Ciò che è riferito al popolo, inteso sia come collettività dei cittadini, senza distinzione di classi sociali, sia come insieme delle classi sociali meno elevate, socialmente e culturalmente svantaggiate.
Antropologia
Secondo [...] oggetto) si dicono p. non per l’origine né per il grado di valore estetico, bensì per la loro elaborazione p. (che è qualcosa di più , 1909) ha combattuto la teoria romantica di idoleggiamento del primitivo e del p., formulando la sua Rezeptiontheorie ...
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Filosofia
La c. nella filosofia antica e medievale
La c. nella filosofia antica è concepita come un processo le cui modalità vengono diversamente interpretate: secondo la concezione di Pitagora, ripresa [...] in una forma che sarebbe diventata paradigmatica del suo approccio alla teoria della c., che ogni discorso sensato ma giustificate solo in modo accidentale, quindi prive di valore conoscitivo. Più di un autore ha individuato nell’affidabilità dei ...
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Ogni cosa che il soggetto percepisce come diversa da sé ed esterna, quindi tutto ciò che è pensato, in quanto si distingue sia dal soggetto pensante sia dall’atto con cui è pensato (per lo più contrapposto [...] che si oppone all’Io.
Un’articolata teoria dell’o. è stata fornita, nell’ambito del pensiero otto-novecentesco, da A. von proprio è per Frege tutto ciò che non ha valore predicativo (valore riconosciuto invece al concetto in quanto referente di ...
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Nel linguaggio scientifico, ogni fatto o evento suscettibile di osservazione diretta o indiretta, provocato o spontaneo.
Teorie fenomenologiche sono quelle che cercano di render conto di un f. quale esso [...] ha lo scopo di spiegare, e quando la teoria contraddice o ‘sorpassa’ il f., deve Mill tentò di risolvere il problema principale del fenomenismo ontologico (quello della permanenza delle cose Merleau-Ponty il valore essenziale della fenomenologia ...
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Complesso dei miti di un popolo, cioè delle narrazioni fantastiche tradizionali di gesta compiute da figure divine o antenati (esseri mitici), diffuse, almeno in origine, oralmente.
La spiegazione classica
Il [...] affermata, specie con la scuola storico-culturale, la teoria della diffusione, che tende a spiegare storicamente i ’occhio mortale. Di qui il valore simbolico del mito, che si connette con il suo valore estetico.
Nella filosofia contemporanea si è ...
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Nel significato più ampio e generico, ogni singolo contenuto del pensiero, ogni entità mentale, e più in particolare, la rappresentazione di un oggetto alla mente, la nozione che la mente si forma o riceve [...] lui le uniche vere realtà eterne, fuori del tempo e dello spazio, oggetto di scienza, eidetica (➔ eidetico).
Arte
Il valore assunto dal concetto di i. prevalente in Italia nel 16° sec., sfociò nella teoria secondo la quale l’i. dell’artista deve ...
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Filosofo (Derby 1820 - Brighton 1903); prima ingegnere ferroviario, poi (1848) viceredattore dell'Economist, pubblicò nel 1850 la sua prima opera, la Social statics, cui seguirono varî saggi, alcuni pubblicati [...] First principles, par. 145). Questa legge fondamentale, di valore universale, doveva permettere a S. l'edificazione di rilievo anche le sue teorie sulla società, sempre legate all'idea base dell'evoluzione trasposta all'ambito del sociale, in specie ...
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Nell’accezione comune, inclinazione esclusiva verso un oggetto, sentimento intenso e violento (di attrazione o repulsione) che può turbare l’equilibrio psichico e la capacità di discernimento e di controllo.
Filosofia
Nel [...] dominato dalla tendenza affettiva, pratica. La teoria filosofica delle p. sorge con lo stoicismo p. nell’ambito di una nuova concezione del mondo fisico, e nella cura delle p. sente più decisamente il valore universale dell’affectus, distinguendolo ...
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Filosofo e saggista spagnolo (Madrid 1883 - ivi 1955). Nella forma allora sempre più in voga del saggio scrisse le sue opere, non molte, ma di molto valore sia filosofico sia letterario. O. è infatti anche [...] , il «razio-vitalismo», che individua la realtà ultima del mondo non nel pensiero né negli oggetti ma nella vita i propri valori. Il mondo, così, non è altro che prospettiva, e «prospettivismo» è il nome che O. dà alla propria teoria della conoscenza ...
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Filosofo tedesco (Danzica 1863 - Heidelberg 1936). Esponente di spicco della scuola neokantiana che trovò a Heidelberg e nella Scuola del Baden il suo centro propulsore, sviluppò una filosofia il cui punto [...] filosofia l'elaborazione di una teoria dei valori e ne operò una classificazione sistematica: i valori rientrerebbero nei dominî della tra la fine dell'Ottocento e gli inizî del Novecento. In Die Grenzen der naturwissenschaftlichen Begriffsbildung ...
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valore
valóre s. m. [dal lat. tardo (in glosse) valor -oris, der. di valere: v. valere]. – 1. Riferito a persona indica: a. Possesso di alte doti intellettuali e morali, o alto grado di capacità professionale: un uomo, una donna di v., di...
numero
nùmero s. m. [dal lat. numĕrus; cfr. novero]. – 1. Ciascuno degli enti astratti che rappresentano insiemi di unità, ordinati in una successione infinita (serie naturale dei n.) nella quale ogni elemento conta un’unità in più rispetto...