Critico letterario italiano (Roma 1923 - ivi 1983), prof. di storia della letteratura italiana moderna e contemporanea dal 1964, prima nell'univ. di Messina e poi in quella di Roma; dal 1948 redattore [...] dell'Enciclopedia Italiana. Ha studiato in particolar modo l'Ottocento (Storia della Scapigliatura, 1967; Ottocento romantico e verista, 1972); ha anche fondato e diretto la Biblioteca dell'Ottocento italiano. Tra i suoi contributi sul Novecento si ...
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Scrittore italiano (Guardialfiera, Campobasso, 1902 - Roma 1950). Dopo un esordio un poco incerto, si affermò decisamente col romanzo Signora Ava (1942), cui seguirono alcune raccolte di racconti: Il pastore [...] (post., 1960), e un altro romanzo, Le terre del Sacramento (1950). La sua narrativa muove dalla tradizione verista meridionale, specie verghiana, ma con spirito e gusto scaltriti dalle esperienze letterarie recenti: così che l'originario interesse ...
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Scrittore (Bologna 1866 - ivi 1924). Allievo del Carducci, laureatosi nel 1890, dopo aver insegnato alcuni anni a Mantova, si stabilì a Bologna dove insegnò per tutta la vita all'istituto tecnico. Si dedicò, [...] ) nelle novelle (Novelle umoristiche, 1900; Il zucchetto rosso e storie d'altri colori, 1910; Il diavolo nell'ampolla, 1918; Facce allegre, 1921; Top, 1922; ecc.), dove il gusto verista del tempo si concilia con più intimi modi, fra ironici e lirici. ...
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STRATI, Saverio
Giuseppe Antonio Camerino
Scrittore, nato a Sant'Agata del Bianco (Reggio Calabria) il 16 agosto 1924. Collaboratore di varie riviste, esordisce col volume di racconti La marchesina [...] liberazione sociale e morale, alla quale pure i suoi personaggi, a differenza di quanto avviene in Verga e nella tradizione verista, non desistono di sperare e credere. Tali motivi tornano in Tibi e Tascia (1959; premio Veillon 1960), dove s'incontra ...
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VERGA, Giovanni
Attilio Momigliano
Novelliere e romanziere, nato il 31 agosto 1840 a Catania, ivi morto il 27 gennaio 1922. A Catania ebbe come maestro un verseggiatore byroniano e montiano, Antonino [...] Gesualdo sarà quello dello scrittore staccato, assai meno verista, isolato dall'ambiente umile e paesano: il V senta più sicuro e più forte: e quindi è meno sistematico e meno verista.
Il ciclo dei Vinti non fu continuato: e della Duchessa di Leyra ...
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CIAMPOLI, Domenico
Giorgio Patrizi
Nacque da Emesto e da Antonietta De Simone ad Atessa (Chieti) il 23 ag. 1852. Compì i primi studi a Chieti, frequentò quindi il liceo classico a Vasto, a Sulmona e [...] , il dialetto - sempre secondo il modello verghiano - per dare maggiore vivacità a situazioni o a concetti.
Ancora una prova di narrativa verista il C. fornì con la raccolta Fra le selve, uscita a Catania nel 1890 in due volumi. Continuava intanto lo ...
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DELEDDA, Grazia
Angelo Pellegrino
Nacque il 27 sett. 1871 a Nuoro, tra le periferie culturali più remote d'Italia, da Giovanni Antonio e da Francesca Cambosu. Pur formatasi in seno a una famiglia discretamente [...] è estraneo un certo attardato cattolicismo. Se la D. insistette poi tanto a lungo su modi che solo in apparenza sono veristici fu per una ragione di successo, il quale spesso arride al folklorismo, specie in una società culturalmente arretrata come l ...
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CAPUANA, Luigi
Enrico Ghidetti
Nato a Mineo (Catania) il 29 maggio 1839, primogenito di sette femmine e due maschi di Gaetano, agiato possidente terriero, e Dorotea Ragusa, trascorse felice gli anni [...] 1969, pp. 965-96; A. Alexander, Il "Comparatico" di L.C. e gli inizi del verismo, Roma 1970; A. Barbina, Teatro verista siciliano, Bologna 1970, pp. 209-73; W. Mauro, introd. a L. Capuana, Antologia dagli scritti critici, Bologna 1971; M. Pomilio ...
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Realismo
Corrado Maltese
Mario Verdone
di Corrado Maltese e Mario Verdone
REALISMO
Realismo e neorealismi di Corrado Maltese
sommario: 1. Il realismo e le sue varianti: a) gli estremi concettuali del [...] in apparenza solo sbozzate (la serie dei ritratti di parlamentari, il Ratapoil, la Lavandaia del 1855) che le principali opere di veristi sociali quali V. Vela o A. D'Orsi. Invece, alla fine del periodo, la Danzatrice col tutù di Degas (1880-1881 ...
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Letterato (Napoli 1806 - ivi 1888); esule in gioventù, fu poi deputato (1861-81) e senatore (dal 1882). Il suo nome resta nella storia delle lettere accanto a quello di Leopardi, insieme al quale R. visse [...] di un romanzo polemico a sfondo sociale (Ginevra o l'orfanella della Nunziata, 1839), che gli attirò le ire dei Borboni procurandogli alcuni mesi di carcere, e che conserva qualche interesse storico come lontano preannuncio del romanzo verista. ...
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verista
s. m. e f. [der. di vero] (pl. m. -i). – Rappresentante, esponente del verismo: i maggiori v., nella narrativa, sono stati Verga e Capuana, in pittura i macchiaioli. In funzione di attributo, anche in senso più ampio: uno scrittore,...
veristico
verìstico agg. [der. di verismo] (pl. m. -ci). – Del verismo, dei veristi, che ha i caratteri del verismo: la narrativa, la poesia, la pittura v. italiana tra Ottocento e Novecento; le tendenze v. del teatro, del cinema; una scena...