Althusser, Louis
Filippo Del Lucchese
Filosofo francese, nato a Birmandreis in Algeria il 16 ottobre 1918 e morto a La Verrière (Yvelines), il 22 ottobre 1990.
La presenza di M. nelle sue opere è al [...] e sfugge alla tradizionale opposizione tra idealismo e materialismo; una corrente formata da autori quali Epicuro, Hobbes, Spinoza, Rousseau, Marx, Heidegger e, appunto, Machiavelli. La posta in gioco dell’operazione teorica althusseriana è Marx. Si ...
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TOLAND, John
Teologo e politico, nato cattolico a Londonderry (Irlanda) nel 1670, morto a Putney nel 1722. Nel 1687 divenne protestante, e accolse le dottrine presbiteriane; un soggiorno in Olanda, contatti [...] in relazioni con Leibniz e con la regina Sofia Carlotta di Prussia. Nelle Letters (1704) attacco anche lo Spinoza; ritornato stabilmente in Inghilterra, nel suo Nazarenus or Jewish, Gentile and Mahometan Christianity (17I8), distinse i cristiani ...
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NEGAZIONE (fr. négation; sp. negación; ted. Verneinung; ingl. negation)
Guido CALOGERO
Filosofia. - Il latino negatio corrisponde, già nella terminologia logica di Boezio, all'ἀπόϕασις della logica aristotelica, [...] all'affermazione stessa, come suo momento determinante, secondo la formula omnis determinatio est negatio, poi ripresa dallo Spinoza. E su questa base, dopo la rivalutazione kantiana del concetto aristotelico di negazione, elevato a categoria dell ...
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In filosofia, rapporto immediato e diretto tra soggetto pensante e oggetto; questo rapporto può essere poi inteso come semplice presenza dell’oggetto alla mente o come immedesimazione del soggetto nell’oggetto. [...] contenuti. Sull’i. e sulla sua capacità di rendere partecipe il soggetto della natura dell’oggetto insiste invece B. Spinoza nelle pagine in cui afferma la superiorità della scienza intuitiva. I due diversi significati d’i. sono poi chiaramente ...
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Nel termine concetto sono originariamente compresi due sensi: l'attività della concezione (che si contrappone alla passività del senso) e il risultato di quest'atto, il concepito. Attribuendo a Socrate [...] esser messo in evidenza l'aspetto della concezione. Il cogito e non il cogitatum è il punto di partenza di Cartesio. Spinoza chiama concetto quod mens format, propterea quod res est cogitans (Eth., II, def. 3), e aggiunge che la percezione indicare ...
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ONTOLOGICO, ARGOMENTO
Goffredo COPPOLA
Guido CALOGERO
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. Il più celebre fra gli argomenti recati per dimostrare a priori l'esistenza di Dio. La sua prima formulazione s'incontra in S. Anselmo d'Aosta. [...] l'argomento ontologico (che partiva, cioè, dalla pura "essenza" o "entità" di Dio) passò in Cartesio, in Spinoza (che dell'implicazione dell'esistenza nell'essenza fece addirittura il fondamento del suo sistema, considerandola come proprietà basilare ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Umberto Eco
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Il secolo dell’inquietudine
La filosofia medievale era fondata sulla certezza della fede.
Umanesimo [...] , se non possa essere riconosciuta evidentemente per tale.
Il metodo può essere “razionale”, come per lo stesso Cartesio o per Spinoza e Leibniz (e allora si cercano nei meccanismi stessi del pensiero umano le leggi che permettano di capire l’ordine ...
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Capacità fondamentali dell’anima, da cui vengono fatte dipendere attività e funzioni fra loro essenzialmente distinte. La prima classificazione risale a Platone, che distinse una «parte» concupiscibile, [...] o all’intelletto. Kant modificherà inoltre la bipartizione cartesiana (generalmente accolta, con la rilevante eccezione di Spinoza, che identificava intelletto e volontà) affiancando alle prime due facoltà una terza, il «sentimento di piacere ...
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Chimica, fisica, tecnica
Termine che, con opportuna specificazione, indica una certa proprietà di un corpo o di un sistema, talvolta con valore soltanto qualitativo, più spesso con una precisa determinazione [...] su chi sia stato il primo pensatore ad anticiparne alcune problematiche (vi è chi lo individua in Machiavelli, chi in Spinoza, chi in Hobbes ecc.), ma sono unanimi nel ritenere che la dialettica tra p. costituente e p. costituito risalga alle ...
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Scrittore polacco di lingua yiddish (Leoncin, Varsavia, 1904 - Miami 1991), naturalizzato statunitense nel 1943. Cresciuto in una famiglia di rabbini ḥasidici, nel 1935, dopo la pubblicazione del primo [...] , in cui emerge un personale, controllatissimo gusto del soprannaturale, si ricordano: Gimpel the fool (1957; trad. it. 1966); The Spinoza of Market Street (1961; trad. it. 1965); Short friday (1964; trad. it. 1966); A friend of Kafka (1970; trad ...
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spinoziano
spinożiano agg. e s. m. (f. -a). – 1. agg. Che si riferisce al filosofo oland. Benedetto (in ebraico Baruch) Spinòza (1632-1677), alle sue dottrine, ai suoi principî e alle sue opere: il panteismo, il naturalismo, il monismo s.;...
spinozismo
spinożismo s. m. – Il complesso delle dottrine e dei principî filosofici di B. Spinoza (v. la voce prec.), incentrati sulla concezione della sostanza come causa di sé stessa, ovvero come realtà assoluta, unica, eterna, in cui essenza...