Pittore e poeta belga (Tervuren 1922 - Lovanio 1979). Dopo aver studiato presso l'accademia di Lovanio, entrò in rapporto con gli ambienti surrealisti belgi e francesi, e fu tra i fondatori nel 1947 del [...] i suoi interessi per i valori segnici studiando le scritture ideografiche orientali, fino alla creazione, nel 1962, dei Logogrammes, suggestive tavole a inchiostro in cui si realizza l'incontro tra invenzione grafica e invenzione verbale-poetica. ...
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Hrabal, Bohumil
Giuseppe Dierna
Narratore ceco, nato a Brno-Židenice il 28 marzo 1914, morto a Praga il 3 febbraio 1997. Nella sua vita H. svolse numerosi mestieri - minutante notarile, commesso viaggiatore, [...] raccolta, il passaggio da una giocosità - che era del poetismo degli anni Venti - a una più matura costruzione verbale, che dal surrealismo mutua la predilezione per gli accostamenti inusitati, per le libere associazioni poetiche, per il collage ...
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SANGUINETI, Edoardo
Alessandra Briganti
(App. IV, III, p. 263)
Poeta, romanziere, critico italiano. La produzione poetica di S. si è svolta coerentemente sulla linea inaugurata dalla serie Reisebilder, [...] viaggio, in cui la scrittura serve a ricomporre un'identità fisica intima e sociale frantumata e dispersa. L'"intasamento verbale" della pagina, vergata sulla spinta di un'occasione precisa e ben individuabile e poi subito stracciata, risponde alla ...
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PAOLAZZI, Leo
Niva Lorenzini
(Antonio Porta). – Nacque a Vicenza il 9 novembre 1935 da Anna Trentini, di famiglia benestante, e da Pietro Antonio, futuro proprietario della casa editrice Rusconi e Paolazzi.
Il [...] Porta).
Nel caso del testo più emblematico, Come se fosse un ritmo, la parola si affidava a uno stile verbale di minuscoli segmenti visivi e fonici, frammenti di verbo+sostantivo proposti in colonna con identica scansione, ad assorbire banalità e ...
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Beckett, Samuel (propr. Samuel Barclay)
Nadia Fusini
Scrittore, drammaturgo e sceneggiatore irlandese, nato a Foxrock (Dublino) il 13 aprile 1906 e morto a Parigi il 23 dicembre 1989. Fu uno degli autori [...] II (1960). Due sono i modi in cui B. esplorò la condizione umana. Da una parte, attraverso l'incessante flusso verbale del monologo interiore, che è il modo dominante nella trilogia narrativa. Dall'altra, c'è l'immagine: sono proprio le immagini ...
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Francese, letterature di lingua
Gianfranco Rubino
Francia
All'inizio del 21° sec. la letteratura francese conferma fondamentalmente i caratteri e gli orientamenti che si erano delineati nell'ultimo [...] di Tel Quel, Ph. Sollers (n. 1936) è passato da opere non figurative a un tipo di romanzo libero nell'euforia verbale e nella critica della cultura contemporanea, ricco di spregiudicato edonismo (L'étoile des amants, 2002; Une vie divine, 2005). Fra ...
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Scrittore e giornalista, nato a Roma il 28 settembre 1899, morto a Lariano il 4 gennaio 1977; collaboratore della Tribuna, dell'Idea Nazionale, del Corriere italiano, del Travaso delle idee, della Gazzetta [...] 'altro un anticipatore di E. Ionesco e del teatro dell'assurdo, il suo gusto del nonsense e dell'inesauribile pirotecnia verbale lo pone sulla linea dei più vivaci innovatori in quella zona delle lettere ove l'invenzione teatrale coincide con quella ...
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Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] la fusione in un solo nuovo perfetto dei due antichi tipi dell’aoristo e del perfetto; la formazione di un sistema verbale fondato sulla bipartizione tra infectum e perfectum, e cioè tra azione in via di svolgimento e azione compiuta; il conseguente ...
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Galileo Galilei nacque nel 1564 a Pisa, dove trascorse l’infanzia fino al 1574 e dove tornò dopo sette anni di studio nel monastero di Santa Maria di Vallombrosa, per i corsi universitari (1581-1585) e [...] del nome. In effetti la scrittura di Galileo è fittissima di nomi, in particolare di nomi che esprimono un concetto verbale. Quando scrive: «E per più facile intelligenza, piglieremo carta e penna» (VIII, 36), evita una frase finale; quando dice che ...
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NIMIER, Roger
Massimo Colesanti
Romanziere francese, nato a Parigi il 31 ottobre 1925 e ivi morto il 28 settembre 1962. È il rappresentante più tipico di quella generazione di giovani romanzieri che [...] anche a Stendhal fra altri suoi maestri, da Drieu La Rochelle a Céline), oltre al gusto di un'invenzione verbale stilisticamente chiara, spigliata e insolente, volta a costruire personaggi aspri, sprezzanti, nel vuoto di un mondo in disfacimento ...
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verbale1
verbale1 agg. [dal lat. tardo verbalis, der. di verbum (v. verbo) «che riguarda la parola, il verbo»]. – 1. a. Di parole, che consiste di parole: offese v., in contrapp. a offese che si possono recare con atti, gesti, ecc.; con sign....
verbale2
verbale2 s. m. [sostantivazione dell’agg. prec., nel sign. 1 c, sull’esempio del fr. (procès) verbal]. – Documento redatto da un pubblico ufficiale, o da chi è investito di questa specifica funzione, allo scopo di attestare e ricordare,...