Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] con altre più ‘corpose’ (per es., bucca in luogo di ōs ecc.); la diffusione dei diminutivi (agnellus ecc.), dei verbi iterativi e intensivi (cantare, iactare ecc.); il prevalere di voci più espressive e popolari (caballus invece di equus ecc.); la ...
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Semantica
Giulio Lepschy
(XXXI, p. 334; App. III, ii, p. 692; IV, iii, p. 298)
Ciò che caratterizza gli studi di s. negli ultimi decenni del 20° secolo è la convergenza di due filoni di ricerca precedentemente [...] noi che lo sappiamo. La distinzione viene attivata dal verbo 'volere' che, corrispondentemente, si presta a due interpretazioni 'è un ovvio rapporto lessicale fra il nome 'meaning' e il verbo 'to mean', in italiano c'è solo un rapporto di contenuto ...
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Famiglia di lingue storiche (dette anche arie, indogermaniche, indoceltiche, arioeuropee) che presentano, specie negli stadi più antichi, un’affinità e una concordanza di caratteri fonetici, morfologici [...] .
Dal punto di vista della morfologia e della sintassi, è comune il sistema di flessione dei nomi, pronomi e verbi basato sull’aggiunta di suffissi e desinenze alla radice della parola, che può presentarsi in gradi apofonici diversi. La flessione ...
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Il proverbio (dal lat. provĕrbiu(m), da vĕrbum «parola») è oggetto di studio di numerose discipline: letteratura, sociologia, antropologia, dialettologia, storia delle tradizioni popolari (nell’insieme [...] fé a sa fé «chi sa far fuoco, sa fare» – dove va notato anche il gioco sul significante);
(iv) non raramente i verbi in posizione finale di frase (chi troppo vuole, nulla stringe; cosa fatta capo ha).
(b) Nelle lingue moderne il proverbio mostra un ...
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Con il termine italoamericano ci si riferisce per lo più alla parlata fortemente mista degli emigrati italiani d’America, descritta fin dagli studi di Livingston (1918) e Menarini (1947). Tale parlata [...] ristrutturazione nell’➔accordo (strade grande) e gli scambi degli ausiliari (ho venuto, si hanno sviluppate; ➔ ausiliari, verbi).
Gli elementi lessicali sono spesso da ricondurre ad aree dialettali specifiche (calabr. una cuatrarella «bambina»). In ...
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L’espressione baby talk (prestito composto da baby «bambino piccolo» e talk «parlata», attestato in inglese dal 1836) designa il modo di rivolgersi a bambini in tenera età da parte degli adulti che si [...] che sono evitati i pronomi di prima e seconda persona sing. e nella limitazione al tempo pres. (e imperf. cortese) del verbo, che non implicano lo sviluppo di nozioni deittiche e, insieme ai pron. dimostr., mantengono il riferimento al ‘qui e ora ...
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Il discorso indiretto libero è una delle forme tradizionalmente riconosciute del ➔ discorso riportato, cioè uno dei modi che offre la lingua per riprodurre enunciati appartenenti a un atto di enunciazione [...] cfr. Mortara Garavelli 1985: 120 segg.).
Tra gli indici di natura cotestuale si segnalano in particolare la prossimità di verba dicendi, sentiendi, declarandi, ecc. e la presenza nelle immediate vicinanze del discorso indiretto libero di enunciati in ...
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Il plurale maiestatis (espressione lat.: «plurale di maestà») indica l’uso della prima persona del plurale (anziché del singolare) del verbo e dei corrispondenti aggettivi e pronomi personali e possessivi, [...] dei partiti politici italiani, Napoli, Guida, 2001, p. 60)
Sempre di plurale narrativo si tratta nei casi in cui verbi come vediamo, siamo, assistiamo e simili sono introdotti per mettere a fuoco passaggi ritenuti decisivi per lo sviluppo della ...
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I gerghi di mestiere o di categoria condividono, storicamente, con quelli della malavita un nucleo lessicale comune (➔ gergo) cui va aggiunto, come specificità, un lessico tecnico proprio delle diverse [...] è entrato anche nel linguaggio giornalistico americano, per indicare uno stile che mischia fatti e finzione: un articolo gonzo; verbi polisemici come sgamare «accorgersi», o cuccare, quest’ultimo già presente in usi gergali nel XVI secolo, nel senso ...
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La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; [...] forma. Fortunio procede fornendo una serie di regole numerate in ordine progressivo, rispettivamente relative ai nomi, pronomi, verbi e avverbi, a cui seguono le norme dell’ortografia. Sotto queste regole, si affastellano esempi di Dante, Petrarca ...
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verbo
vèrbo s. m. [dal lat. verbum «parola», e nei grammatici «verbo»]. – 1. a. Parola. Con questo sign., è com. ormai soltanto in alcune espressioni (per es., ripetere a verbo a verbo, parola per parola), e soprattutto in alcune frasi negative...
verbo-visivo
agg. Che si avvale della parola e dell’immagine. ◆ Siccome invece [Hugo] Pratt è stato grande artista soprattutto in quanto narratore a fumetti (e se a qualcuno l’espressione può parere ancora riduttiva, «narratore verbo-visivo»),...