SCUOLA POETICA SICILIANA, METRICA
CCostanzo Di Girolamo
Se appare a tutt'oggi accettabile un'idea dei Siciliani come "colonia italiana della poesia occitanica, parallela, con qualche decennio di ritardo, [...] dei testi. Nei generi cortesi l'ipermetria di alcuni versi comincianti per vocale è stata giustificata con una forma di sinalefe interversale, come in "fina donna, pïetanza / ^ in voi si mova" (Giacomo da Lentini, Guiderdone, 30-31), dove il secondo ...
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sillaba La minima unità fonica (autonoma e distinta sotto l’aspetto dell’articolazione) in cui si possono considerare divise le parole.
La s. è costituita da un punto vocalico o centro o apice, formato [...] il normale computo sillabico, ma se ne discosta nei casi noti con il nome di figure metriche (➔ figura), come dialefe, sinalefe, dieresi, sineresi, sinafia ed episinalefe. In fine di verso, inoltre, si ha uno schema astratto secondo cui all’ultima ...
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CLARICIO, Girolamo
Francesca Romana De' Angelis
Nacque a Imola intorno al 1470. Secondo le ipotesi di Dionisotti si recò a Pavia e a Milano, dove iniziò la formazione culturale e dove probabilmente [...] continua sul testo si evidenzia in un'operazione analitica di "rimaneggiamento" a livello metrico (con prevalenza della sinalefe sulla dialefe), ma soprattutto a livello ortografico e grammaticale. Ed egli opera in una dimensione minima (tendenza ...
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La contrazione è un fenomeno fonologico di fusione di vocali adiacenti, che nel caso estremo porta all’➔elisione di una delle due. La fusione infatti può lasciare tracce nella vocale risultante, come nella [...] che contra me venisse» (Dante, Inf. I, 46). A livello di sandhi esterno, il fenomeno corrispondente alla sineresi è la ➔ sinalefe: «mi ritrovai per una selva oscura» (Dante, Inf. I, 2).
Un uso meno preciso del termine contrazione si ritrova nell ...
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Le semivocali sono suoni di tipo vocalico che, nei dittonghi (➔ dittongo) e nei trittonghi (➔ trittongo), si combinano alle ➔ vocali propriamente dette. Una suddivisione più fine oppone le semivocali alle [...] centrale (cfr. Mioni 2001: 98). Del resto, negli stili informali dell’italiano si possono verificare fenomeni di sineresi (➔ sinalefe) che danno origine a nuovi dittonghi fonetici in presenza anche di vocali medie.
Dal punto di vista articolatorio ...
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Il termine sandhi indica i processi fonetici che intervengono tra segmenti contigui al confine di morfema o di parola: nel primo caso, si tratta di sandhi interno (alla parola) o sandhi morfologico (per [...] sandhi esterno che interessano la lingua italiana. I principali sono ➔ elisione, apocope e ➔ troncamento, prostesi, ➔ epitesi e ➔ sinalefe, per le vocali, mentre per le consonanti vanno considerati i fenomeni di ➔ indebolimento e rafforzamento dell ...
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Con il termine ritmo si indica in linguistica la successione regolare nel tempo di accenti (➔ accento) o prominenze. Il ritmo può anche essere definito come la successione ordinata e alternata di sillabe [...] atone); in italiano ne sono esempi, rispettivamente, le frasi óra védo Màra bére e Bàrbara e Stéfano préndono càlici brónzei, con ➔ sinalefe (➔ fonetica sintattica) tra la vocale atona finale di Bàrbara e la congiunzione e.
Si deve a Pike (1945) la ...
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no (non; nol; nolle; nollo)
Riccardo Ambrosini
1. ‛ No ', sia come avverbio negativo che come negazione sostantivata, è contrapposto a ‛ sì ' in un passo delle Rime (L 47 che 'l si e 'l no di me in vostra [...] sta senza vernice, / ché no ha stabilità: se, con il Contini (ad l.), è difficilmente attribuibile a D. la sinalefe di no ha, altrettanto difficile, sulla base della non-accentazione di no, è emendare, postulando la negazione protonica 'n, che ...
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ossitono
Ghino Ghinassi
Nelle parole o., cioè accentate sull'ultima sillaba di origine latina, l'uso dantesco non presenta divergenze sostanziali dall'uso moderno. Si può osservare, tutt'al più, in [...] gli editori precedenti, evitare l'accentazione o. di Antigone, Deifile e Ismene, che " costringerebbe a una o altra sinalefe preoccupante "; e, ricordando Isifile, sicuramente non o. in If XVIII 92, mette in dubbio anche il Penelopè citato sopra ...
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L’opera in volgare di Francesco Petrarca (Arezzo 1304 - Arquà 1374) si esaurisce nelle 366 liriche d’amore che compongono i Rerum vulgarium fragmenta (indicato più comunemente, a partire dal Quattrocento, [...] : 35-157). Infine, la ritmica del verso (➔ endecasillabo e ➔ settenario), anche grazie all’uso intenso e sopra la media della ➔ sinalefe e dell’apocope (cfr. Brugnolo 2004: 499-514), può vantare una densità di ictus e una tastiera di combinazioni che ...
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sinalefe
sinalèfe s. f. [dal lat. synaloephe, gr. συναλοιϕή, der. di συναλείϕω «fondere insieme» (comp. di σύν «con, insieme» e αλείϕω «ungere»)]. – Nella metrica classica (dov’è nota anche con il nome, meno com., di sinecfonesi), pronuncia...
elisione
eliṡióne s. f. [dal lat. elisio -onis (der. di elidĕre), che nei grammatici tardi traduce il gr. ἔκϑλιψις]. – L’atto, il fatto di elidere, di essere eliso. In partic., fenomeno linguistico consistente nella scomparsa di vocale finale...