Concezione filosofica che indica nell’utilità il criterio dell’azione morale. Sebbene motivi utilitaristici siano già presenti nella filosofia di C.-A. Helvétius, fondatore di tale concezione può essere [...] utilitaristica come ultima tappa dell’evoluzione; H. Sidgwick (1839-1900) analizzò le varie forme di u. conciliandole con il sensocomune. In tutti questi filosofi l’u. si distingue dall’edonismo con il considerare non l’utile immediato del piacere ...
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Filosofia
Disciplina che studia le condizioni di validità delle argomentazioni deduttive.
La l. antica
I vocaboli ἡ λογική (τέχνη), τὰ λογικά si stabilizzarono nel significato di «teoria del giudizio [...] , definito come quel particolare tipo di ragionamento che si basa su premesse verosimili accolte a livello di sensocomune, non tali da permettere conclusioni scientificamente valide. Lo studio dei τόποι («luoghi» della disputa) dovrebbe servire a ...
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Filosofia
Nella filosofia scolastica, l’attribuzione di una realtà oggettiva ai concetti universali. Nella filosofia moderna, ogni dottrina che consideri l’oggetto della conoscenza come esistente in sé, [...] esiti scettici di G. Berkeley e D. Hume, i rappresentanti di questa corrente, appellandosi a un r. del ‘sensocomune’, proponevano di identificare con le stesse cose reali l’oggetto proprio delle percezioni sensibili.
In funzione anti-idealistica si ...
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Pensatore greco (sec. 5º a. C.). Scolaro di Parmenide, fu uno dei principali rappresentanti della scuola eleatica. Una testimonianza del suo pensiero è presente nel Parmenide di Platone.
Vita e pensiero
Secondo [...] è "ciò che è", nella sua indipendenza da ogni predicazione particolare, Z. tende a contrapporre agli argomenti del sensocomune, che nel monismo parmenideo vede paradossalmente negata ogni evidenza e molteplicità fenomenica, la tesi che non minori ...
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Scrittore e oratore latino (Arpino 3 genn. 106 a. C. - Formia 7 dic. 43 a. C.). Nato da agiata famiglia equestre, ebbe a Roma maestri di diritto i due Scevola, l'augure e il pontefice, di filosofia l'accademico [...] il criterio logico degli Accademici, la verisimiglianza o probabilità (e probabile gli sembra tutto ciò che ha conferma nel sensocomune o consenso delle genti, spiegato con la presenza in tutti gli uomini di nozioni innate), sceglie e riunisce temi ...
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Diritto
Trasferimento del diritto di proprietà su un determinato bene da un soggetto a un altro. Divieti negoziali di a.: in generale, le limitazioni poste dall’autonomia privata al potere di disposizione, [...] superamento dell’a. viene a coincidere, per Hegel, con l’abbandono del punto di vista ingenuamente materialistico del sensocomune e con il passaggio alla filosofia o idealismo, che adegua finalmente la coscienza umana al processo attraverso cui si ...
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Orientamento di pensiero sviluppatosi soprattutto in Inghilterra dagli inizi del 20° sec., e volto prevalentemente allo studio del linguaggio nei suoi vari aspetti (scientifici, quotidiani, etici, logici [...] Moore ad assumere come compito essenziale della filosofia la chiarificazione delle assunzioni implicite, sul piano linguistico, del sensocomune, nell’intento di garantire più rigorosamente i presupposti realistici (anche se il suo metodo è composito ...
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Scrittore italiano (Perugia 1882 - Lugano 1982). Partecipe del dibattito culturale del primo Novecento, P. si accostò al pragmatismo, al modernismo cattolico e soprattutto all'idealismo crociano, approdando [...] della politica contingente e la difesa di una posizione intellettuale che vuol essere insieme aristocratica e vicina al sensocomune (nel 1922, sulla Rivoluzione liberale, suggeriva l'idea di una Congregazione degli Apoti, ovvero di «coloro che non ...
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Letterato (Milano 1780 - ivi 1845); prese viva parte alla contesa classico-romantica, in senso moderatamente romantico, sia con la Risposta di un italiano ai due discorsi di Madame di Staël, sia con i [...] poesia romantica (1817) che gli procurarono una vivace risposta da L. di Breme. Notevoli i Pensieri di un uomo di sensocomune (1810; 2a ed. 1821). Testimonia i suoi studî di economia il Discorso dei danni derivanti dalle ricchezze (1809), mentre i ...
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Filosofo, critico, letterato (Varsavia 1661 - Parigi 1737); gesuita. Collaborò (1701-1731) al Journal de Trévoux; ma è noto soprattutto per il Traité des premières vérités et de la source de nos jugements [...] all'innatismo e dell'analisi empiristica della conoscenza: il suo principio dell'evidenza, come verità fondata sul consenso generale, anticipa il motivo del sensocomune, e spiega perciò l'influsso esercitato da B. su Reid e sulla scuola scozzese. ...
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senso comune
sènso comune locuz. usata come s. m. [dal lat. sensus communis]. – 1. Espressione filosofica, che traduce il greco di Aristotele κοινὴ αἴσϑησις «sensazione comune», con cui si designa l’atto percettivo che fonde in unità i dati...
comune1
comune1 (ant. commune) agg. e s. m. [lat. commūnis «comune; mediocre; affabile», comp. di con- e munus «carica, ufficio», propr. «che compie il medesimo ufficio»]. – 1. a. Che appartiene o si riferisce a tutti o ai più (contr. di privato,...