Il neopurismo è il movimento linguistico promosso da Bruno Migliorini (1896-1975), fra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento, per assecondare un equilibrato sviluppo della lingua contemporanea valutando, [...] . E nell’esame linguistico non ci si limita al piano formale della fonetica e della grafia, ma si valuta attentamente anche capacità assimilative, Migliorini, pur non sconfessando la teoria neopuristica (Migliorini 1970; 1971), abbandonò quasi ...
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Lo stile epistolare, cioè l’insieme di regole (stilistiche, grafiche, pragmatiche) con cui si scrivono le lettere, è frutto di un processo di codificazione sedimentato attraverso i secoli (➔ lettere e [...] comunicative contingenti, mostrano una forte continuità sia nella teoria sia nella prassi. In taluni casi, l’ tono e la relazione tra scrivente e destinatario: se questa è formale si usa gentile, egregio, illustre, esimio (questi ultimi due ormai ...
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Nella retorica classica si intende per anastrofe il sovvertimento del percorso lineare di due o tre parole – o dei costituenti e dei gruppi di parole – di una frase: la seconda diventa prima e la prima [...] Goffredo di Vinosalvo, che la inserisce in una originale teoria dell’iperbato (la conversio).
Dante fa proprio il iperbato e in particolare utilizza l’anastrofe portandola a perfetto equilibrio formale:
(1) Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna ...
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Il termine anfibologia indica ogni espressione che presenti almeno due significati diversi. La figura retorica corrispondente, detta anfibolia, è chiamata nella latinità anche ambiguum e ambiguitas (Lausberg [...] comporta due. L’Institutio oratoria di Quintiliano elabora una teoria dell’anfibologia – che chiama ambiguitas – e non la …). Il risultato è una maggiore autonomia del piano formale della lingua italiana rispetto alle lingue dell’antichità classica. ...
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strutturalismo Teoria e metodologia affermatesi in varie scienze dal primo Novecento, fondate sul presupposto che ogni oggetto di studio costituisce una struttura, costituisce cioè un insieme organico [...] E. Husserl.
Nella critica letteraria, e anche artistica, lo s. costituisce una teoria e una prassi fondate sulla considerazione esclusiva o preminente dell’aspetto formale dell’opera, intesa come un insieme organico di elementi che derivano il loro ...
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Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] chiarezza della prosa, sia per il prevalere, nella teoria e nella pratica, dell’analogia (indirizzo creato dalla non soffocata dal pessimismo totale.
Virgilio giunse a risultati formali che rimasero definitivo modello per tutta la letteratura dell’ ...
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Linguista (Ginevra 1857 - Vufflens 1913). Nipote di Nicolas-Théodore, pronipote di Horace-Benedict, in un ambiente di fine e antica cultura S. sviluppò un'intelligenza precoce, spesso applicata a fatti [...] tempo, L. Hjelmslev in saggi interpretativi e nei suoi Fondamenti della teoria del linguaggio suggeriva una reinterpretazione, una rilettura e una ripresa rigorosamente formale delle idee di Saussure. Negli anni Cinquanta un valoroso latinista e ...
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Il complesso dei vocaboli e delle locuzioni che costituiscono una lingua, o una parte di essa, o la lingua di uno scrittore, di una scuola, o di un qualsiasi parlante. Anche, l’insieme dei vocaboli comuni [...] è l’arte e tecnica della raccolta e della definizione (formale, funzionale e soprattutto semantica) dei vocaboli appartenenti al l. quando sorse la linguistica moderna e con essa una teoria della lessicografia in senso scientifico; tra le opere ...
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In genere, ciò che si enuncia, si dichiara, si afferma, e la frase stessa che contiene l’enunciato.
Filosofia
P. ed enunciato
Nella logica e nella filosofia del linguaggio contemporanee si distingue p. [...] e l’analisi dei contesti di credenza, si è rivelata meno promettente per la teoria del significato nei linguaggi naturali. Sia le teorie platoniste e mentaliste sia quelle formali della p. sono state criticate da W.V.O. Quine, per il quale esse ...
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Logico e filosofo del linguaggio (Vienna 1889 - Cambridge, Inghilterra, 1951). Interruppe gli studî d'ingegneria iniziati all'univ. di Manchester, per dedicarsi alla matematica e ai suoi fondamenti logici; [...] significato empirico; invece le proposizioni della logica formale e della matematica pura, non avendo significato delle frasi non è più ora da ritrovarsi in una qualche teoria della corrispondenza nome-oggetto, ma va piuttosto riportato all'uso che ...
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formalismo
s. m. [der. di formale1]. – 1. Attaccamento alla forma esteriore, per cui si trascura o si dà minore importanza a ciò che è sostanziale ed essenziale; rigorosa osservanza delle norme, dei regolamenti, o in genere delle formalità...
formale1
formale1 agg. [dal lat. formalis]. – 1. Nel linguaggio filos., della forma, che concerne la forma o è inerente alla forma, in stretta connessione con il sign. e lo svolgimento di questo termine in filosofia. a. Nella distinzione aristotelica...