Teosebio
Filosofo (5° sec. d.C.). Fu discepolo di Ierocle di Alessandria, e capo della scuola neoplatonica che fiorì in quella città. Se ne hanno testimonianze nelle opere di Damascio e nel lessico bizantino [...] etici, che era propria anche del suo maestro, e che forse aveva condotto anche quest’ultimo a occuparsi del pensatore stoico. Il commentario al Manuale di Epitteto redatto da Simplicio, il quale aveva studiato ad Alessandria, costituisce del resto il ...
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ottimismo/pessimismo
Coppia di concetti complementari che nell’uso filosofico sono riferiti a concezioni o visioni del mondo connotate, rispettivamente, in senso positivo o negativo-svalutativo. L’o. [...] da una divinità di intelligenza, potenza e bontà perfette. Esempio massimo di o. è, nel mondo antico, il sistema stoico, che in ogni evento del mondo scorge l’irreprensibile manifestazione della ragione cosmica, e quindi nega affatto l’esistenza del ...
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stoicismo
Gérard Verbeke
Accanto alle informazioni esplicite sui filosofi e la dottrina dello s., in D. ci sono anche temi stoici che sono sviluppati senza che l'autore sia cosciente della loro vera [...] egli non s'ispira unicamente a Seneca, ma anche a Boezio (II m. V 27 ss.; III III). Inoltre, D. ha trovato dottrine stoiche nella Farsaglia di Lucano: il ritratto di Catone (II 380 ss.), qual è tracciato dal poeta romano, è l'immagine di un saggio ...
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FISICA
Goffredo COPPOLA
Guido CALOGERO
Antonio GARBASSO
Il termine greco di ϕυσικός (cioè "concernente la ϕύσις, la "natura") entrò nell'uso propriamente con Arisiotele, che con l'espressione τὸ [...] contrapporsi a quella "logica" e a quella "etica": e tale distinzione era confermata e resa anche più rigorosa nel sistema stoico. D'altra parte, "fisica" essendo per Aristotele essenzialmente la scienza di "ciò che è soggetto di movimento" (in forza ...
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Filosofo dell'antica Accademia, di cui fu scolarco, succedendo al maestro Polemone, dal terzo anno della 127ª olimpiade (270-69 a. C.) Cessò dalla carica durante l'olimpiade seguente (268-64 a. C.), lasciando [...] dei precedenti scolarchi Speusippo e Senocrate, con probabile accentuazione della tendenza moderata, opposta al rigorismo cinico-stoico, nel campo dei problemi etici. Quanto alla sua attività politica, pare che egli lasciasse la sua ritirata ...
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È la credenza nel fato, che determina una condotta ad essa conforme nella vita. Il fatalismo ha perciò in comune con la religione il sentimento di dipendenza assoluta da una forza suprema che domina l'universo, [...] negando ogni possibilità che si possa cambiare il corso degli avvenimenti, stima inutili le preghiere, che Seneca, fatalista stoico, chiamava aegrae mentis solacia (Quaest. natur., II, 35); dalla morale, perché non ammette la libertà e quindi esclude ...
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SESTII, Scuola dei
Guido Calogero
Scuola filosofica, fiorita a Roma, per breve tempo, sul principio dell'era volgare. Il nome le venne dal fondatore, Quinto Sestio (nato intorno al 70 a. C.), e dal [...] : per Sozione è da vedere anche il Florilegio di Stobeo: v. sozione). L'indirizzo fondamentale della scuola era quello stoico, ma con speciale accentuazione del momento etico, del resto in conformità della generale natura dello stoicismo romano (Q ...
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Filosofo peripatetico del terzo secolo avanti Cristo; fu probabilmente il successore di Licone nella carica di scolarco. È ricordato da Antioco di Ascalona e da Cicerone per l'eleganza dello stile, a cui [...] attinto Diogene Laerzio. Del resto, molti scritti a lui attribuiti sono con maggior probabilità da ascrivere all'altro filosofo, stoico, Aristone di Chio (v.), di cui già nell'antichità si sospettava la confusione col precedente (per facile scambio ...
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. Filosofo cinico, vissuto a Roma durante il regno di Caligola, di Nerone e di Vespasiano. Ostile alla monarchia imperiale, fu condannato da Vespasiano a una relegatio in insulam. Del suo pensiero abbiamo [...] . Ma a questo schietto motivo cinico dell'indifferente sopportazione del dolore si accompagna in D. un notevole elemento stoico, nella concezione dell'ordinamento provvidenziale dell'universo e della necessaria accettazione della sua legge: cinismo e ...
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Amico di Scipione l'Africano (m. 160 circa a. C.); accompagnò Scipione in Spagna (211 a. C.) e guidò la flotta alla conquista di Cartagena (209); collaborò poi efficacemente con Scipione in Africa nella [...] ed eloquenza. n Il figlio omonimo (o L. minore), detto Sapiens per i suoi studî filosofici (fu particolarmente legato allo stoico Panezio), rivestì la carica di tribuno della plebe (151 a. C.) e propose (forse in questa circostanza; secondo alcuni ...
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stoico
stòico agg. e s. m. [dal lat. stoĭcus, adattam. del gr. στωϊκός «che appartiene alla filosofia della Stoa»] (pl. m. -ci). – 1. Dello stoicismo, relativo o appartenente alla scuola filosofica fondata da Zenone di Cizio (per l’origine...
stoa
stòa s. f. [adattam. del gr. στοά «portico» (v. la voce prec.)]. – Nell’antica Grecia e in partic. ad Atene, lungo portico che serviva per il passeggio all’ombra e al coperto o come luogo di pubblico ritrovo: intorno all’ara ... Sorsero...