano), divenne per qualche [...] tempo libero pensatore (1829), finché (1844) si convertì al cattolicesimo, a servizio del quale mise la sua penna, trattando specialmente questioni sociali. L'opera completa è stata edita a cura del figlio ...
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Scrittore e giurista statunitense (Boston 1757 - Brattleboro, Vermont, 1826). Compiuti gli studî alla Harvard University, diventò (1794) giudice della Corte suprema del Vermont e (1807-13) primo presidente [...] di quella corte. La sua fama è dovuta soprattutto alla sua attività di scrittore di vena umoristica (The Algerine captive, 1797; Moral tales for American youths, 1800; The yankey in London, 1809) e di ...
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Scrittrice statunitense (New York 1922 - Thetford Hill, Vermont, 2007). Di origine ebraica, proveniente da una famiglia emigrata dalla Russia, dopo aver studiato poesia con W. H. Auden, si avvicinò al [...] genere del racconto, di cui divenne magistrale interprete nelle tre raccolte The little disturbances of man (1959; trad. it. 1986); Enormous changes at the last minute (1974; trad. it. 1982); Later the ...
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Scrittrice statunitense (Hillsboro, West Virginia, 1892 - Danby, Vermont, 1973). Dall'infanzia trascorse lunghi anni in Cina dove insegnò letteratura inglese all'univ. di Nanchino; tornò poi in America. [...] Dei suoi romanzi (da alcuni dei quali sono stati tratti noti film) si citano: East wind, west wind (1930); la trilogia The good earth (1931, premio Pulitzer), Sons (1932), A house divided (1935); Dragon ...
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Poeta e scrittore statunitense (Guthrie, Kentucky, 1905 - Fairfield, Vermont, 1989); prof. universitario, insegnò (1962-73) alla Yale University. Aderì al gruppo dei Fugitive poets, di cui diresse la rivista, [...] e partecipò alla stesura del manifesto dei Southern Agrarians, I'll take my stand (1930). Intensa la sua produzione letteraria, nella quale si annovera il memorabile All the king's men (1946; trad. it. ...
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Scrittore statunitense, nato a Los Angeles il 7 marzo 1964. Dopo aver studiato presso il Bennington College (Bennington, Vermont), è vissuto fra New York e Richmond (Virginia). Considerato unanimemente [...] dalla critica uno dei più importanti eredi della tradizione postmoderna minimalista americana, ha esordito con il romanzo Less than zero (1985; trad. it. 1986), ritratto della gioventù statunitense degli ...
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Mamet, David
Patrick McGilligan
Scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, regista teatrale e cinematografico statunitense, nato a Chicago il 30 novembre 1947. Intrecci foschi, talvolta kafkiani, un umorismo [...] a partire dal 1987 si è cimentato anche nella regia di alcune sue sceneggiature originali. Laureatosi al Goddard's College del Vermont, dove cominciò a insegnare nel 1973, M. fondò la St. Nicholas Theatre Company di Chicago, di cui divenne direttore ...
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PASINETTI, Pier Maria
Vincenzo Caporale
PASINETTI, Pier Maria. – Secondo di due figli, nacque a Venezia il 24 giugno 1913, da Carlo, medico primario all’ospedale civile di Venezia e libero docente all’Università [...] . 38, n. 2, pp. 146-154). A Philadelphia proseguì i suoi studi ed ebbe un incarico da insegnante al Bennington College, nel Vermont; a Yale, nel 1949, ottenne il Ph.D. in comparative literature sotto la guida di René Wellek, con una tesi dal titolo ...
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terramazione s. f. Procedimento funerario consistente nel compostaggio della salma, adottato come sistema alternativo alla cremazione, in quanto più sostenibile di quest’ultima dal punto di vista ambientale. ◆ E se da un lato la cremazione riduce...
proaborto
(pro-aborto), agg. Favorevole all'aborto. ◆ [Howard Dean] è uno che spesso fa il contrario di quello che ti aspetti: in Vermont aveva rotto con la sinistra del partito per i suoi legami con businessmen della destra repubblicana ma...