solfeggio Sistema di lettura musicale consistente nel declamare i nomi delle note, il loro significato ritmico e melodico; in particolare, con riferimento ai due momenti in cui si divide l’esercizio, s. [...] ; s. cantato, dove si aggiunge anche l’intonazione. Alla parola o al canto si accompagna talvolta anche un movimento della mano che marca i tempi della battuta.
Brano di musica vocale senza parole destinato a essere usato per esercizio di solfeggio. ...
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BERNARDINI, Andrea
Raoul Meloncelli
Nacque a Buti (Lucca) nell'agosto 1824. Apprese le prime nozioni di solfeggio dal padre, dilettante di musica, che lo introdusse, ancora fanciullo, nella cantoria [...] il B. divenne ottimo pianista e organista, tanto che a soli sedici anni gli venne affidato l'insegnamento del solfeggio agli alunni del Naldi. Istruito nel contrappunto ed esperto d'orchestrazione, cominciò a dividere con questo anche il servizio ...
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Musicista (Heckmondwike 1816 - Manchester 1880). Noto per lavori didattici e specialmente per il metodo, da lui inventato, detto Tonic Sol-fa (sistema di solfeggio tonale). ...
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GARIBALDI, Luisa
Roberto Staccioli
Nacque a Genova nel 1884. Di origini modeste, iniziò a studiare pianoforte ancora bambina e dopo il diploma insegnò pianoforte e solfeggio a domicilio per potersi [...] mantenere. Cantava occasionalmente per divertimento e nel corso di un concerto di dilettanti venne ascoltata da G. Borgatti, celebre tenore wagneriano, il quale notò in lei un volume di voce non comune ...
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Musicista (Vasto fine sec. 15º - Roma dopo 1559), maestro di cappella al Laterano. Compose musica madrigalistica (8 libri, 1543, 1546 e 1547) e, con G. M. Tasso, un famoso trattato di solfeggio (1559). ...
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Nome che dall’11° sec., epoca della riforma di Guido d’Arezzo (➔ notazione), al 17° sec. indicò la prima nota della scala musicale fondamentale, cui il musicologo G.B. Doni sostituì la sillaba do meglio [...] atta al solfeggio e quindi rimasta vittoriosa in Italia (mentre in altre nazioni, per es. in Francia, in Germania, ut è tuttora in uso). ...
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GENTILUCCI, Armando
Gianluigi Mattietti
Nacque a Lecce l'8 ott. 1939 da Ottorino, compositore, e Margherita Sallusti, autrice di testi poetici e teatrali. La famiglia si trasferì a Milano quando il [...] di perfezionamento tenuto da V. Mortari presso l'Accademia Chigiana di Siena, e ottenne la docenza di teoria e solfeggio al conservatorio di Milano. Lasciò questa cattedra nel 1969, quando fu nominato direttore del Civico Istituto musicale A. Peri ...
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Musicista (n. Parigi primi del sec. 16º - m. dopo il 1561), uno dei primi autori di canti per la Chiesa calvinista (Salmi davidici a 4 voci, 1547). Per primo scrisse un trattato di teoria musicale per [...] la riforma della didattica a base del solfeggio, abbandonando la mano guidoniana e le mutazioni. ...
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FIODO, Vincenzo
Alessandra Cruciani
Nacque a Taranto il 1° sett. 1778 (il 2 sett. 1782 per il Florimo) da Gaspare, piccolo commerciante, e da Chiara Condella. Giovanissimo, intraprese lo studio della [...] canto delle scuole esterne del conservatorio di S. Pietro a Maiella; l'8 sett. 1858 fu nominato insegnante di solfeggio nello stesso conservatorio succedendo a P. Cimarosa. Frattanto, nel 1850, era stato nominato socio onorario della Real Accademia ...
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BIMBONI, Gioacchino
Raoul Meloncelli
Nacque a Firenze il 19 ag. 1810, da Giovanni - un tornitore dedicatosi poi alla costruzione di strumenti a fiato - e da Vittoria Corsini. Iniziò lo studio del flauto [...] a sette anni con G. Vecchi e fu allievo per il solfeggio di L. Barbieri, apprendendo in seguito a suonare anche l'organo e il pianoforte.
A nove anni esordì come secondo flautista nel Teatro della Quarconia (poi Nazionale) di Firenze. Nel 1822 diede ...
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solfeggio
solféggio s. m. [der. di solfeggiare]. – 1. Sistema di lettura musicale consistente nel rappresentare fonicamente, nel rendere cioè sensibile all’orecchio, proferendo i nomi delle note, do-re-mi-fa-sol-la-si, il loro significato...