Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Diritto (2012)
L'amministrazione
Aldo Sandulli
La rinascita degli studi amministrativi nel secondo dopoguerra
Rispetto al ventennio fascista, l’età repubblicana segnò una profonda cesura costituzionale, nel senso [...] esponente del realismo ‘riformatore’. Le linee di fondo del suo pensiero erano tre: la necessità di superamento del centralismo statalista, la valorizzazione degli enti locali e dei corpi intermedi, la necessità di partire dal basso, in una visione ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Diritto (2012)
La filosofia del diritto nel secondo Novecento
Carla Faralli
Decadenza dell’idealismo
La fine della Seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo segnano una cesura netta tra la prima e la seconda [...] e degli antiformalisti, il positivismo giuridico – differentemente dall’idealismo – sopravvisse al fascismo, spogliandosi però dello statalismo di fonte tedesca e aprendosi alla raffinata revisione di Hans Kelsen.
Anche se il pensiero di Kelsen ...
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Croce e le scelte del secondo dopoguerra
Salvatore Cingari
La caduta del fascismo e il Partito liberale
L’intransigenza antifascista dopo il 1925 colloca Benedetto Croce in un empireo a cui guardano [...] cioè, di un liberale non liberista e, quindi, a differenza di Luigi Einaudi, aperto, all’occorrenza, alla necessità di interventi statali in economia e ardite riforme sociali.
E tuttavia, al di là di tali questioni di tipo filosofico, nel corso della ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Diritto (2012)
Vittorio Emanuele Orlando
Mauro Fotia
Presentare in un breve profilo una personalità multiforme come quella di Orlando, torna piuttosto arduo. Ci si trova invero dinanzi al giurista più rappresentativo [...] sull'irrilevanza giuridica dei partiti: questi, in quanto semplici «forze sociali», non hanno bisogno di trovare spazio nella sfera statale. Non solo. Egli non coglie il ruolo delle loro dinamiche competitive e di alternanza, ai fini di una effettiva ...
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MARSELLI, Niccola
Raffaele Romanelli
– Nacque a Napoli il 5 nov. 1832 da Luigi, capitano di uno dei reggimenti della guardia reale, originario di Cassino, e da Marianna Macaluso. Dal 1842 al 1850 trascorse [...] .
Illustrando il crescendo di insoddisfazione per la politica del ministero, e in particolare per la pressione fiscale e lo statalismo ferroviario, il M. ne criticava la rigidità e l’astrattezza, e invocava una politica non «metafisica» ma «positiva ...
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Nacque ad Albino (Bergamo) il 25 aprile 1872, da Antonio, di famiglia nobile, e da Enrichetta Camozzi.
Nel paese natale compì gli studi elementari, mentre frequentò le scuole medie e il liceo classico [...] (Solari a Del Vecchio, 16 novembre 1934, in Zarfati, 1997, II, lettera n. 191, pp. XXXII s.).
Contro lo statalismo organicistico e totalizzante, ma fuori da ogni individualismo, Solari cercava una via mediana, che consentisse la conciliazione tra le ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Giuliana Boccadamo
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La caduta di Costantinopoli nelle mani di Maometto II lascia vacante il titolo imperiale [...] a Dio”, poiché “il potere è dato da Dio”. È grazie a questa ripresa letterale della più antica ideologia statale di Bisanzio che Ivan IV, reprimendo le tentazioni “feudali” e le tendenze centrifughe rappresentate dal potere dei boiari, riorganizza ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Conflitto sociale
Antonio Cardini
L’argomento del conflitto sociale venne affrontato in termini di ‘italianità’ da un orientamento, una ‘scuola’, poi dimenticata, ma che ebbe a metà dell’Ottocento un [...] marzo 1911, con il nuovo governo Giolitti. Principale difensore del metodo storico come giustificazione teorica dell’interventismo statale, Nitti attaccò gli «economisti della scuola di Jevons», ossia i marginalisti, accusandoli di aver frainteso lo ...
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Società di massa
Luciano Pellicani
Massa, uomo-massa, società di massa
Le ricerche sui gruppi i cui membri agiscono in modo simile pur non essendo i gruppi medesimi strutturati hanno fatto emergere [...] e di manipolazione della realtà sono la scienza, la tecnologia, la fabbrica, l'industria culturale e l'apparato statale. Grazie a essi, la modernità ha potuto materializzare il suo ideale: la società scientificamente amministrata, dove gli uomini ...
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COLLETTI, Lucio
Giuseppe Bedeschi
Nacque a Roma l’8 dicembre 1924. Si laureò in filosofia all’università di Roma col crociano Carlo Antoni, con una tesi sulla logica di Croce. Ma le sue simpatie non [...] capitalistico (controllato da ristrette oligarchie).
Contro queste concezioni – che costituivano, a suo avviso, un misto di “statalismo” alla Kautsky e di “opportunismo” alla Bernstein – Colletti rivendicava un ritorno alle analisi di Marx e di ...
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statalismo
s. m. [der. di stato2, statale]. – Concezione e prassi politica che attribuisce allo stato una larga partecipazione e un ampio controllo nei varî settori di attività, soprattutto economiche, del paese. Nel linguaggio polit., con...
statale
agg. [der. di stato2 (unità politica)]. – Dello stato, che riguarda lo stato: il potere, l’autorità s.; diritto s. (o interno), in contrapp. a diritto internazionale; teoria s. della moneta, lo stesso che teoria cartalista (v. cartalista);...