La lessicalizzazione è il processo per cui nuove unità linguistiche che in una fase precedente non erano considerate lessicali vengono a far parte del lessico di una lingua; lessicalizzato significa perciò [...] per «nipote di zio» rispettivamente (sobrino e nephew) e per «nipote di nonno» (nieto e grandson).
L’uso del termine con il significato di «codificazione nel lessico» si riscontra, ad es., in Lyons 1968, ma anche in studi di tipologia, fra cui i più ...
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Sociolinguistica
Gaetano Berruto
Oggetto e ambito della sociolinguistica
Pur essendo una facoltà che fa parte del bagaglio di capacità innate degli esseri umani, il linguaggio verbale viene tipicamente [...] assai disparati, hanno in effetti tutti in comune di riguardare l'impiego del linguaggio e contemporaneamente di possedere un significato sociale, di essere cioè in qualche correlazione con fattori sociali; e quindi rientrano a buon diritto nell'area ...
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Il termine appellativo è usato in grammatica e in linguistica con vari significati:
(a) come sinonimo di nome comune, in opposizione a nome proprio, all’interno della classe dei nomi (➔ nomi);
(b) come [...] letterario è invece ben attestato l’uso appellativo di padre e madre, sia con riferimento proprio sia estesi a significare «Dio» e «Maria, la Madonna».
Il ruolo delle gerarchie sociali e familiari negli appellativi di parentela è abbastanza definito ...
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Verbi pronominali è un’etichetta generica che indica tutti i verbi nella cui forma di lemma appare un pronome clitico (➔ clitici), sia esso intrinsecamente legato al lemma (come in accorgersi, pentirsi) [...] andarci nel senso di «essere necessario» è un verbo procomplementare in quanto la particella è obbligatoria perché il verbo abbia quel significato (10 a.), badarci (10 b.) e tenerci (10 c.) non lo sono in quanto la particella è opzionale:
(10)
a ...
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I tempi composti sono forme della ➔ coniugazione verbale costituite da un ausiliare + il participio passato del verbo: l’ausiliare contiene le informazioni grammaticali di tempo, ➔ aspetto, modo e ➔ persona [...] e, nei casi opportuni, di ➔ numero, mentre il significato lessicale del verbo è espresso dal ➔ participio passato (➔ tempi semplici).
Questa ripartizione di funzioni morfologiche tra ausiliare e participio differenzia i tempi composti dai ➔ tempi ...
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-FORME
-forme è un ➔suffissoide derivato dal latino -formem ‘dalla forma di’ (a sua volta ➔calco dal greco -morphos) e si trova in parole derivate direttamente dal latino (multiforme) o formate modernamente
filiforme [...] -oide), che però sono di origine greca e di uso più tecnico.
Un esempio è la coppia multiforme / polimorfo, il cui significato è tendenzialmente lo stesso (‘che ha molte forme’), con la differenza che multiforme è di uso letterario
Musa, quell’uom di ...
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BUDELLI O BUDELLA?
La parola budello ha due plurali.
• Il plurale maschile budelli si usa quando ci si riferisce a un senso figurato e metaforico
i budelli (= vie strette) del centro storico
• Il [...] plurale femminile budella si usa quando il vocabolo è impiegato con il significato proprio di ‘intestino (soprattutto di animali)’ o in particolari locuzioni
le budella del pollo, del maiale
sentirsi torcere le budella.
Usi
Di uso meno comune è ...
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Lingua internazionale pianificata, ideata dal medico polacco L.L. Zamenhof (che pubblicò la prima grammatica nel 1887), la più diffusa tra le lingue ausiliarie.
La grammatica dell’e. è caratterizzata [...] da una notevole semplicità, e il principio fondamentale posto a base della forma e del significato delle radici è quello della massima internazionalità. Una serie determinata di prefissi e suffissi permette, secondo le caratteristiche delle lingue ...
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Termine introdotto dal filosofo C. Morris (pragmatics) per indicare quella parte della semiotica che studia i segni in relazione ai loro utenti, e quindi al contesto e al comportamento segnico e linguistico [...] indagine entro la filosofia del linguaggio, caratterizzandosi come quell’insieme di ricerche che cercano di definire il significato in rapporto alle convenzioni culturali e sociali che regolano la comunicazione linguistica, o, anche, alle intenzioni ...
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Il termine suppletivismo designa il fenomeno morfologico (➔ morfologia) per il quale in uno stesso paradigma flessivo (➔ paradigmi) entrano a far parte due (o più) morfemi lessicali diversi. Il risultato [...] ser, dal latino esse «essere» (entrambe le lingue hanno però anche un verbo andar dalla coniugazione regolare, con altro significato).
Oltre che nei verbi, forme suppletive si trovano anche nelle forme sintetiche di origine latina del comparativo ...
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significato
s. m. [dal lat. significatus -us «senso, indizio», der. di significare «significare»]. – 1. Termine variamente inteso nella filosofia antica e moderna (e variamente definito nelle relative teorizzazioni), che nella interpretazione...
significante
agg. e s. m. [part. pres. di significare (già presente nel lat. tardo significans -antis, come agg.); il sign. 2 è dal fr. signifiant]. – 1. agg., letter. Ricco di significato; espressivo, efficace: «Ohe!» disse [Renzo], guardando...