Scienza indiana. Il pensiero indiano
Raffaele Torella
Il pensiero indiano
Una 'filosofia' indiana?
I diversi modi in cui nel tempo si è articolata questa domanda e le risposte date a essa sono da inquadrare, [...] circa la sua natura. Compito di una parola è soltanto quello di rimuovere una di queste cause.
A operare con gli universali così concepiti è il secondo dei due mezzi di conoscenza, l'inferenza, la cui definizione è data in Pramāṇasamuccaya II.1 ...
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Enciclopedia delle Scienze Sociali I Supplemento (2001)
Giustizia, teorie della
Michel Rosenfeld
Introduzione: considerazioni generali sul diritto e sulla giustizia
Il diritto e la giustizia, inestricabilmente connessi in un rapporto spesso difficile e controverso, [...] individuo di trattare i suoi simili come eguali e come fini in sé secondo norme che possono essere assunte come universali. Così, laddove il diritto naturale tradizionale comportava una conciliazione tra bene comune e giustizia sulla base di idee del ...
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VESPIGNANI, Alfonso Maria
Vescovo e filosofo scolastico, nato a Imola il 19 dicembre 1825, morto a Cesena l'11 febbraio 1904. Ordinato sacerdote, passò attraverso tutte le cariche della curia diocesana, [...] ad illustrare il pensiero di San Tommaso, egli prese parte anche alla polemica rosminiana.
Scrisse: Saggio della teorica degli universali secondo i principi di San Tommaso (1881); Sullo scetticismo (1885); Due memorie relative alla questione circa l ...
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Persona colta, che ha il gusto del bello e dell’arte o che si dedica attivamente alla produzione letteraria e artistica, ma anche individuo che svolge attività lavorativa di tipo culturale o nella quale [...] un’istruzione superiori (accademici, artisti, giuristi, scrittori, professionisti), i quali godono della pubblica stima e sono considerati depositari di valori culturali universali che trascendono gli interessi particolari e i pregiudizi partigiani. ...
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Medico e filosofo (Braga o Tuy prima del 1552 - Tolosa 1623), uno dei più significativi rappresentanti dello scetticismo del tardo Rinascimento: muovendo da una critica del concetto aristotelico di scienza [...] sull'utilità della concreta esperienza del particolare fenomenico, a cui l'uomo si deve limitare (De multo nobili et prima universali scientia quod nihil scitur, 1576, pubbl. nel 1581). In un volume post. (1636), oltre al Quod nihil scitur sono ...
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Filosofo politico (Kirchhain, Assia, 1899 - Annapolis 1973). Di famiglia ebraica, studiò in Germania, dove divenne ricercatore della Akademie für die Wissenschaft des Judentums di Berlino. Emigrato in [...] allo storicismo, il cui relativismo impedirebbe l'elaborazione di una filosofia politica basata su valori e norme etiche universali, S. ha proposto il ritorno alla tradizione del pensiero politico classico (Platone e Aristotele); all'interno di ...
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In filosofia, termine usato specialmente da I. Kant per indicare ciò che non dipende dall’esperienza, opposto a ciò che si definisce a posteriori. Ha origine in Aristotele, che aveva distinto l’universale [...] , o ne dipende). A priori quindi è ciò che la ragione ricava dalla propria interiorità, ha i caratteri dell’universalità e necessità, ed è sinonimo di ‘forma’, ‘trascendentale’, e di ‘puro’. All’opposto, a posteriori (cui spettano i caratteri ...
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Branca della filosofia che, tradizionalmente, mira a individuare la natura ultima e assoluta della realtà al di là delle sue determinazioni relative, oggetto delle scienze particolari.
Origine e impiego [...] scritti aristotelici, curata nel 1° sec. a.C. da Andronico di Rodi, le trattazioni concernenti i problemi più universali della filosofia furono posposte alle trattazioni riferentisi agli aspetti e alle leggi della natura: queste furono raccolte sotto ...
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Filosofo e psicologo (Gotha 1821 - Monaco di Baviera 1864). Allievo di Herbart, prof. all'univ. di Marburgo dal 1862. Particolare interesse suscitarono le sue ricerche sulla psicologia dei popoli allo [...] che di psicologia, concepita quale scienza naturale che cerca di spiegare solo i fenomeni generali per mezzo di leggi universali (Grundlegung der Psychologie, 1846), anche di pedagogia (Allgemeine Pädagogik, 1852). Notevole la sua ed. dell'Organon ...
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Filosofo greco (380-300 a. C. circa), scolaro di Euclide di Megara o di scolari di lui, oltre che di Diogene il Cinico. Dopo Ichthyas fu capo della scuola megarica, dove ebbe come discepoli, tra gli altri, [...] platonico, comuni ai megarici, sono da attribuire a S. in particolare le negazioni megariche dell'esistenza di idee universali, nel senso platonico-aristotelico, e la tesi dell'impossibilità della predicazione salvo che nel caso del giudizio identico ...
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universale1
universale1 agg. [dal lat. universalis, der. di universus: v. universo1]. – 1. a. Che riguarda tutto l’universo, che si estende o è valido per l’intero universo fisico (nell’accezione scient. di questo termine): legge dell’attrazione...
universale2
universale2 s. m. [uso sostantivato dell’agg. prec.]. – Strumento, detto anche u. geodetico, fondamentale in passato nella geodesia e astronomia geodetica per misurare angoli orizzontali e verticali, attualmente per lo più sostituito...