In linguistica, si dà il nome di d., oltre che agli allotropi veri e propri, a parole che, pur differendo per qualche particolarità di pronuncia (domandare e dimandare) o di formazione (incivilire e civilizzare) [...] non differiscono fondamentalmente nel significato. D. sintattici Parole in cui la varietà della forma è determinata dalla posizione che occupano nella frase (un bel libro, un libro bello). ...
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ars combinatoria
«Arte combinatoria» fu designata da Leibniz quella che già Raimondo Lullo aveva battezzato Ars magna, e cioè la simbolizzazione di contenuti di pensiero attraverso un sistema di segni [...] linguistici, numerici, schemi e figure, manipolabili formalmente e flessibilmente tramite principi sintattici combinatori. Il progetto leibniziano dell’a. c. promuoveva così la possibilità di scoprire verità di pensiero come esito dell’applicazione ...
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´m Nome di due scrittori egiziani: 1. Il tradizionalista ῾Abd al-Malik ibn Hishām (m. 828 o 833), rifacitore della Sīra o biografia di Maometto di Ibn Isḥāq; 2. Il grammatico Giamāl ad-Dīn ibn Hishām (Il [...] Cairo 1310 - ivi 1360), autore di trattati, specie sintattici, importanti per le teorie e per i materiali letterarî contenuti nelle citazioni. ...
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Il termine interferenza si riferisce all’azione di un sistema linguistico su un altro e agli effetti provocati dal contatto tra lingue, e si usa in una duplice accezione: per indicare i ➔ prestiti di elementi [...] , olivagno; bellore, dolzore); -iere (con la variante -iero), di origine francese (cavaliere, cameriere, guerriero, forestiero).
Fra i costrutti sintattici la cui diffusione si deve a influssi esogeni vi è, per es., la frase scissa (è lui che ha ...
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Filosofo della scienza polacco (Tarnopol 1890 - Varsavia 1963). Insegnante nelle univ. di Leopoli, Poznań, Varsavia, dal 1921 al 1961. Con Leśniewski, Łukasiewicz e Kotarbiński uno dei massimi rappresentanti [...] e logica di Varsavia molto vicina al neopositivismo. Riprese le idee di Hilbert cercando di definire in termini puramente sintattici la natura della logica. Insistette su di una stretta dipendenza tra particolare concezione del linguaggio accettata e ...
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subordinazione In linguistica, nella sintassi del periodo, la relazione che si stabilisce tra due proposizioni collocate nel periodo su piani diversi, in modo che l’una (subordinata) risulti dipendente [...] nuovo la prevalenza della coordinazione sulla s., specie nel linguaggio corrente. Subordinante Si dice di ogni elemento sintattico che abbia la funzione di stabilire una dipendenza nel periodo; può essere quindi riferito a una proposizione principale ...
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Elemento morfologico che rappresenta la massima determinazione della flessione, nel verbo la persona, nel nome il caso. Appare normalmente in fine della parola (v. morfologia). Nonostante la sua natura [...] morfologica, risente sensibilmente nel corso della storia di fattori fonetici e sintattici; dei primi in quanto la pronuncia della finale è spesso meno chiara e quindi nuoce alla funzione morfologica della desinenza; dei secondi in quanto il processo ...
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I C. rappresentano l’etnia maggioritaria (74% della popolazione, circa 14 milioni di individui) dell’isola di Ceylon, odierna Sri Lanka (➔), di cui occupano principalmente le regioni centro-meridionali. [...] religioso sono prevalentemente buddhisti, ma esiste anche una forte componente cristiana. Parlano il cingalese (o singalese), lingua della famiglia indoeuropea che ha incorporato prestiti sintattici e lessicali dalle lingue dell’India meridionale. ...
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Detta anche letteratura franco-veneta, indica il complesso delle opere d’argomento cavalleresco o didascalico scritte nel 13° sec. e ai primi del 14° nella zona dell’Italia nord-orientale compresa tra [...] basso Po, in un linguaggio che su una base sostanzialmente francese innesta elementi fonetici, morfologici, lessicali e sintattici italiani, e più particolarmente veneti o ladino-veneti. Si tratta in genere di rimaneggiamenti di opere francesi, ma ...
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La nominalizzazione è la trasformazione (tecnicamente, la transcategorizzazione) in nome di un elemento linguistico di qualunque natura (parola, espressione, frase, componente di frase, ecc.) e categoria. [...] a vari processi. La trasformazione in nome infatti può avvenire:
(a) mediante strumenti morfologici (esempi 1-2) o sintattici (esempi 3-7);
(b) aggiungendo del materiale lessicale a un elemento di partenza, o anche solo ricorrendo alla ➔ conversione ...
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sintattica
sintàttica s. f. [dall’ingl. syntactics, che è dall’agg. syntactic «sintattico»]. – Nella filosofia del linguaggio di Ch. Morris (1901-1979), quella branca della semiotica che studia i rapporti formali dei segni fra loro, ossia...
sintattico
sintàttico agg. [dal gr. συντακτικός, der. di σύνταξις «sintassi»] (pl. m. -ci). – 1. Di sintassi, che riguarda la sintassi: problemi, studî, procedimenti s.; usi s.; accento s. (o di frase), l’accrescimento del tono di voce su...