Aggressività
Felicity A. Huntingford
Il comportamento aggressivo è assai frequente nel regno animale e di solito si conclude con l’ottenimento, da parte del vincitore, dell’accesso a una risorsa disponibile [...] una prova importante del fatto che una parte significativa della variabilità riscontrata nel comportamento aggressivo della popolazione selvatica originaria dipende da differenze genetiche a carico di specifiche porzioni del cromosoma Y. È ...
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Citogenetica
Antonino Forabosco
La citogenetica è una disciplina della biologia piuttosto giovane. È nata infatti con la riscoperta delle leggi di Mendel, avvenuta nel 1900, che fece constatare la stretta [...] mantengono la loro individualità strutturale e la loro continuità genetica. Si riconosce anche che nelle cellule somatiche originate dallo nelle situazioni di normalità, nella sua variabilità intraindividuale e interindividuale e nella sua dinamica ...
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Embrione
Jonathan Cooke
L'embrione, dal greco ἔμβρυον, "neonato, feto", è il prodotto del concepimento, derivante dalla cellula uovo fecondata, lo zigote. Lo sviluppo embrionale si verifica attraverso [...] adulti. Tra una specie e l'altra maggior variabilità si riscontra invece nei cambiamenti di forma provocati dalle es. una rana, un pesce o un mammifero, mascherano i meccanismi genetici comuni di base, che oggi si è in grado di controllare osservando ...
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Proteine. Degradazione delle proteine
Mark Hochstrasser
Le cellule spesso passano da uno stato all'altro, sia in risposta a stimoli ambientali sia come parte di una via di sviluppo finemente regolata. [...] proteasomico (fig. 4), si può supporre che un'ulteriore variabilità nelle subunità α possa portare a un più ampio spettro è arricchita, grazie a un notevole numero di lavori sulla genetica e sulle strutture. Nonostante ciò, non siamo ancora in grado ...
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Razza
Brunetto A. Chiarelli
Il termine razza compare per la prima volta in Europa nel 14° secolo e viene usato inizialmente nell'ambito dell'allevamento degli animali (probabilmente originato dal francese [...] sistema che assicura e protegge le combinazioni genetiche favorevoli. Infatti la possibilità di accoppiamento, e quindi lo scambio dei geni, assicura all'individuo e alla popolazione la variabilità necessaria per l'adattamento alle diverse condizioni ...
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Lipoproteine
Giancarlo Urbinati
Si definiscono lipoproteine dei complessi macromolecolari costituiti da quantità variabili di proteine e lipidi (colesterolo e suoi esteri, trigliceridi, fosfolipidi), [...] come lo sono le definizioni che si riferiscono all'aumento di variabili di tipo quantitativo continuo (come, per es., la pressione arteriosa si tratta, il più delle volte, di forme su base genetica, peraltro non sempre nota (come è invece il caso per ...
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classificazione e sistematica
Giuseppe M. Carpaneto
Ordinare la natura
Il mondo dei viventi può apparire come un insieme caotico dove le forme e i colori degli animali e delle piante sono stati decisi [...] e mescolate dando origine a fenomeni di variabilità continua che rendono attualmente impossibile definire le razze.
Categorie superiori
Attraverso il criterio della distanza genetica possiamo individuare categorie superiori, ovvero più grandi ...
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Vecchiaia
Marcello Cesa-Bianchi
Gabriella Pravettoni
La vecchiaia è l'età più avanzata della vita dell'uomo, nella quale si ha un progressivo decadimento e indebolimento dell'organismo, con caratteri [...] variabili da individuo a individuo, al determinarsi delle quali possono concorrere fattori di diversa natura: genetici fra loro (Psychology of aging 1990). Il primo è di natura genetica e si traduce in un programma che, con o senza l'interferenza ...
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DNA
Ernesto Di Mauro
L'acido deossiribonucleico (DNA) costituisce, con l'acido ribonucleico (RNA), la classe di polimeri informazionali definita 'acidi nucleici', componenti fondamentali delle strutture [...] di quello fosfoesterico tra zucchero e fosfato. Il ruolo genetico dei polimeri nucleici, legato alla possibilità di una loro di meccanismi di riparazione sia a carico della parte variabile (le basi), sia a livello dello scheletro zucchero-fosfato ...
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Nacque ad Asti il 20 giugno 1879; si laureò in scienze naturali all'università di Torino (1901), sotto la direzione di Ermanno Giglio-Tos. Quando (1903) questi occupò la cattedra di zoologia a Cagliari, [...] tetraploicli, anfigoniche e partenogenetiche, e cercò di rintracciare i rapporti genetici che le collegano. Sullo stesso animale l'A. studiò anche altri problemi, quali la variabilità in dipendenza da condizioni d'ambiente (salsedine), i rapporti fra ...
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variabilita
variabilità s. f. [der. di variabile]. – L’essere variabile; condizione o proprietà di ciò che è variabile; attitudine di uno o più elementi a presentarsi in vario modo o con varia intensità: v. di una grandezza; v. del tempo;...
genètica s. f. [dall’ingl. genetics, termine coniato nel 1906 dal biologo ingl. W. Bateson, dall’agg. genetic «genetico»]. – Ramo delle scienze biologiche che studia tutti i fenomeni e tutti i problemi relativi alla discendenza e cerca di determinare...