Città dei Paesi Bassi, nella provincia dell'Olanda meridionale, con 55.008 abitanti (1928), sita su di un'isola alla foce del Reno, che qui ha nome Merwede e si divide in tre bracci: Noord, Oude Maas e [...] , sculture, rilievi in rovere. Il museo di pittura vanta una bella collezione di quadri ottocenteschi olandesi ed esteri (VanGogh, Israels, ecc.). La posizione della città, dove convergono quattro larghi corsi d'acqua, spiega la sua atmosfera di ...
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RESNAIS, Alain
Simone Emiliani
Regista francese, nato a Vannes il 3 giugno 1922 e morto a Parigi il 1° marzo 2014. Tra i più importanti cineasti francesi del dopoguerra, si è formato nel clima della [...] sua carriera di documentarista con cui ha esordito e in cui spiccano soprattutto i suoi lavori sull’arte (come VanGogh, 1948) e Nuit et brouillard (1955; Notte e nebbia) sui campi di sterminio nazisti. Sperimentatore nel cercare continuamente nuovi ...
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Koons, Jeff
Giovanna Mencarelli
Artista statunitense, nato a York (Pennsylvania) il 21 gennaio 1955. K. si è formato (1972-1976) al Maryland Institute College of Art di Baltimora e alla School of the [...] archeologico nazionale, a cura di M. Codognato, E. Geuna, Napoli 2003; Blumen mythos. Flower myth. Von Vincent vanGogh bis Jeff Koons, hrsg. D. Ciuha, R. Bouvier, Louisiana Museum for Moderne Kunst Humlebæk, Fondation Beyeler, Riehen-Wolfratshausen ...
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Festa, Tano
Simona Ciofetta
Festa, Tano (propr. Gaetano)
Pittore, nato a Roma il 2 novembre 1938, morto ivi il 9 gennaio 1988. Si formò presso l'Istituto d'arte di Roma, diplomandosi in fotografia artistica [...] più pittorici e inquietanti: dalla serie di Omaggi al colore, degli anni Settanta, che presenta i nomi di Degas, Renoir, vanGogh o Picasso su sfondi di nuvole fatte di pennellate veloci, alla serie Coriandoli o alle opere degli anni Ottanta, dense ...
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Pittore, nato a Dublino nel 1910; è il più noto esponente di quel movimento precipuamente britannico che possiamo definire neoromanticismo, impregnato di letteratura esistenzialista e surrealista, di amore [...] di Innocenzo X dal Velázquez (1951); Dog (1952); Man with dog (1954) e la serie di versioni degli autoritratti di VanGogh (1957).
Tenne la sua prima personale a Londra nel 1949; sue opere nei principali musei europei e americani; ha rappresentato la ...
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KOONING, Willem de
Ornella FRANCISCI OSTI
Pittore nordamericano, nato a Rotterdam, Olanda, il 24 aprile 1904; studiò otto anni all'accademia d'arte di Rotterdam. Negli S.U.A. dal 1926, è considerato [...] pennellate larghe e dense di colore, dai contorni calcati, dall'incontrollata violenza si è notata l'intensa emotività di VanGogh e la riservatezza di Mondrian senza che però i suoi grandi conterranei abbiano lasciato traccia nel suo stile. Dal ...
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Orientamento artistico che si diffuse nei primi decenni del Novecento, avendo come centro d’irradiazione la Germania, come reazione al naturalismo e all’impressionismo. Si concretizzò in diverse correnti, [...] il drammatico travaglio della vita interiore. Trovando le premesse nell’arte di personalità come J. Ensor, E. Munch, V. vanGogh, P. Gauguin, e con significativi riferimenti all’arte popolare, alle culture primitive e all’espressione musicale, l’e ...
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Pittura, scultura o fotografia che ritrae, cioè rappresenta la figura o la fisionomia di una o più persone.
Il r. nell’antichità
L’arte egizia ebbe un particolare interesse per la riproduzione di tratti [...] r. di E. Degas, É. Manet, A. Renoir, A. Rodin fa riscontro l’intensificazione psicologica dei r. di V. vanGogh o di J. Ensor; rapporti del tutto nuovi con il soggetto compaiono nelle correnti postimpressioniste, nell’espressionismo, nel cubismo, nel ...
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Regista cinematografico francese (Vannes, Morbihan, 1922 - Parigi 2014). Autore ora geniale e provvisto di humour, ora freddo e cerebrale, caratterizzato da una costante volontà di sperimentazione, ha [...] letterario, ebbe inizio realizzando una serie di film in 16 mm, cui seguirono alcuni notevoli cortometraggi in 35 mm: VanGogh (1948); Guernica (1949); Gauguin, su musica di D. Milhaud (1950); Les statues meurent aussi (1953); Nuit et brouillard ...
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Pittore olandese (Amers foort 1872 - New York 1944). Studiò all'Accademia di Amsterdam. Una permanenza nel Brabante (1904-05) lo portò a contatto con la vita dei contadini, e questa esperienza pittoricamente [...] modi accademici, con mezzi ispirati, tra l'altro, a vanGogh. In seguito soggiornò a Domburg, dove eseguì composizioni più "facciate", del "mare" e ancora dell'"albero". Conobbe Theo van Doesburg e con lui fondò nel 1917 la rivista De Stijl, ...
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van1
van1 〈van〉. – Primo elemento di cognomi olandesi (Van Dyck, Van Gogh, ecc.) e fiamminghi (Van Opstal, Van Roomen, ecc.), nei quali rappresenta una componente prepositiva con funzione patronimica, matronimica, etnica (come il ted. von...
islamofobico
agg. Derivato da ostilità pregiudiziale nei confronti dell’islam. ◆ Sono state pugnalate inflitte ai valori più profondi dell’Olanda quelle che hanno tolto la vita a Theo van Gogh. […] Ma qualche avvisaglia islamofobica si è fatta...