Le lingue dei segni nel mondo
Mauro Mottinelli
Virginia Volterra
A differenza delle lingue vocali, che usano il canale acustico-vocale, le lingue dei segni si servono della modalità visivo-gestuale. [...] che il segno è andato via via acquisendo nel corso del tempo. Per es., ritroviamo la stessa configurazione B in segni come casa alla seconda classe e può di conseguenza essere dislocato nello spazio (fig. 21).
Il medesimo verbo non modifica il suo ...
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Con il termine origini ci si riferisce convenzionalmente alla fase aurorale delle lingue romanze (o neolatine), quando testi (o frammenti di testi) scritti in volgare cominciarono a essere conservati su [...] di lunghi anni di studio (De vulgari eloquentia I, i, 2-3). Dante elenca quattordici principali volgari, mutevoli nello spazio e nel tempo, indicandone la comune appartenenza a un unico dominio italiano (ivi, I, x, 9), proponendo la novità di un ...
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L’Italia può vantare il maggior trattato di linguistica dell’Europa medievale, il De vulgari eloquentia di ➔ Dante Alighieri, scritto in latino per definire i caratteri del volgare illustre, in cui, per [...] una singolare modernità (con alcune intuizioni folgoranti) nell’esame dei volgari italiani, quando riconosce che le lingue mutano nello spazio e nel tempo, e che l’unità linguistica non si realizza nemmeno in una stessa città, visto che a Bologna gli ...
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Gli studiosi moderni, come già i retori e i grammatici del mondo classico e umanistico, hanno tentato di ordinare i testi raggruppandoli in classi omogenee. Ne sono emerse varie tipologie testuali, divergenti [...] oggi la più conosciuta. Essa può essere definita a un tempo funzionale e cognitiva, in quanto da una parte tiene conto esigenze siano tenute in grande considerazione); (b) il grande spazio preso nel testo dall’emittente stesso, che si espone in prima ...
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Insieme alle ➔ consonanti, le vocali (dal lat. (litteram) vocālem «lettera provvista di voce») sono una delle due fondamentali categorie di foni linguistici (➔ fonetica; ➔ fonologia).
Per definire le vocali [...] F2 più bassa (Maddieson 1984: 125).
L’aspetto irregolare dello spazio vocalico (così come è rappresentato nella fig. 1) non ne ò›). Del resto, l’accentazione si è stabilizzata in tempi molto recenti (Maraschio 1993: 144-145): soltanto nel Novecento ...
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Dante Alighieri nacque a Firenze nel maggio, o giugno, 1265, l’anno prima della battaglia di Benevento, che segna la distruzione della parte ghibellina in Italia. Di famiglia guelfa, cresce in anni segnati [...] base del comunis consensus multarum gentium, al fine di creare lingue sottratte all’inevitabile mutamento delle lingue naturali nel tempo e nello spazio (I, i, 2-3; I, ix, 10-11). Secondo questa idea, che Dante teorizza filosoficamente ma che, nel ...
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Malgrado il suo nome antico (che fu recuperato solo in età rinascimentale, riferito a una subarea della regione attuale, così chiamata dopo l’Unità), il Lazio è una regione dalla fisionomia piuttosto recente. [...] allo stesso modo, [ɛ] e [ɔ] si chiudono in [e] ed [o]: ancora a Rieti [ˈtembu, ˈtembi] «tempo, -i», [ˈbːonu, ˈbːoni] «buono, -i», ma [ˈbːɔna, ˈbːɔne] «buona, -e», a del cinema contemporaneo, ha trovato ampio spazio, sotto varie forme, nei romanzi del ...
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Pronuncia è il termine correntemente usato, anche dai non specialisti, per designare il modo di articolare i suoni di una lingua (si parla infatti di pronuncia della erre, di difetto di pronuncia, ecc.) [...] netta e precisa contro la pronuncia, trascurata e sciatta. Lo spazio tra i due poli è continuo e non discreto: al suo una vera e propria fonologia, dunque, è stata per molto tempo soltanto una mera pronuncia, ovvero una resa orale dello scritto ( ...
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In pochi casi, come in quello dell’italiano moderno, nel fare la storia di una lingua ci si imbatte in un termine cronologico preciso che abbia segnato un cambiamento netto di situazione ambientale generale [...] irruente, al ritmo dei cambiamenti sociali e tecnologici dei nostri tempi. Collegando con lo sguardo i due estremi di questo di minoranze; ➔ minoranze linguistiche), hanno trovato ampio spazio di rappresentazione nella letteratura, nel cinema e in ...
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CESARI, Antonio
Sebastiano Timpanaro
Nacque a Verona il 16 (secondo i biografi; ma il 17 secondo una sua testimonianza in Lettere, a c. di G. Manuzzi, II, p. 236) genn. 1760 da Pietro, "primo scritturale" [...] un dantismo del tutto diverso da quello del C., e che da tempo gli negava, del resto a ragione, il vanto di resuscitatore del Verona 1832 (è la più ampia e informata; dà ampio spazio alle polemiche del C. con altri letterati; reca in appendice ...
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spazio
spàzio s. m. [dal lat. spatium, forse der. di patēre «essere aperto»]. – 1. Con valore assol., il luogo indefinito e illimitato in cui si pensano contenute tutte le cose materiali, le quali, in quanto hanno un’estensione, ne occupano...
tempo
tèmpo s. m. [lat. tĕmpus -pŏris, voce d’incerta origine, che aveva solo il sign. cronologico, mentre quello atmosferico (cfr. al n. 8) era significato da tempestas -atis]. – 1. L’intuizione e la rappresentazione della modalità secondo...