Neuropsicologia del linguaggio
Gianfranco Denes
(Divisione di Neurologia, Ospedale Civile di Venezia SS. Giovanni e Paolo, Venezia, Italia)
Lo scopo di questo saggio è di illustrare il contributo fornito [...] N. Chomsky (1986) il linguaggio, sistema grammaticale formale distinto da altre forme di comunicazione comuni con altre elaborati separatamente da quelli grammaticali, mentre secondo la teoria unitaria ogni parola è analizzata e immagazzinata nel ...
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Sociolinguistica
Gaetano Berruto
Oggetto e ambito della sociolinguistica
Pur essendo una facoltà che fa parte del bagaglio di capacità innate degli esseri umani, il linguaggio verbale viene tipicamente [...] X, è parlata dalle classi dominanti, è usata nello scritto formale e nelle situazioni che richiedono impegno, mentre X ha un basso minor tempo e con la minore difficoltà possibile. Sia la teoria di Grice che, ancor più, quella di Lakoff sono, ...
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Prima di affrontare la descrizione del sistema fonologico dell’italiano, occorre illustrare brevemente il significato del termine fonologia. Lo studio dei suoni prodotti dall’apparato fonatorio è l’oggetto [...] in latino classico la sua esecuzione corretta era relegata al registro formale e colto. In ogni caso non se ne hanno sviluppi romanzi vista fonologico è un’operazione che dipende dal tipo di teoria sillabica adottata e, in ogni caso, non coincide con ...
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I primi testi volgari d’area italiana sono tradizionalmente considerati i Placiti capuani (marzo 960 - ottobre 963): un debutto tardo rispetto a quello francese (i Giuramenti di Strasburgo, primo documento [...] ’accusativo’ si trovano a confluire, per la loro manifestazione formale, con gli oggetti, secondo un modulo che era estraneo Giardini.
La Fauci, Nunzio (1997), Per una teoria grammaticale del mutamento morfosintattico. Dal latino verso il romanzo, ...
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La pragmatica è il settore degli studi linguistici e semiotici che si occupa del rapporto fra i segni e i loro utenti, ovvero dell’uso dei segni, che ha sempre luogo in un contesto. Preannunciata dal filosofo [...] e Richard Montague, che hanno sviluppato l’analisi formale del significato, Ludwig Wittgenstein, che per primo ha ’enunciato è usato, cioè la sua forza. È compito della teoria degli atti linguistici spiegare in quali sensi e sotto quali condizioni ...
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di Silvia Morgana
La storia linguistica dell’Ottocento copre un arco cronologico più esteso rispetto al mero XIX secolo e va dall’arrivo dei francesi in Italia nel 1796 fino al 1915: è infatti l’inizio [...] Glottologico Italiano» (1873), le pecche della teoria manzoniana: la mancata coincidenza tra capitale linguistica che l’alternanza tra istituti poetici ereditati e soluzioni formali già novecentesche si configura come una stagione di transito ...
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Dante Alighieri nacque a Firenze nel maggio, o giugno, 1265, l’anno prima della battaglia di Benevento, che segna la distruzione della parte ghibellina in Italia. Di famiglia guelfa, cresce in anni segnati [...] della rigenerazione civile e politica dell’Italia.
Questa teoria, con la quale Dante intende convertire la propria elegiaco, come il più basso, problematicamente definendolo, non in termini formali ma tematici, come «stile degli infelici»: II, iv, 5 ...
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Il lessico è l’insieme dei lessemi (o, con termine non tecnico, delle parole) di una lingua. Come altre lingue nazionali, che vengono usate da secoli per molte delle principali funzioni comunicative, anche [...] lavorio) oppure ‘a cumulo’ (forma → formale → formalizzare → formalizzazione), il risultato è un 2008), Coefficienti verbali nei nomi, in Categorie del verbo. Diacronia, teoria, tipologia. Atti del XXXI convegno della Società Italiana di Glottologia ( ...
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Pronuncia è il termine correntemente usato, anche dai non specialisti, per designare il modo di articolare i suoni di una lingua (si parla infatti di pronuncia della erre, di difetto di pronuncia, ecc.) [...] a partire da Lindblom (1990), che ha elaborato la cosiddetta teoria H&H, secondo cui la qualità dell’articolazione si ipoarticolazione si intreccia con quella concernente il continuum formale-informale (➔ registro), che coinvolge tutti i livelli ...
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CESARI, Antonio
Sebastiano Timpanaro
Nacque a Verona il 16 (secondo i biografi; ma il 17 secondo una sua testimonianza in Lettere, a c. di G. Manuzzi, II, p. 236) genn. 1760 da Pietro, "primo scritturale" [...] toscana (toscana e non italiana, insiste il C., contrario a qualsiasi teoria di koiné linguistica o di "volgare illustre": e anche qui il contemporaneo o di poco posteriore al C.), ma "formale". Tuttavia non bisogna pensare a critica stilistica nel ...
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formalismo
s. m. [der. di formale1]. – 1. Attaccamento alla forma esteriore, per cui si trascura o si dà minore importanza a ciò che è sostanziale ed essenziale; rigorosa osservanza delle norme, dei regolamenti, o in genere delle formalità...
formale1
formale1 agg. [dal lat. formalis]. – 1. Nel linguaggio filos., della forma, che concerne la forma o è inerente alla forma, in stretta connessione con il sign. e lo svolgimento di questo termine in filosofia. a. Nella distinzione aristotelica...