serbo /'sɛrbo/ s. m. [der. di serbare]. - [azione del serbare] ● Espressioni: mettere (o tenere) in serbo [mettere in luogo riposto qualcosa, soprattutto per servirsene in un momento più opportuno] ≈ [→ [...] SERBARE (1)]. ...
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serbare [lat. servare] (io sèrbo, ecc.). - ■ v. tr. 1. [mettere in luogo riposto qualcosa, soprattutto per servirsene in un momento più opportuno: s. il dolce per la sera] ≈ accantonare, conservare, mettere [...] negativo verso qualcuno, anche con la prep. per del secondo arg.: s. rancore (per un amico)] ≈ nutrire, provare, sentire. ■ serbarsi v. rifl. [continuare a essere in un certo modo, spec. in senso morale, con valore copul.: s. onesto] ≈ conservarsi ...
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provvista s. f. [femm. sost. dell'agg. provvisto]. - 1. [il provvedere a quanto è richiesto dalle necessità materiali proprie, della famiglia, della cittadinanza e sim.] ≈ approvvigionamento, rifornimento, [...] . di: fare la p. di vino, di gasolio] ≈ provvedersi, rifornirsi. 2. (estens.) a. [spec. al plur., ciò che si è messo in serbo per le future necessità di vita quotidiana, con la prep. di o assol.: le p. d'acqua cominciavano a scarseggiare; rimanere a ...
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lasciare [lat. laxare "allargare, allentare, sciogliere", der. di laxus "allentato"] (io làscio, ecc.). - ■ v. tr. 1. [cessare di tenere e sim.] ≈ mollare. ↔ reggere, stringere, tenere, tirare. 2. (estens.) [...] arg.: t'ho lasciato il prosciutto; le brighe più noiose le lascia sempre a me] ≈ mettere da parte, (lett.) riserbare, serbare, tenere in serbo. 7. [seguito da un inf. (o da che e il cong.), con valore debolmente causativo, fare in modo che qualcuno ...
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se [lat. tardo se(d), incrocio di sī con quid "che cosa"]. - ■ cong. 1. [dandosi il caso che e sim., per introdurre prop. che, nel periodo ipotetico, costituiscono la protasi: resta qui, se preferisci] [...] . 4. [con valore concessivo, col verbo all'indicativo: se ha qualche torto verso di me, non per questo gli serbo rancore] ≈ anche se, nonostante, quand'anche, sebbene, seppure. ■ come se locuz. cong. [per introdurre prop. comparative ipotetiche: si ...
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preparare [dal lat. praeparare, der. di parare "apprestare", col pref. prae- "pre-"]. - ■ v. tr. 1. a. [rendere qualcosa pronto per essere utilizzato: p. l'occorrente per scrivere; p. la stanza per l'ospite] [...] p. un abbozzo di legge] ≈ comporre, redigere, scrivere, (lett.) stilare. ↓ (fam.) buttare giù. g. (fig.) [tenere in serbo: chi sa che cosa ci prepara l'avvenire!] ≈ (lett.) apparecchiare, riservare. 2. (educ.) [fornire a qualcuno l'addestramento per ...
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conservare [dal lat. conservare, der. di servare "serbare, custodire, mantenere", col pref. con-] (io consèrvo, ecc.). - ■ v. tr. 1. a. [tenere una cosa in modo che non si guasti o non si perda, anche [...] , gettare via, guastare, perdere, sciupare, smarrire. b. (fig.) [mantenere intatto] ≈ custodire, difendere, preservare, proteggere, salvaguardare, serbare, tutelare. ↔ perdere. 2. [avere ancora, non aver perduto: alla sua età conserva una memoria di ...
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ripostiglio /ripo'stiʎo/ s. m. [der. di riposto, part. pass. di riporre]. - (archit.) [piccolo ambiente in cui si tengono in serbo, o si nascondono, oggetti vari] ≈ (non com.) repositorio, sgabuzzino, [...] (non com.) stanza di sbratto (o di sbroglio). ⇓ armadio a muro, sottoscala, stanzino ...
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riserbo /ri'sɛrbo/ s. m. [der. di riserbare]. - [atteggiamento molto riservato nell'esprimere il proprio stato d'animo, le proprie intenzioni e valutazioni: un uomo pieno di r.] ≈ cautela, discrezione, [...] riservatezza, ritegno. ↓ chiusura, introversione, ritrosia. ↔ apertura, estroversione ...
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riservare /riser'vare/ (ant. reservare) v. tr. [dal lat. reservare, der. di servare "conservare", col pref. re-] (io risèrvo, ecc.). - 1. [non consumare qualcosa per offrirlo al momento opportuno a determinate [...] r. una bottiglia di vino pregiato per un ospite di riguardo, per una grande occasione] ≈ tenere da parte (o in serbo). ‖ conservare. ↔ consumare. 2. a. [tenere da parte per qualcuno, spec. se importante: gli fu riservato il posto d'onore] ≈ assegnare ...
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SERBO-CROATI
Pier Gabriele GOIDANICH
Giovanni MAVER
I Serbi e i Croati, popoli Slavi meridionali, facenti parte della Iugoslavia, hanno in comune, nei limiti che si dirà, la lingua letteraria che, in quanto tale, è detta di solito "serbo-croata"....
SERBO-CROATI (XXX, p. 422) - Letteratura (p. 423)
Giovanni Maver
Al decennio 1920-30, battagliero tanto dal punto di vista ideologico quanto da quello formale, segue, nella lirica serbocroata, un decennio in cui prevalgono accenti smorzati,...