CALÒ, Giovanni
Luigi Ambrosoli
Nacque a Francavilla Fontana (Brindisi) il 24 dicembre 1882 da Torquato e da Teodora Argentina. Accostatosi, nel corso degli studi compiuti all'università di Firenze, [...] e come, separato dal centro soggettivo di cui è determinazione, "non può rivelare più la sua vera natura né il suo significato nel tutto complesso di cui fa parte". Fin da questo momento il C. tendeva ad oggettivare, pur avvertendo i limiti e ...
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WITTGENSTEIN, Ludwig Josef
Vito A. BELLEZZA
Logico e filosofo del linguaggio, nato a Vienna il 26 aprile 1889, morto a Cambridge il 29 aprile 1951. Interruppe gli studî d'ingegneria iniziati all'università [...] cui si sostituisce ora quella del linguaggio familiare o quotidiano, da analizzare e distinguere nell'uso e nel significato), la teoria raffigurativa del linguaggio, la dottrina secondo cui tutte le proposizioni significative sono funzioni di verità ...
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Filosofo italiano della morale e del diritto (Napoli 1922 - ivi 1980); prof. univ. (dal 1953) a Trieste, Firenze, Roma, Napoli; socio corrispondente dei Lincei (1972). Sensibile ai problemi del soggetto [...] storica e coscienza morale, 1966; Principi di una filosofia della morale, 1972). Tra le altre opere: Il significato del principio di effettività (1953); La teodicea sociale di Rosmini (1957); Giusnaturalismo ed etica moderna (1961); Oggettivazione ...
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Notizia, dato o elemento che consente di avere conoscenza più o meno esatta di fatti, situazioni, modi di essere. In senso più generale, anche la trasmissione dei dati e l’insieme delle strutture che la [...] A e ai livelli B e C, a seconda che degli eventi osservati interessino solo le differenze oppure anche il loro significato e utilità per l’osservatore. Il primo caso corrisponde all’i. selettiva ed è quello formalizzato da Shannon. La quantità d ...
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Matematico e filosofo (Saint-Malo 1698 - Basilea 1759), uno dei maggiori illuministi francesi. Presto famoso per i suoi studî matematici, fu accolto venticinquenne all'Académie des sciences di Parigi e [...] tesi newtoniana dello schiacciamento della sfera terrestre in corrispondenza dei due poli. M. mise inoltre in luce il significato filosofico della concezione newtoniana dell'universo (nel predetto Essai de cosmologie e nell'Examen philosophique de la ...
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Filosofo (Coburgo 1857 - Berlino 1887). Fu (1879-80) precettore a Bayreuth del figlio di Richard Wagner, Sigfrido; le idee filosofiche del compositore esercitarono influsso su di lui, già attratto nell'orbita [...] conoscenza astratta, e nell'esaltazione dell'arte come unico strumento disponibile all'uomo per cogliere il significato dell'universo, riecheggia suggestioni tardo-romantiche e irrazionalistiche. Importante nei suoi scritti l'influenza delle sue ...
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Storico della filosofia, nato a Poperinghe (Belgio) il 6 aprile 1887, morto ivi il 23 dicembre 1947. Frequentò l'università di Lovanio e seguì le lezioni di D. Mercier indirizzandosi verso gli studî di [...] del problema degli universali, affrontò, anche su di un piano metodologico, il problema della filosofia scolastica, del suo significato, del suo possibile valore metastorico e della sua reviviscenza anche al di là dei limiti storici del Medioevo: Qu ...
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Qualsiasi cosa (segno, gesto, oggetto, animale, persona), la cui percezione susciti un’idea diversa dal suo immediato aspetto sensibile. L’originaria funzione pratica, prevalente ma non esclusiva, è sostituita [...] , offrendosi a un processo continuo di interpretazione. L’allegoria è invece contingente e subordinata ad altro, in quanto incapace di significare solo per sé stessa.
Con Goethe nasce la linea ‘classica’ del s.: vi si riconobbero F.W.J. Schelling, K ...
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Complesso dei miti di un popolo, cioè delle narrazioni fantastiche tradizionali di gesta compiute da figure divine o antenati (esseri mitici), diffuse, almeno in origine, oralmente.
La spiegazione classica
Il [...] dell’apparente assurdità dei miti: si pensò (sin da Teagene di Reggio, 6° sec. a.C.) che i miti avessero un significato allegorico, e sotto i nomi divini si celassero forze della natura o qualità morali. Con Evemero (4°-3° sec. a.C.) sorse ...
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Filosofo inglese, nato a Lancaster il 26 marzo 1911, morto a Oxford l'8 febbraio 1960, uno tra i maggiori esponenti di quella corrente contemporanea della filosofia analitica comunemente nota sotto il [...] di effettuazione: 1) l'atto dell'enunciazione in sé e per sé (atto locutivo), consistente nel dire qualcosa dotato di significato conformemente al lessico e alla grammatica di una certa lingua; 2) l'atto illocutivo, vale a dire ciò che il parlante ...
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significato
s. m. [dal lat. significatus -us «senso, indizio», der. di significare «significare»]. – 1. Termine variamente inteso nella filosofia antica e moderna (e variamente definito nelle relative teorizzazioni), che nella interpretazione...
significante
agg. e s. m. [part. pres. di significare (già presente nel lat. tardo significans -antis, come agg.); il sign. 2 è dal fr. signifiant]. – 1. agg., letter. Ricco di significato; espressivo, efficace: «Ohe!» disse [Renzo], guardando...