Diritto
Si chiama c. fortuito qualunque accadimento che renda inevitabile il verificarsi di un evento, costituendo l’unica causa efficiente di esso. Non ha valore concreto la distinzione tra c. fortuito [...] il rigido determinismo democriteo introducendovi un c. privo di cause mediante la nozione di clinamen (➔). Per gli Stoici, assertori di un universo perfettamente determinato, così come per i filosofi cristiani convinti dell’esistenza di un Dio ...
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Filosofia
Rapporto per il quale una conclusione deriva da una o più premesse. Nella storia della filosofia si distinguono tre principali interpretazioni di tale rapporto. Secondo la prima, esso è fondato [...] interpretazione considera tale rapporto fondato sull’evidenza sensibile che gli oggetti presentano: questo il punto di vista degli stoici, per i quali il fondamento del rapporto deduttivo è il fatto sensibile, cioè l’evidenza della rappresentazione ...
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La scienza nell'antichità greco-romana
Geoffrey E.R. Lloyd
John Vallance
La riscoperta del passato
Siamo abituati a guardare alle conquiste dell'antichità greco-romana con ammirazione e persino con [...] d'indagine della filosofia, come l'etica, del resto, che costituiva lo scopo principale dell'indagine filosofica. Sia per gli stoici sia per gli epicurei, la 'fisica', lo studio della Natura, era la terza componente della filosofia, anche se entrambe ...
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Scienza greco-romana. Filosofia della Natura nella Tarda Antichita
Christian Wildberg
Filosofia della Natura
Durante la Tarda Antichità (200 ca.-700 d.C.) l’Impero romano e i paesi vicini subirono [...] dall’attaccamento al regno della materia. Plotino discute e utilizza le idee sulla fisica di Platone, di Aristotele e degli stoici, ma senza aderire pienamente a nessuna di esse; il suo allievo Porfirio scrisse un commento agli Harmonica di Tolomeo ...
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1. Filosofo stoico della seconda metà del sec. II a. C., scolaro di Diogene di Seleucia.
Quel che conosciamo delle sue dottrine mostra notevoli divergenze dal pensiero stoico ortodosso, le quali anticipano [...] della divinità, sia pure eterea ed agente sul mondo, ma da esso distinta. Così, infine, combatté la dottrina stoica della conflagrazione periodica del cosmo, sostenendone l'eternità: mentre accettò senz'altro quella del fato, dell'εἱμαρμένη. Boeto ...
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vuoto
Nella definizione aristotelica (Fisica, IV, 1, 208b 26), ciò che si dà come totalmente privo di corpi; nella sua accezione di luogo e limite dell’esistente esso è strettamente correlato alla nozione [...] del raro e del denso, né il moto dei gravi verso il basso. Nel v. ogni cosa è immobile, il v. deve quindi essere negato. Gli stoici concepirono il cosmo come assolutamente privo di v., relegando quest’ultimo ‘al di fuori del cielo’ (I frammenti degli ...
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segno Fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono trarre indizi, deduzioni, conoscenze ecc. Qualsiasi oggetto o più spesso figura che sia convenzionalmente assunta come espressione e rappresentazione [...] le cose significate o separati da esse; c) naturali e inventati.
Il tema del rapporto tra significazione e inferenza, già trattato dagli stoici, ritorna sia in T. Hobbes sia, più tardi, in C. Wolff, mentre la filosofia empiristica di J. Locke (cui si ...
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verbo linguistica Nella grammatica tradizionale, parte del discorso che indica azione, stato, o divenire, in contrapposizione al nome, che indica sostanza o qualità; variabile secondo la flessione verbale, [...] il nome «è indicativo di qualcosa per convenzione al di fuori del tempo» (ἄνευ χρόνου). Si deve poi agli stoici l’elaborazione di un sistema organico delle forme temporali greche, nella quale appare anche guadagnata la distinzione tra aspetto e ...
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percezione
Atto cognitivo mediato dai sensi con cui si avverte la realtà di un determinato oggetto, e che implica un processo di organizzazione e interpretazione. L’insieme dei processi organici e mentali [...] complesse. A questo significato si accompagna e talvolta si intreccia quello più ristretto, già introdotto dagli stoici con la nozione di κατάληψις (rappresentazione catalettica), di p. come esperienza conoscitiva di un oggetto determinato, fisico ...
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Filosofo greco, nato a Soli (o, secondo una versione meno attendibile, a Tarso) in Cilicia tra il 281 e il 277 a. C., e morto ad Atene tra il 208 e il 204. Fu successore di Cleante nello scolarcato della [...] una vita razionale "conforme alla natura". Sorge, quindi, in funzione dell'etica, il problema della natura. E poiché, per gli stoici, non esistono che corpi, e, d'altro lato, nella vita ha parte preponderante l'elemento razionale, ossia il λόγος, lo ...
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stoico
stòico agg. e s. m. [dal lat. stoĭcus, adattam. del gr. στωϊκός «che appartiene alla filosofia della Stoa»] (pl. m. -ci). – 1. Dello stoicismo, relativo o appartenente alla scuola filosofica fondata da Zenone di Cizio (per l’origine...
stoa
stòa s. f. [adattam. del gr. στοά «portico» (v. la voce prec.)]. – Nell’antica Grecia e in partic. ad Atene, lungo portico che serviva per il passeggio all’ombra e al coperto o come luogo di pubblico ritrovo: intorno all’ara ... Sorsero...