L’esigenza di ordinare in base a precisi parametri il panorama delle parlate dialettali d’Italia è stata avvertita fin dagli albori della dialettologia scientifica, anche se i tentativi compiuti in tal [...] di mediani esclusivamente ai dialetti che si trovano a sud di essa (cfr. § 2.3).
Si estende dalla linea Roma-Ancona fino alla Sicilia, e si può ripartire in tre aree: l’area mediana, che include il Lazio a est e a sud del corso del Tevere (da ...
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La metafonia (o metafonesi: i due termini sono calchi, con elementi greci, del ted. Umlaut «modificazione di suono») è un processo fonetico-fonologico che interessa le vocali toniche medie o basse di una [...] come mostrano gli esempi di pěrtĭca, fŏrfĭce, pĕctĭne. È sufficiente che questa ĭ non si sia già confusa con gli esiti di ē (vocalismo di tipo siciliano, dove ī > [i] mentre ī, ē ed ĕ > [ɛ], e ū > [u] mentre ŭ, ō e ŏ > [ɔ]) conservando il ...
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La lingua e la scuola
Luca Serianni
Prima dell’Unità l’interesse dei vari Stati per l’istruzione era complessivamente modesto. Nel segmento iniziale, quello dell’asilo infantile, si registra addirittura [...] un altro esempio, proveniente da una lettera scritta nel 1855 e indirizzata a Nicola Fabrizi da parte dello scultore e patriota siciliano Rosario Bagnasco, che ebbe un ruolo di spicco nei moti del 1848 e, dopo l’Unità, fu animatore del partito d ...
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La storia del parlato filmico è intimamente legata, fin dai primordi del cinema sonoro, alla pratica del doppiaggio. La lingua doppiata, che è forse, indipendentemente dalla qualità dei risultati ottenuti, [...] a parlare allo stesso modo e da cui è bandita quasi sempre ogni ombra di regionalismo, con l’eccezione del siciliano quale codice-simbolo del doppiaggio dei film sulla mafia o sugli italoamericani (esemplare Il padrino - The Godfather, 1972, di ...
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Si chiamano dimostrativi tutti quegli elementi ➔ deittici la cui interpretazione presuppone necessariamente il riferimento a componenti della situazione comunicativa (➔ contesto). Della categoria dei dimostrativi [...] . Secondo gli studiosi, i sistemi tripartiti avrebbero continuato il sistema del latino (hic, iste, ille): cfr. siciliano chistu, chissu, chiddu, calabrese, campano e abruzzese quisto, quisso, quillo, umbro quisto, tisto / quisso, quillo. Tuttavia ...
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Nella fenomenologia dell’➔interferenza linguistica un posto particolare è occupato dalle condizioni di sostrato, adstrato e superstrato. In senso ampio, tali nozioni fanno riferimento al prestigio linguistico, [...] machĭna, che continua mākhaná e non lo ionico-attico mēkhanḗ. Lo stesso tratto riaffiora, per es., nel calabrese e siciliano nasida, -ita «striscia di terra coltivata lungo un fiume» < nāsida (accusativo) e non nēsida «isoletta» (gr. nḗsos «isola ...
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FINAMORE, Gennaro
Umberto Russo
Nato a Gessopalena (Chieti) l'11 ag. 1836 da Enrico, dottore in legge, e da Rachele Ricci, dei baroni di Casoli, intraprese gli studi nel seminario arcivescovile di Lanciano [...] ), inserite rispettivamente come VII e XII volume nella collana delle "Curiosità popolari tradizionali", pubblicate a cura dello studioso siciliano a Palermo.
La prima di esse consta di un'ampia serie di rilievi sul folclore regionale, ordinati per ...
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La compresenza di più lingue negli usi dei parlanti dà luogo a una situazione di contatto linguistico. Una definizione classica di contatto linguistico si trova nell’opera di Uriel Weinreich che ha aperto [...] francoprovenzale, comunità), ecc., e con i vari dialetti italo-romanzi (➔ dialetti) come il piemontese, il veneto, il siciliano, ecc. Il contatto coi dialetti è bidirezionale, giacché allo stesso tempo l’italiano influenza i dialetti, che tendono a ...
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I notai rivestono un ruolo centrale nelle fasi iniziali della storia linguistica dell’italiano. Alla loro penna si devono infatti molti dei primi documenti in volgare, a partire dal Placito capuano del [...] i notai fossero tra i primi cultori della poesia in volgare, non solo nel locale emiliano-romagnolo, ma anche in siciliano e toscano. In questi registri, per evitare manomissioni e aggiunte indebite, gli spazi bianchi venivano biffati, proprio come ...
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La spirantizzazione (detta anche fricativizzazione) è un processo fonetico per cui un suono (tecnicamente, un fono; ➔ fonetica) è realizzato come fricativo o, in altri termini, spirante (➔ fricative). [...] hanno nell’Italia meridionale (➔ meridionali, dialetti). In diversi dialetti, tra cui il campano, il calabrese e il siciliano (➔ siciliani, calabresi e salentini, dialetti), le occlusive sonore intervocaliche /b d g/ sono pronunciate fricative, cioè ...
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siciliano
(ant. ciciliano) agg. e s. m. – 1. a. agg. Dell’isola di Sicilia: agrumi s.; vini s.; il dialetto s. (o, come s. m., il siciliano), il dialetto, o il complesso di dialetti, parlato in Sicilia; carretto s. (v. carretto); sfilato s.,...
sicilico
sicìlico s. m. [dal lat. sicilĭcus o sicilĭquus, di etimologia oscura] (pl. -ci). – 1. Antica unità di peso romana equivalente a circa 6,85 grammi. 2. Segno diacritico, generalm. a forma di accento circonflesso, che i lapicidi romani...