Medico (Grave, Brabante, 1515 - Tecklenburg, Vestfalia, 1588), archiatra del duca Guglielmo di Cleve. È entrato nella storia della psichiatria per avere affermato, in un suo libro rimasto celebre (De praestigiis [...] daemonum et incantationibus ac veneficiis, 1563), contro la superstizione e l'ignoranza allora dominanti, che le streghe dovevano essere considerate come malate degne di compassione, infirmando così la validità delle confessioni estorte loro con la ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Giovan Battista Della Porta
Saverio Ricci
Della Porta non è mago, se per magia si intende commercio soprannaturale, per vantaggio del praticante, spesso con altrui danno. Egli piuttosto verifica le [...] parole inevitabili nella riscrittura di una vicenda omerica (p. 116). E Della Porta rinnovò l’esortazione a non credere alle «superstizion bugiarde e vane […]. È verità già terminata e chiara che gli futuri eventi incerti sono» (pp. 192-93). Egli si ...
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Scrittore svedese, nato a Hjoggböle (Västerbotten) il 23 settembre 1934. Ha raggiunto il successo con il romanzo Magnetisörens femte vinter (1964, Il quinto inverno del magnetizzatore), opera ambientata [...] nel Settecento, che tratta del grande enigma del mesmerismo fra scienza e superstizione, fra realtà e scetticismo, cui è seguito lo sperimentale Hess (1966), sulla vita del gerarca nazista R. Hess. Di carattere più complesso è Legionärerna (1968, I ...
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Generale romano (sec. 1º d. C.). Console suffetto (29), legato della Pannonia (41-43), fu nominato da Claudio (43) capo della spedizione in Britannia. A P. è da attribuire il merito della conquista e dell'organizzazione [...] del dominio romano in Britannia; nel 47 ebbe l'ovazione. Sua moglie fu Pomponia Grecina che, accusata di "superstizione straniera", fu affidata da Nerone, secondo la procedura arcaica, al giudizio del marito, che l'assolse. ...
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Poeta tirolese (m. 1419), di nobile famiglia. Compose (1411 circa) nel castello di Runkelstein (Castel Róncolo) presso Bolzano il poema didattico Die Pluemen der Tugent, rifacimento dei Fiori di virtù [...] . Il poema, stampato nel 1486 col titolo latino Flores virtutum, ha interesse storico per le descrizioni dei vizî dei nobili e le satire sulla superstizione; è notevole anche come documento dell'influsso italiano sulla letteratura tedesca umanistica. ...
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Pensatore (Parigi 1722 - ivi 1759); amico del barone P.-H.-D. d'Holbach, che fu editore e forse rimaneggiatore delle sue opere, collaborò all'Encyclopédie. Nell'opera L'antiquité devoilée par ses usages [...] oriental (1761), B. trova l'origine delle tradizioni religiose e politiche dell'umanità nell'effetto psicologico dei grandi rivolgimenti cosmici e naturali (il terrore ispirato dal diluvio generò la superstizione, la teocrazia, il dispotismo). ...
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Erudito (Milano 1778 - ivi 1861); laureato in medicina, si consacrò alle lettere; felice traduttore dal tedesco e librettista fecondo (La gazza ladra, per Rossini, 1817), il suo nome è legato soprattutto [...] e degli anni seguenti, difese i linguaggi tecnici, sostenne l'introduzione di voci tecniche moderne, anche se di origine dialettale, sottolineando la necessità di "ridare cittadinanza a vocaboli fuorusciti a causa della superstizione letteraria". ...
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Drammaturgo inglese (Liverpool 1926 - Cork 2016). Dopo alcune commedie scritte per la televisione, si è affermato con Five finger exercise (1958). Sono seguite The private ear e The public eye (1962), [...] cinematografica di M. Forman, 1984). Fra le commedie successive si ricordano Yonadab: the watcher (1985), sui temi della superstizione e dell'incesto, Lettice and lovage (1987; rappr. in Italia col tit. Amanda amaranda), This savage parade (1987 ...
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ERBA, Carlo
Silvana Casmirri
Nacque a Vigevano (odierna prov. di Pavia) il 17 ott. 1811 da Francesco Antonio e da Caterina Brasca, primo di cinque figli maschi. Il padre, speziale, gestiva a Milano [...] fu interessata da un radicale processo di trasformazione, che la emancipò dall'alchimia, dal semplicismo e dalla superstizione che ancora alla fine del Settecento la caratterizzavano. I progressi delle altre scienze, tra cui fondamentale la ...
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Pastore congregazionalista e scrittore (Boston 1663 - ivi 1728). Figlio di Increase, fu il più giovane studente a Harvard, dove entrò a dodici anni e si laureò in medicina nel 1681; divenuto pastore (1685), [...] presidenza del Harvard College. La sua opera maggiore è Magnalia Christi Americana (1702), storia ecclesiastica della Nuova Inghilterra, scritta con un misto di dottrina, superstizione e ingenuità. Nel 1713 fu accolto nella Royal Society di Londra. ...
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superstizione
superstizióne s. f. [dal lat. superstitio -onis, comp. di super- e tema di stare «stare»]. – Insieme di credenze o pratiche rituali dettate da ignoranza, frutto di errore, di convinzioni sorpassate, di atteggiamenti irrazionali:...
superstizioso
superstizióso agg. [dal lat. superstitiosus, der. di superstitio -onis «superstizione»]. – Che accetta e segue credenze e pratiche che costituiscono superstizione: è un uomo s.; gente s.; non devi essere così s.!; la magia di...