"Un'ordinaria forma non alletta". Arte, riflessione sull'arte e società
Lionello Puppi
Ruggero Rugolo*
Il Seicento rappresenta nella complessa compagine della storia di Venezia l'estrema grande occasione [...] , chi naviga, chi camina, chi dona, chi ruba, chi piange, chi ride, chi veglia, chi dorme, chi s'affatica, chi riposa, chi cumula, non ha speranza di salvezza, come l'uomo intabarrato di nero che, invece di prestare soccorso agli appestati, si ...
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Le classi popolari
Luca Pes
Culture
A volte capita di trovare, persino negli scritti più moralisti e deprecatori, degli spaccati sociali che offrono indizi, sollevano interrogativi e forniscono un buon [...] ne va. Lui resta deluso del malinteso: «io, che sono un gran signore ai suoi occhi, e un presentando una istanza al prefetto: l’imprenditore «ride befegia […] e fa man bassa come famiglia, tutti uniti come un solo uomo per «il miglioramento morale e ...
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Memorie dalla guerra civile
Giovanni Contini
Questo saggio si occupa di come è stato elaborato il ricordo da parte dei sopravvissuti alle stragi e da parte di repubblichini e partigiani. Da parte di [...] comandanti e commissari già sposati ad una dottrina generale sull’uomo, e la società, e la guerra in genere gente è euforica, si ride, si grida evviva, si balla (Un banco di nebbia, cit., p. 191).
Sembra, dalle memorie, che il trauma sia stato così ...
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Marino e i marinisti
Giuseppe Guido Ferrerò
Intellettualistica ricerca dello stupefacente, che si affida alla singolarità di argomenti non prima trattati nella lirica d'arte e all'inconsueto modo di [...] e aggrandita dalla fantasia barocca!): «E l'aere, ov'ella ride, ond'ella spira, - d'anime tutto amorosette è pieno, parole di indomita fierezza immaginando un uomo povero che apostrofa nemici prepotenti: «A la mia povertà, che non si atterra, - se ...
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Torquato Tasso: Poesie - Introduzione
Francesco Flora
Alla poesia di Torquato Tasso, qualunque genere abbia egli trattato, dalle rime d'amore o di vario tema al canto pastorale dimesso, fino a quei [...] e con la lingua fa vezzi a Clorinda bambina, e costei ride e la accarezza:
ed ischerzando seco, al fero muso
la ed arti, come quella parola «capitano» che soltanto l'audacia e l'autorità di un uomo di genio poteva allora far risonare nel primo ...
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luce
Antonietta Bufano
Attilio Mellone
Guido Di Pino
– In un passo del Convivio D. afferma che l'usanza de' filosofi è di chiamare ‛ luce ' lo lume, in quanto esso è nel suo fontale principio... ‛ [...] esempio. Per volere di Dio l'uomo è in questa vita privo di questa luce che consentirebbe al suo intelletto di salire (X 109 e XIV 34; anche XIII 48), la piccioletta luce in cui ride Paolo Orosio (secondo i più: X 118), quella etterna di Sigieri (v. ...
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Tradizioni ecclesiastiche e culto costantiniano in Occidente
Il culto di Costantino nei secoli VII-XIII e la sua sopravvivenza fino a oggi
Antonio Francesco Spada
Il nome dell’imperatore Costantino [...] grazie a un episodio che la gente del tempo riteneva miracoloso. Narra la leggenda che un uomo di Scano Montiferro, che stanno facendo, non guardano attorno agli spettatori; nessuno degli spettatori né ride, né scherza, né parla con quelli che ...
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Problemi bioetici e alternative etiche
Carlo Augusto Viano
(Dipartimento di Discipline Filosofiche, Università degli Studi di Torino, Torino, Italia)
La bioetica è il tentativo di elaborare indirizzi [...] ma di ride finire il suo oggetto. Sacri sono non tutti gli aspetti della vita, ma quelli che derivano da scelte profonde, che danno per la stessa sopravvivenza dell'uomo, un po' come era stata considerata la fisica che aveva consentito di produrre la ...
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Motti e Facezie del Piovano Arlotto: Prefazione
Gianfranco Folena
Le cose che a fanciulli e ad ignoranti
vanno per man, soglion perder sua forma
e mutar spesse volte soi sembianti.
Vien poi chi per [...] loro vita istantanea, come quel frate «gaglioffo, unte e impronto» al quale ride l'occhio avido (fac. 7), oppure quel cancelliere che «era uomo tondo di pelo e aveva le tempie grasse» (fac. 165) o quella femmina del fondaco maggiore «grassa e grossa ...
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in
Aldo Duro
Sotto l'aspetto formale, la preposizione è presente in D. sia nella sua forma semplice in - aferetica ('n) dopo e, che, ché e altre preposizioni, pronomi, congiunzioni desinenti in vocale [...] l'uomo è degno di loda e di vituperio solo in quelle cose che sono in sua podestà di fare o di non fare, che " è in suo potere ", che " che comincia i tristi lai / la rondinella presso a la mattina (Pg IX 13); Quale ne' plenilunïi sereni / Trivïa ride ...
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ridere
rìdere v. intr. [lat. ridēre, con mutamento di coniug.] (pass. rem. risi, ridésti, ecc.; part. pass. riso; aus. avere). – 1. a. Manifestare un sentimento di allegrezza spontanea, viva e per lo più improvvisa, mediante una tipica modificazione...
vaghezza
vaghézza s. f. [der. di vago1]. – 1. L’essere vago, cioè indeterminato, incerto, poco preciso: accennare con v. a un fatto; v. di un’accusa; con riferimento a opere figurative: v. di linee, v. di contorni. 2. Bellezza, leggiadria,...